C’era una volta un antico castello alle porte di Palermo da cui lo sguardo spaziava sulla valle del fiume Eleutero fino alle coste del Tirreno e alle sagome irte dei Monti della Calamigna. Era il castello di Misilmeri.
C’era una volta e, almeno in parte, c’è ancora. Ci troviamo in quello che era chiamato “il villaggio dell’Emiro”, in arabo Menzel-el-Emir, ovvero Misilmeri.
L’emiro in questione era, ovviamente, Giafar II, governatore della Sicilia dal 996 al 1018, che giunto dove ora sorge il piccolo paese del Palermitano, fece costruire una grande fortezza attorno alla quale sorse un villaggio: il primo nucleo abitato di quello che poi diventerà Misilmeri.
Quello che rimane dell’antica roccaforte dell’emiro è ormai da un anno visitabile, grazie ai lavori di restauro che hanno restituito i preziosi ruderi ai cittadini. Perché non approfittare di queste tiepide giornate di fine inverno per fare un salto alla scoperta di un angolo di storia in un territorio che ha voglia di essere rivalutato in chiave turistica?
Apprezzerete l’intervento di restauro conservativo, grazie al quale regge ancora una parte del muro di sud-est e della torre est. Non è molto quello che si è conservato del castello, ma l’effetto che avrete quando vi troverete davanti ai ruderi sarà spettacolare: intuirete in un colpo d’occhio quella che doveva essere la magnificenza dell’antica fortezza. Inoltre, è suggestivo l’effetto “teatrale” del monumento: visto da lontano sembra sia ancora integro in molte delle sue parti, avvicinandosi, ci si accorge che si tratta soltanto una grande parete, come una grandiosa scenografia di uno spettacolo.
La storia
Ma torniamo a raccontarvi un po’ di storia. Dopo la dominazione araba, il castello cadde in mani normanne, che chiamarono il paese sottostante Michelmir, traducendo non proprio fedelmente il nome arabo. Nel 1365 iniziò, poi, la signoria dei Chiaramonte, con Manfredi che organizzò un forte esercito e fece del castello la sua roccaforte: secondo alcune ipotesi sarebbe stato addirittura lo stesso Manfredi a edificare il monumento.
Nel 1486 il barone pisano Guglielmo Ajutamicristo salvò il castello dallo stato di degrado in cui era caduto, realizzando importanti interventi di ampliamento e restauro: e a lui che si deve, in parte, la sopravvivenza di ciò che resta ancora oggi in piedi dell’antica fortezza.
La leggenda del Castello di Misilmeri
Secondo quanto si racconta e come accade anche per il castello di Caccamo per fare un esempio, esisterebbe un misterioso tesoro nascosto nella collina dove sorgono i ruderi del castello. Si dice che, allo scoccare della mezzanotte, di un giorno ormai dimenticato, se qualcuno fosse salito fino alla cima della collina con un bicchiere colmo d’acqua in mano, senza farne cadere nemmeno una goccia, gli sarebbe stato rivelato il luogo in cui trovare il tesoro.
Info utili
Castello dell’Emiro – via Castello 1, Misilmeri (Pa) – tel: 091 871130. Orari e giorni di visita: tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Come arrivare
Giunti a Misilmeri, imboccate piazza Comitato 1860, prendete la prima traversa a sinistra in direzione via Verdi. Vi troverete in via Castello. Lasciate l’auto lungo la strada e proseguite a piedi per pochi metri.