Fiume Oreto, due facce di Palermo. Da un lato è un vicino di casa che i palermitani hanno sempre visto come un ospite scomodo, da trattare con diffidenza.

Nell’immaginario collettivo, il fiume di Palermo è stato sempre associato al degrado che ne caratterizza l’ultimo corso, quello che scorre in mezzo alla città e sfocia a Sant’Erasmo.
Ma, forse non tutti lo sanno, l’Oreto non è solo una cloaca a cielo aperto. Al contrario, il fiume riserva delle sorprese che non ti aspetti, soprattutto lì dove nascono le sue tante sorgenti, a due passi dalla città, tra i boschi di Altofonte e Monreale, ma anche in quel tratto non ancora urbanizzato nei pressi di Pagliarelli e ponte Corleone.
Lì scorre un fiume ancora in salute e pulito, che riesce a far proliferare addirittura specie endemiche come la carex panormitana, rarissima pianta acquatica.
Dunque, vi proponiamo una passeggiata per scoprire un territorio poco conosciuto e capace di restituire emozioni uniche, a due passi da Palermo: il bosco di Costa Lunga, dove nasce incontaminato uno dei tanti affluenti del fiume Oreto.
Il percorso per esplorare il fiume Oreto
Arrivarci è facilissimo. Partendo da Palermo, superate Monreale e proseguite lungo la strada statale 186. Quindi, dopo il centro abitato di Pioppo, arriverete a contrada Renda, dove si trova l’agriturismo Villa Mirto (coordinate gps 38.0371410 – 13.2089360), antica casa padronale che nel 1860 ospitò Giuseppe Garibaldi durante la spedizione dei Mille.
Lì lasciate l’auto e proseguite a piedi lungo un sentiero che risale le pendici del monte Aglisotto. Basta fare pochi passi e vi si aprirà un panorama sul sottostante piano Renda e sui monti che circondano Monreale, fino a scorgere la vetta di Monte Gibilmesi.
Proseguite, quindi, verso l’area demaniale di Aglisotto, superatela ed arriverete ad un punto di confluenza di due impluvi naturali (ovviamente asciutti, data la stagione) che segnano l’inizio del fiume Sant’Elia, alto corso del fiume Oreto.
Proseguendo lungo il cammino, incontrerete una casa forestale con un abbeveratoio. A questo punto dovrete procedere oltre, percorrendo una leggera strada in salita che vi porterà in un’area a pascolo con una vista mozzafiato sulla valle dell’Oreto che si prolunga fino a Palermo.
Proseguendo poco più avanti, raggiungerete il lussureggiante Bosco di Costa Lunga, una lecceta che non ha nulla da invidiare al fitto polmone verde della Ficuzza.
Le sorgenti
È lì che, a fianco di una comoda radura dove potrete sostare per riposarvi un po’, troverete una piccola sorgente la cui acqua sgorga aiutata da una canaletta di terracotta. Si tratta di una delle sorgenti del fiume Oreto, che nasce a 840 metri sul livello del mare.
A questo punto, dopo una visita d’obbligo al bosco, scenderete lungo la radura fino a quando, completando il percorso ad anello, arriverete ad una stradella in terra battuta che vi porterà nuovamente a Villa Mirto. Dopo questa passeggiata, ne siamo certi, anche per voi l’Oreto non sarà più lo stesso.
Una valida alternativa escursionistica per i palermitani e non dopo Capo Gallo e i suoi sentieri sul mare.
Il video dell’esplorazione
L’Oreto, è da dirlo, è un fiume inquinato e che potrebbe invece rappresentare un patrimonio per l’intera Sicilia.
Anche grazie al Fai e a movimenti cittadini sono in campo progetti di riqualificazione lungo il percorso e fino alla foce del fiume Oreto che arriva nella zona di via Messina Marine.
I progetti prevedono la realizzazione di un parco urbano che metta insieme bellezza naturalistica, fruizione degli spazi ed educazione ambiante.
Intanto proponiamo di vedere il bellissimo documentario di Igor d’India girato lungo il fiume.
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