Ecco il programma estivo del teatro Biondo di Palermo. Un Festival articolato in tre differenti luoghi. Un progetto per la Città di Palermo realizzato dal Teatro Biondo in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo.
ven. 19 luglio, ore 20.45 – Chiostro di Sant’Antonino In mio onore – III atto La tregenda scritto e diretto da Elisa Parrinello. Cori, Angeli e Demoni di Daniele Billitteri, con la Compagnia S’Kalsa, la Compagnia di Folleria e gli allievi dei laboratori teatrali Ditirammu Lab di Elisa Parrinello con la partecipazione di Stefania Blandeburgo nel ruolo della “Madre nera” insieme a Gloria Riti, David Marzi, Domenico Ciaramitaro, Giulia Tarantino, paesaggio sonoro ritmico e tammorre di Giovanni Parrinello, la lettera A morti ra Mafia è scritta da Michela Buscemi, produzione Associazione Ditirammu / Associazione Culturale 3Altrove, con la collaborazione della Sartoria Pipi.
Nell’anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, il teatro e i giovanissimi attori del Ditirammu Lab rendono omaggio alla loro memoria, lanciando un messaggio di pace, civiltà e coraggio.
I Martiri della Mafia inviano sulla terra i loro “Messaggeri Paladini”, con l’intento di redimere gli aguzzini delle stragi di Cosa Nostra. Gli Angeli li esasperano, li tormentano e quasi seducono il cuore di ognuno di loro, fino alla resa dei conti, quando la cupa e indomabile crudeltà della mafia è messa in ginocchio dalla voce di chi è rimasto disarmato, ma colmo di un amore infinito. La voce di quel dolore trasmette un’emozione forte non solo a chi ascolta, ma soprattutto a chi continua la lotta in nome di chi non c’è più.
sab. 20 luglio, ore 20.45 – Chiostro di Sant’Antonino Extra Moenia
saggio degli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo diretta da Emma Dante: Giulia Bellanca, Costantino Buttitta, Martina Caracappa, Chiara Chiurazzi, Martina Consolo, Danilo De Luca, Adriano Di Carlo, Valentina Gheza, Cristian Greco, Federica Greco, Paola Gullo, Giuseppe Lino, Beatrice Raccanello, Francesco Raffaele, Valter Sarzi Sartori, Calogero Scalici, Maria Sgro, Gianluca Spaziani, Nancy Trabona
realizzato con la collaborazione di Sandro Maria Campagna e Carmine Maringola
Extra moenia è una locuzione latina che significa “fuori le mura della città”.La performance racconta i momenti di una giornata qualunque: ci si sveglia, ci si prepara e si esce di casa per affrontare il mondo. Le relazioni, gli incontri, gli scontri, il lavoro, le frustrazioni, la competizione, le soddisfazioni e i fallimenti sono alcuni dei tasselli che formano il frenetico mosaico delle nostre giornate. Dalla sveglia mattutina, in un crescendo che ha i ritmi della tarantella, ci si ritrova alla fine della giornata stressati e frustrati. La performance è un modo per gettare la maschera e spogliarsi degli abiti che ci obbligano a ricoprire un ruolo sociale fuori dalle mura domestiche. Danzare… danzare… per liberarsi di ogni fardello in un rituale condiviso, liberatorio e potente.
Con Extra Moenia gli allievi attori di Emma Dante restituiscono lo stile e l’originalità di un teatro gestuale e allegorico, che supera i generi e gli schemi convenzionali.
dom. 21 luglio, ore 20.45 – Castello di Maredolce Icaro di Stefano Pirandello, riduzione e adattamento Sarah Zappulla Muscarà, musiche Mario Incudine regia Mario Incudine, con Mario Incudine, Antonio Vasta, Manfredi Tumminello, Antonio Putzu, Giorgio Rizzo, produzione Asc.
Una delle più sublimi vocazioni è quella rivolta al cielo, la vocazione al volo. Icaro rappresenta la voglia di conquistare il sole, la bramosia di toccare le vette più alte. Metaforicamente, queste vette si connettono con quelle della creatività, del successo, della ricerca del proprio posto nel mondo. Mario Incudine ripropone questo mito nella visione di Stefano Pirandello, ma anche nella propria visione, perché come Icaro anch’egli ogni giorno costruisce per sé nuove ali, intrecciate di canto e di poesia, col desiderio di avvicinarsi quanto più possibile al sole. Lo fa cercando dentro di sé il mistero dell’ispirazione, e quindi vola, guardando la terra dall’alto con il cuore, con l’immaginazione, con la sua vocazione e le suggestioni della sua musica mediterranea.
I versi di Stefano Pirandello, che già nei primi del Novecento l’autore avrebbe desiderato accompagnare con la musica, sono avvolti, come in una danza disciolta nell’universo, dalle musiche. Uno spettacolo di teatro-canzone che stravolge i canoni tradizionali, nel quale la musica diventa drammaturgia e prende il posto della parola, dando vita ad una dimensione intima ed epica.
lun. 22 luglio, ore 20.45 – Orto Botanico Vocazioni con Paolo Gamberini e Vito Mancuso, conduce Fernanda Di Monte. Una conversazione a due voci. Così come “una” è la parola che ha detto Dio e “due” ne vengono udite (Salmo 62,12).
