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La Tonnara Florio di Favignana, un gioiello da scoprire

Aprile 3, 2019 by Alessandra Arena

La tonnara Florio Favignana è un gioiello da scoprire alle Egadi per storia e bellezza: il museo e gli orari e il centro di recupero tartarughe.

È qui che il mare e la tradizione di questa perla mediterranea si incontrano. È qui che la mattanza, antico rito, diventa storia vivissima e attuale: l’ex stabilimento Florio della tonnara florio Favignana è questo, e molto di più.

La tonnara Florio di favignana e le ancore della mattanza
La tonnara Florio di favignana e le ancore della mattanza – foto SiciliaWeekend

Quella del principale e più all’avanguardia stabilimento industriale per la lavorazione del tonno del Mare Nostrum è una storia unica e bellissima. La fabbrica viene costruita, nella seconda metà dell’Ottocento, dal celebre senatore Ignazio Florio, appartenente alla altrettanto nota famiglia di imprenditori borghesi siciliani.

Sono i Florio, in questa fin de siècle e al principio della nascente Belle Epoque, a fare della Sicilia occidentale un fiore all’occhiello per arte, commerci e industrie. E la creazione della tonnara, per i tempi e le modalità, fu quanto mai…un fortunato azzardo. Che oggi vive ancora e fa vivere ai suoi ospiti, una storia unica.

La famiglia Florio e Favignana, storia della grande industria del tonno

L’insediamento abitativo a Favignana era presente già dal Seicento, ma ciò non bastava a garantire una efficace produttività: bisognava infatti far fronte alla creazione – generazione dopo generazione – di una forza lavoro specializzata (raisi, sottopadroni, faratici, muxiari e semplici tonnaroti), che potessero assicurare al processo produttivo continuità e professionalità, dalla cattura dei grandi pesci fino alla lavorazione.

E bisognava anche far fronte alla concorrenza (isolana e non) per il controllo dei principali luoghi di pesca del Mediterraneo. Le isole, comprese le tonnare, furono acquistate dai genovesi Pallavicini nel 1874, per 2 milioni 750 mila lire. E non bisogna pensare che questo atto fu dettato da megalomania o dalla ricerca di uno status migliore o più elevato: si trattava di pura strategia familiare.

Sia il padre che lo zio di Ignazio, infatti, avevano già avuto in gestione diverse fabbriche di pesca siciliane: da Vergine Maria all’Arenella, passando per Isola delle Femmine e Marzamemi ma anche le stesse Favignana e Formica.

Ma questa volta, rispetto alla semplice conduzione in affitto delle tonnare delle Egadi, Ignazio compie un vero e proprio salto di qualità. L’edificio “Torino”, la prima cellula dello stabilimento, era stato eretto sul lato opposto rispetto a quello degli antichi edifici (marfaraggio), per volere del genovese Giulio Drago che, dal 1860, aveva preso in esercizio gli impianti dopo la rinuncia di don Vincenzo Florio, padre di Ignazio.

L’innovazione dei Florio

E lo stesso Drago aveva già intenzione di trasferire i veri e propri impianti industriali in una zona lontana dal centro cittadino, in locali nuovi e adatti al confezionamento del tonno sotto sale e sott’olio, rispettivamente in barili e scatole di latta.

Ma è solo dopo l’arrivo di Ignazio Florio, novello proprietario delle isole Egadi, che a quel primo corpo di fabbrica si aggiungono, tra il 1881 e il1889, i maestosi magazzini, le grandi sale di confezionamento del pesce e le strutture di servizio per tutti gli impiegati.

A questo, si aggiunge una grande zona aperta, chiamata “camposanto”, dove si essiccano le teste dei tonni: è da qui che verrà ricavato olio per uso industriale. È grazie all’architetto Giuseppe Damiani Almeyda che viene realizzato il palazzo di villeggiatura a Favignana per il senatore Florio e la famiglia. Sempre in questo periodo Almeyda è impegnato anche a Palermo sempre sotto la committenza dei Florio.

A partire dagli anni ’80 dell’Ottocento, l’architetto Almeyda viene sostuito dall’ingegnere Filippo La Porta, cui vengono commissionate le opere da realizzare nelle Egadi. La Porta aveva comunque già diretto i lavori dell’edificio padronale di Favignana in assenza di Damiani Almeyda.

La preparazione del tonno

Proprio nel 1891, in occasione dell’Esposizione Nazionale di Palermo, furono esposte quattro imponenti tavole di progetto acquerellate firmate da La Porta, che illustravano le dimensioni, la funzionalità e le strutture architettoniche del nuovo modello industriale.

La gestione dell’impianto fu affidato a Gaetano Caruso, valido e stimatissimo amministratore, la cui passione per il suo lavoro e la dedizione che vi impiega colpisce profondamente Ignazio. Viene quindi aperta una realtà produttiva al pari delle più moderne continentali, che vede impiegare centinaia di addetti.

Una volta “cacciato” e preso, il tonno veniva tagliato a pezzi e cotto in ben ventiquattro grandi caldaie. In un secondo momento, avveniva l’asciugatura in ceste di ferro, posti in magazzini ben areati. In un’altra area avveniva la lavorazione delle latte, grazie a macchinari specifici e saldatrici.

