Al centro della Sicilia, a Raddusa l’Oriente e l’Occidente si incontrano. In una magnifica vallata, immersa in una piantagione, sorge un luogo fiabesco: è una singolare casa con forme orientali che ospita un museo del tè.
Ci troviamo a Raddusa, la città del grano, al confine tra le province di Enna e Catania e proprio sulle pendici dei maestosi monti Erei. Quella casetta è una Casa del tè, una delle quattro presenti nella nostra bella Italia, e l’unica ad avere annessa una preziosa piantagione. E ad essere, al tempo stesso, un museo.

Un viaggio nel cuore della Sicilia che vi porterà a contatto con la cultura orientale più tradizionale e affascinante. Tutto questo, salendo solo una scaletta….
Lo chef siciliano che si innamorò del tè
Ha tutti gli elementi di una bella favola moderna la storia di questa piccola meraviglia di Raddusa. E vogliamo raccontarvela per bene. Salvatore Pellegrino, nativo della città del grano, è un vero e proprio giramondo: grazie alla sua professione di chef ha modo di incontrare nuova gente e nuove tradizioni. È in questo contesto che rimane ammaliato non solo dalla cucina orientale, ma anche e soprattutto dal tè: bevanda preziosa, protagonista di una tradizione millenaria e cui ruota attorno un intero universo fatto di tradizioni, coltivazioni, riti e luoghi. Il suo innamoramento iniziale diventa passione, la sua passione, studio: così il maestro del tè Pellegrino non solo comincia a conoscere bene la pianta del tè e le sue varie specie, ma anche le proprietà benefiche delle diverse qualità, come si raccoglie è come si lavora. Ed entra anche nel mondo delle usanze e dei riti che il popolo orientale lega a questa grandiosa pianta.
La casa del tè a Raddusa (Catania)
Così grazie alla passione e alla conoscenza profonda, nasce la Casa del tè, che mira a far conoscere non solo la preziosa bevanda, ma anche la cerimonia che ruota attorno ad essa, e che si svolge in un ambiente ben preciso della casa: la stanza del tè. E la casa…non è stata costruita a caso. Infatti, seguendo una precisa filosofia Shan, sono stati scelti i materiali, la sua posizione astrale, il gioco di luci artificiali e naturali, e tutti gli arredi.
Importantissimo, potrete entrare solo dopo aver deposto le vostre scarpe nel Genkan, ovvero il tradizionale ingresso delle case giapponesi dove si è soliti lasciare appunto le scarpe. È consentito comunque indossare delle babbucce leggere rigorosamente in stoffa. Il contatto con il pavimento in legno ondulato e riscaldato vi aiuterà a iniziare un percorso di benessere di cui godrà tutto il corpo. Quindi, vi accomoderete all’interno di una sala con luci soffuse: comodi cuscini disposti per terra si trovano attorno ad un tavolo basso, dove sono disposti vassoi sempre con delizie orientali: dolci i scelti apposta per farvi gustare al meglio i vari tè. Attorno, su basse credenze, diverse scatole contengono diverse qualità di tè: dal verde al nero, passando per gli aromatizzati e gli speziati, che saranno una gioia, oltre che per il palato, anche per il vostro naso. E poi, la salita verso il cuore della casa.
Salirete su una piccola scala di legno asimmetrica: è il simbolo del cammino tortuoso e mai semplice della vita che, tuttavia, ci conduce alla contemplazione. Da qui, in un attimo, vi ritroverete in una vera e propria casa nipponica. La stanza del tè è copia fedele degli ambienti orientali in cui il tè viene vissuto, dalla preparazione alla degustazione. E come è bene espresso nel “The book of tea” (Il libro del tè, ndr), dello studioso Okakura Kakuzo, di cui il maestro del tè Pellegrino fa menzione:
“La filosofia del tè non è un banale estetismo, essa ci aiuta a esprimere, insieme all’etica e alla religione, il nostro modo di vedere l’uomo e la natura. Questa filosofia ha influenzato l’arredamento delle nostre case, le nostre abitudini, la nostra ceramica, i nostri vestiti, la scultura e la letteratura. Quando parliamo di un uomo insensibile, codardo e superficiale diciamo che “non ha il tè”.
Museo del tè di Raddusa, info utili
Conserva più di seicento varietà di infusi, di provenienza mondiale. E ciascuno di essi, è correlato al suo servizio. Così i vassoi cinesi si accostano a teiere giapponesi o a bicchieri russi; e non mancano anche oggetti provenienti dall’Africa. Sempre qui, potrete ammirare la teiera e la tazza più grande del mondo, un altro orgoglio tutto siciliano: sono stati realizzati infatti dai maestri ceramisti di Caltagirone e possono contenere rispettivamente quindici e diciotto litri di tè. Cinquecento teiere in terra porpora Aisha, differenti per modello e dimensione, si mostrano sulle pareti. Tutte provengono dalla Cina e appartengono al maestro collezionista cinese Xu Zongmin, che le ha concesse per una esposizione di un breve periodo (motivo in più per approfittarne!) L’esposizione è organizzata in venticinque gruppi di venti teiere, ciascuna rappresentante un periodo storico ben preciso della storia e della dinastia imperiale cinesi. Alcune, addirittura, portano il sigillo dell’imperatore del tempo e del maestro ceramista che le realizzò. Ogni teiera si trova su un drappo di seta di colore differente, accompagnata da una ben precisa numerazione che corrisponde, nel manuale, alla descrizione della sua storia. Una chicca: non troverete teiere smaltate. Questo perché il piombo presente negli smalti apporterebbe una sostanziale modifica nel sapore dei tè pregiati. E nonostante ciò, le teiere possiedono un colore particolare, a secondo della loro zona di provenienza. Per questo, alcune vi sembreranno di ghisa, altre di legno o di ferro.
INFORMAZIONI UTILI
La Casa del tè – Via Garibaldi n. 45 – 95040 Raddusa (CT)
Per info e prenotazioni: Tel. 095 662193
IN AUTO: Autostrada A19 CT-PA uscita Agira; SS288 da Catania a Piazza Armerina; SP417 da Catania per Aidone; SS417 Catania-Gela incrocio Mofeta dei Palici e Mineo. IN TRENO: Stazione FS Dittaino 12 Km. IN PULLMAN: da Catania, Enna, P.Armerina, Aidone, Ramacca, Caltagirone.