Vito Mancuso e Paolo Gamberini: due vocazioni differenti, una sola parola. Ognuno di noi, pellegrino nella vita, custodisce dentro al cuore una voce che risuona in mezzo al rumore e al frastuono delle cose. Siamo segnati da questa parola: una sola, universale per tutti, ma allo stesso tempo unica per ciascuno. Una vocazione, un appello che obbliga e libera. Si racconta che Rabbi Sussja, in punto di morte, esclamò: «Nel mondo futuro non mi si chiederà: “Perché non sei stato Mosè?”; mi si chiederà invece: “Perché non sei stato Sussja?”».
Nella Lettera ad un giovane poeta Rilke parla di una necessità in base alla quale costruire la propria vita; un impulso, un destino, che va accettato per quello che è, senza farsi troppe domande e senza chiedere quale sarà mai la ricompensa. Il profeta Geremia vive la vocazione come una seduzione divina a cui non si può resistere. Il daimon divino di Platone, che abita l’anima nel più profondo e la muove. Quella forza che ispira l’azione degli iniziati Jedi nella saga di Guerre Stellari seguendo la guida del saggio Yoda.
mar. 23 luglio, ore 20.45 – Castello di Maredolce Francesco e il Sultano Ainalsharaa – Il Pozzo dei Poeti di Giampiero Pizzol e Otello Cenci, regia Otello Cencicon Mirna Kassis, Valeria Khadija Collina, Fabio Minaproduzione MADE, Officina Creativain collaborazione con Museo Iterreligioso / Percorsi Francescani / Coreis
Nel 1219, nel pieno di una guerra tra l’Occidente e l’Islam, Francesco d’Assisi attraversa il mare, supera il fronte di una guerra cruenta, si presenta come semplice cristiano e viene accolto come ambasciatore di pace da uno dei più influenti e lungimiranti capi dell’Islam: il sultano d’Egitto e Siria, Malik al Kamil. Poche sono le fonti dell’epoca, ma molti sono i commentatori che nel corso dei secoli hanno rivolto la loro attenzione su questo avvenimento. Francesco e il Sultano è il racconto in parole, musica e canto di un incontro cruciale avvenuto 800 anni fa in Egitto, a Damietta, una città che si affaccia sul Mar Mediterraneo e sul delta del fiume Nilo. Due grandi uomini, figli di popoli in lotta tra loro e fedeli a un Dio chiamato in maniera differente, trovano le parole per raccontarsi e il desiderio di ascoltare. Un evento storico che offre l’opportunità a due donne del nostro tempo, una siriana e l’altra italiana, di incontrarsi, conoscersi e paragonarsi con i fatti di allora. Un incontro che oggi, come allora, apparentemente non cambia le sorti del mondo, ma che costruisce un piccolo, solido, ponte fra due persone. Un’opera che offre in forma poetica alcune riflessioni sul significato della parola dialogo e sull’origine profonda della pace.
mer. 24 luglio, ore 20.45 – Chiostro di Sant’Antonino Bach Duet regia e coreografia Virgilio Sieniinterpreti Noemi Biancotti, Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Linda Pieruccimusica Suites per violoncello solo di J. S. Bach eseguita dal vivo al violoncello da Lavinia Scarpelli
Le Suites per violoncello solo di Bach, per il coreografo Virgilio Sieni, formano il territorio sul quale dispiegare il discorso narrativo della danza. La successione architettonica di brani musicali da “abitare” ci guida verso la costruzione di costellazioni gestuali che lasciano spazio all’incontro dell’uomo con la simbologia del corpo e le figure dello spazio.
La periferia dello spazio e l’attenzione ai valori sottili, tattili, nascosti del movimento, divengono i temi, insieme alla pietà, che agiscono le Suites: atlante figurale e emozionale che mostra l’idea di marginalità, interstizio, raccoglimento, dimora, vuoto, accoglienza. Si potrebbe dire che ogni danza è alla ricerca delle peculiarità dello spazio che la ospita, indagandone le parti nascoste, i vuoti, attraverso la densità e il tono del movimento.
Danze sussurrate, rituali da meditare che rinnovano il senso dell’adiacenza dell’uomo alla forza simbolica della danza nel suo disfarsi dei meccanismi quotidiani. Trame originate dalla vibrazione di energie raccolte in una successione di danze “nuove”, dal solo al quartetto, sulla rigenerazione dello spazio ma anche liturgie gestuali che, percorrendo i sentieri e le declinazioni poetiche della musica di Bach, ci invitano a una riflessione sull’abitare il mondo.
gio. 25 luglio, ore 20.45 – Chiostro di Sant’Antonino Terra di Valeria Moretti con Pamela Villoresi e Danilo Rea
Terra è un concerto per voce recitante e pianoforte, un inno alla vita dedicato alla figura della TerraMadre, di cui tutti siamo temporanei ospiti.