La disposizione nelle confezioni di latta era una vera e propria novità: sempre all’Esposizione del 1891-92, nel padiglione dedicato alla pesca del tonno, Casa Florio presentava ventresca e tarantello nelle modernissime scatolette con apertura a chiave. E con la costruzione dell’impianto della tonnara, si dà non solo nuovo impulso alla pesca, ma anche e soprattutto all’industria che vi gravita attorno: il successo sia economico che di immagine, non tardano ad arrivare sia in Italia che all’estero.

Quando, nei primi decenni del Novecento, inizia il declino della famiglia Florio, lo Stabilimento sopravvive al fallimento passando, a fine anni Trenta, alla I.R.I e poi nuovamente nelle mani genovesi dei Parodi, infine alla Regione siciliana.

L’interno della Tonnara

Tonnara Florio, l’indimenticabile museo di Favignana

Per molti, la Tonnara Florio di Favignana è il primo museo da visitare in Sicilia. E in effetti, visitare l’ex Stabilimento Florio di Favignana è fare un tuffo nelle tradizioni siciliane, nel sangue marino che scorre nelle vene di questa terra, ma anche nella storia di un popolo unico.

L’isola è già, di per sé, un meraviglioso e suggestivo museo a cielo aperto: basti pensare alle incisioni rupestri paleolitiche della grotta di Cala del Genovese, che ci mostrano un passato remoto in cui le isole ancora non esistevano ed erano vasta prateria abitati da flora e fauna meravigliosi, ma anche le prime osservazioni del mare e dei suoi abitanti (tra cui il tonno, immancabilmente), dipinti nella stessa grotta alla fine del paleolitico.

Si passa poi alla storia degli impianti punico-romani per la lavorazione della salsa di pesce, il celebre garum, notissimo soprattutto ai palati golosi e fini del popolo romano. Non mancano gli ipogei punici e paleocristiani.

E poi, c’è la tonnara. Sebbene non più animata dalle nenie dei lavoranti e dalle loro voci in arrivo dopo le mattanze e sebbene manchino gli odori del tonno nei calderoni o ad asciugare, la tonnara è grandioso museo di sé stessa. La sua storia rivive attraverso la sua struttura, che ospita filmati, immagini, suoni e istallazioni multimediali che aiutano il visitatore a vivere al meglio l’esperienza della stagione delle tonnare.

Torino e le altre installazioni

Nell’ex stiva è allestita la video-installazione “Torino”, che raccoglie testimonianze orali degli anziani operai dello stabilimento Florio di Favignana; mentre negli ex magazzini di confezionamento è l’Antiquarium con la collezione di archeologia delle Egadi: dalle anfore greco-romane alle ancore, ma anche una fiasca in peltro del XIV secolo che conteneva ancora il vino originale, e un rostro risalente alla prima guerra punica.

La mostra permanente di fotografie d’autore è invece ospitata nell’ex magazzino della trizzana e nell’ex spogliatoio delle donne: qui sono custodite interessanti foto sulla mattanza realizzate da Herbert List.

Altra interessante video-installazione, “The death room”, è negli ex magazzini del carbone: qui vengono proiettate in loop immagini subacquee di branchi di tonni in attesa del loro destino su una sequenza di schermi di grande formato in tulle a maglia larga (che richiamano quindi le reti); mentre dalla superficie giungono i canti ritmici e le nenie dei tonnaroti pronti a raccogliere il pescato.

Infine, negli ex magazzini del sale è una produzione dell’Istituto nazionale Luce sulla pesca del tonno tra il 1924 e il 1931, un suggestivo documentario inedito. È in allestimento una nuova sala dedicata alla Battaglia delle Egadi e ai rostri finora recuperati, che sarà pronta a fine novembre. È già in corso la procedura amministrativa per riattivare la mattanza.

Il centro di recupero delle tartarughe

Le acque delle Egadi non sono conosciute sono per i tonni ma anche per la foca monaca e le tartarughe caretta caretta.

L’areamarina protetta delle Egadi è la più grande d’Europa e proprio la tonnara Florio di Favignana ospita un centro di recupero di tartarughe e un piccolo museo educativo per conoscere da vicino questi splendidi animali.

Bambini e adulti possono vedere da vicino gli esemplari pronti per tornare in mare e conoscerne le particolarità all’insegna dell’educazione ambientale.

Spesso le tartarughe sono vittime della plastica e un progetto particolare ne ha acceso i riflettori.

Museo ex tonnara Favignana Florio visita e info utili

Ex stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica – Via Amendola 29, 91023 Favignana (TP) –  + 39 324 5631991 (attivo solo durante orari di apertura).

Gli orari sono normalmente sia mattutini che pomeridiani e con aperture serali. All’ingresso troverete sempre il cartello con le aperture aggiornate del museo.

Ufficio Turistico Comune di Favignana +39 0923.925443

Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani +39 0923 808111

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Filed Under: Cultura Tagged With: egadi, favignana, musei

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