Il fantasma del castello di Caccamo è certamente uno dei personaggi più noti in Sicilia, fra i percorsi turistici avvolti dal mistero.
In Sicilia, oltre al sole, ai monumenti e al buon cibo, ci sono anche le storie. I siciliani sono un popolo che eccelle nell’arte del racconto. E per uno strano destino, in un’isola di Luce, a fare breccia nel cuore di molti sono le storie di sangue e d’amore, di tradimento e d’onore.
Ogni misfatto viene ricoperto da un alone di mistero. Per evitare che queste storie siano poi inghiottite dal tempo e dimenticate, in qualche occasione arrivano in soccorso i «fantasmi».
Sì, quegli spiriti che animano gli incubi dei più piccoli, ma non solo. Si gioca così sul filo della suggestione… e i brividi che si avvertono percorrendo una vecchia scalinata o il freddo eccessivo che si sente all’interno di un’antica prigione, diventano la «prova provata» dell’esistenza di un mito. Con Siciliaweekend.info percorreremo insieme questi luoghi, scoprendo personaggi e storie.
Prima tappa di questo fantasioso percorso è Caccamo. Siamo a pochi chilometri da Termini Imerese, in provincia di Palermo. Qui c’è uno dei più grandi castelli di origine normanna. Nel 1300 con Manfredi Chiaramonte e successivamente nel 1398 con Giacomo Deprades e con Henriquez Cabrera l’intero edificio subì notevoli ampliamenti. Oggi è uno spazio che si può visitare e conoscere da cima a fondo.
Qui si incontra la figura di Matteo Bonello. Era un potente signore feudale che possedeva proprio il castello di Caccamo. Fu ostile alla politica del grande ammiraglio del Regno di Sicilia, Maione, ma ebbe anche un altro nemico illustre: Guglielmo I detto il Malo.
Dopo avere assassinato il consigliere del re, Matteo Bonello si rifugiò nella sua tenuta. Ma la sua fuga non durò a lungo. Non molto tempo dopo, infatti, Guglielmo I lo fece imprigionare a tradimento. Una sommossa popolare in suo favore fallì, ed il re lo fece accecare e gli fece tagliare i tendini.
Il fantasma del castello di Caccamo e il mito
E fin qui a parlare è la storia. A questo nel corso del tempo si è aggiunto il mito: i più anziani narrano di strane esperienze vissute nel castello, confermate anche da alcuni visitatori.
Proprio nei saloni che si trovano a pian terreno pare che si aggiri il fantasma dello stesso Bonello. Cercando su forum e siti di “settore” si trovano racconti particolari con un unico denominatore: la presenza oscura di un’ombra che si vede appena con la coda dell’occhio.
Questa in particolare la si avvertirebbe percorrendo proprio la «Sala della Congiura». Ovviamente su questo aspetto si sono moltiplicati i racconti. E pare che in alcune occasioni, proprio da una delle finestre che precede la stanza del trabocchetto, si veda la sagoma di questo nobile che cammina con il capo chino e i pugni chiusi.
Per cercare di esorcizzare il luogo, con il tempo si è aggiunta un’altra figura: una suora. I più anziani riferiscono di una bellissima ragazza, figlia di un Signore del Castello. Questa s’innamorò di un soldato. Ovviamente l’unione era impensabile tra i due, e così, dopo non molto tempo, vennero scoperti dal padre.
Il soldato vene ucciso mentre la bellissima ragazza fu rinchiusa in un convento. Morì qualche tempo dopo per il dolore. Da quel giorno, ogni notte di plenilunio, si racconta che la suora vaghi per il castello con una melagrana in mano. I più anziani narrano che chiunque riuscirà a mangiare il melograno senza toccarlo con mani e senza farne cadere un chicco a terra diventerà ricco altrimenti sarà anche lui condannato nell’eterno vagare della sfortunata suora.
Altrettanto interessante è la storia della Rocca di Mussomeli.
[…] Nocciole, in siciliano, si dice “nuciddi” il che richiama ad un vezzeggiativo che è perfetto per questo frutto che matura a fine estate ed è uno dei simboli dell’autunno, insieme alle castagne e al melograno, che in Sicilia fa pensare a castelli e leggende come avviene a Caccamo. […]