Leggenda, antropologia, esoterismo e letteratura si intrecciano in una confessione la cui essenza trova nel Mito la sua ragione di essere. Un continuo fantasioso rimando alle tante figure di dee misteriose, miracolose e sapienti oltre che minacciose, dove il Bello e il Temibile si sfidano in un eterno duello, per raccontare l’imprevedibilità del suo nucleo originario e primordiale, del suo fuoco sotterraneo. Percorso visionario dove reale e irreale procedono affiancati in un girotondo incalzante: immaginazione cosmica della TerraMadre, che si colloca tra sacro e profano, tra finito e infinito, tra umano e divino, tra tempo ed eternità.
È nostro compito generare il Divino dentro di noi e riconoscere dignità e sentimento a tutto ciò che ci circonda. Facciamoci dunque aiutare dai poeti, dai musicisti, dagli interpreti che hanno dimora nell’infanzia e sono i suoi più fedeli e appassionati testimoni.
ven. 26 luglio, ore 20.45 – Castello di Maredolce Musica sacra sulla via della seta Pejman Tadayon Ensemble Pejman Tadayon (oud, saz, ney, canto, daf) Sanjay Kansa Banik (tabla) Luigi Polsini (kamanche, viella) Renato Vecchio (duduk, surna, ethnic flute) Simone Pulvano (percussioni).
La musica è il linguaggio del possibile, dove l’incontro con l’altro arricchisce, trasforma, innova. Ed è proprio questo il punto di partenza del nuovo progetto originale che Pejman Tadayon, uno dei più importanti esponenti di musica persiana e sufi in Italia, porta in scena.
Al centro del programma, un ricco ed inconsueto repertorio che racconta l’incontro e le relazioni tra popoli e viaggiatori, attraverso le vie della seta e della storia, alla ricerca delle radici comuni e dei legami sorprendenti tra le tradizioni musicali occidentale e orientale e tra musica sacra, colta e popolare: dai canti sufi, persiani, indiani e arabi dell’età classica alle sonorità mediterranee, dai canti della tradizione medievale dei pellegrini europei a quella sefardita ed arabo-andalusa.
sab. 27 luglio, ore 20.45 – Chiostro di Sant’Antonino Mediterranean Blues Baba Sissoko (voce, tama, ngoni) Erick Jano (basso elettrico) Angelo Napoli (chitarra elettrica) Kalifa Kone (batteria, djembe) Alessandro De Marino (clarinetto, tastiera)
Baba Sissoko è un musicista maliano griot e polistrumentista, uno dei maggiori esponenti di musica etnica e jazz, da anni impegnato nella diffusione della tradizione musicale del Mali in ambito internazionale. Nel concerto Mediterranean Blues riunisce musicisti del Mali, del Camerun e del Sud Italia.
«Le mie canzoni – spiega Sissoko – raccontano una storia e la raccontano secondo lo stile proprio delle mie origini culturali, quello che io chiamo “Amadran” ma che tutti conoscono con il nome di “Blues”. ll concerto è una sorta di viaggio nei pensieri e nei sentimenti, ma è anche un viaggio di persone che, pur provenendo da contesti sociali e culturali diversi, sono accomunate dall’amore verso la musica e dalla convinzione che niente sia più efficace delle note musicali per diffondere e condividere dei messaggi. Ho voluto quindi chiamare questo concerto Mediterranean Blues perché il mar Mediterraneo è da sempre un luogo che ha favorito l’incontro tra culture, popoli e tradizioni diverse».
dom. 28 luglio, ore 20.45 – Chiostro Sant’Antonino Puro desiderio tour Teresa De Sio in concerto
Puro desiderio è il nuovo disco di Teresa De Sio, un album che segna il passaggio in una nuova era di una delle cantautrici più importanti della musica italiana. «In questo disco – spiega De Sio – ho aperto una nuova, per me inedita, riflessione su me stessa, sui sentimenti, su profondità dentro cui fino ad oggi non avevo voluto guardare, sulla mia/nostra capacità di desiderare».
A due anni dall’uscita del lavoro devozionale Teresa canta Pino, dedicato all’amico Pino Daniele, dopo una intensa ricerca e divulgazione sulla musica folk, testimoniata da dischi che hanno venduto complessivamente oltre due milioni e mezzo di copie, dopo il docufilm Craj, premiato al Festival del Cinema di Venezia nel 2005, i fortunati romanzi Metti il diavolo a Ballare e L’Attentissima, De Sio svela al pubblico un suo mondo musicale e poetico intimo, rimasto a lungo privato. Realizzato col giovane produttore, compositore e arrangiatore Francesco Santalucia, il disco è un mix di ritmi acustici che a tratti sfiorano l’elettronica; le splendide orchestrazioni si fondono con percussioni, strumenti etnici e chitarre steel; il suono analogico, profondo e caldo, spazia in universi musicali diversi, dal rock al pop d’autore, diventando quasi lisergico e progressive, senza mai tradire la scrittura diretta ed evocativa di testi intimi e profondi.
Prevendite al Botteghino del Teatro (via Roma 258) da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 – www.vivaticket.it – negli spazi del Festival a partire dalle 19.30