Via terra delle mosche. La città di Palermo è un viaggio non solo fisico ma anche immaginario: i suoi vicoli, le leggende e i personaggi che li hanno resi unici diventano allora l’humus di un libro che vi farà fare un tuffo in una Palermo unica e visionaria.
Il libro che vi consigliamo di leggere e mettere in biblioteca da qui è Via Terra delle Mosche di Gioacchino Lonobile, uscito per i tipi de Il Palindromo, casa editrice indipendente di Palermo.

Con un linguaggio che schiaccia volutamente l’occhio ad un’epoca barocca per fatti e personaggi, il libro vi porta sin da subito nel cuore del centro storico di Palermo. E la bellezza di queste pagine sta nella possibilità di poter viaggiare e vivere la città anche soltanto affondando gli occhi tra le righe.
Personaggi leggendari, scorci su cui vale la pena alzare lo sguardo e angoli in cui viene voglia di fermarsi per leggerne i contenuti di ciò che scorre nelle vene. L’animo e insieme la visione.
E se, nell’altro libro su Palermo di cui abbiamo parlato, viene fuori un estratto moderno e utile per vivere la città, in Via terra delle Mosche c’è tutto quello che non potreste vedere se non grazie all’arte del racconto.
Via Terra delle Mosche, un libro su Palermo e il suo “stradario immaginifico”
Entriamo adesso nel ventre del libro. Il racconto si snoda lungo i quattro mandamenti che erano il fulcro della Palermo più antica. Ci sono dunque I Tribunali, che oggi corrispondono alla zona della Kalsa, quella in cui poter assaggiare le lumache del Festino di Santa Rosalia, per intenderci; il Monte di Pietà, ovvero la zona del mercato del Capo; il Palazzo reale, ovvero la zona dell’Albergheria, dove sorge il mercato di Ballarò e infine il Castellammare, che corrisponde all’attuale mercato della Vucciria, quasi come se Palermo fosse i suoi mercati.
Da qui, dai luoghi, si dipanano fatti reali e leggende tramandate di bocca in bocca o riportate dai volumi di storia cittadina. Ed è qui che Giacchino Lonobile riesce, con grande abilità, a fare addentrare chi ama Palermo in uno stradario, come recita il sottotitolo, davvero immaginifico. La dimensione del viaggio diventa quasi onirica ma allo stesso tempo attuale e la voglia che viene è subito quella di mettersi a visitare la città.
“L’idea di scegliere una delle vie protagoniste del libro – racconta l’autore – è stata dei ragazzi del Palindromo, ho scelto proprio questa perché mi sembrava la più suggestiva: la storia che ci sta dietro è una delle poche che ho inventato. Il sottotitolo “stradario immaginifico” è secondo me molto esplicativo di cosa ci si possa aspettare dal libro: parole, luoghi e vite che diventano immagini; rifacendosi inoltre all’immaginario fantastico della letteratura latinoamericana”.
E allora non resta che leggerlo da qui, per tuffarsi in una città che è un viaggio per gli occhi e lo spirito.