Il tour del cannolo siciliano. I luoghi in cui gustare la ricetta del dolce tipico siciliano ricco di calorie e oggi servito anche scomposto o gigante.
Lo chiamerò cannolo per il sapore che ha; lo chiamerò cannolo per la forma che ha, lo chiamerò cannolo per il gusto che ha. C’è poco da fare, tra i dolci siciliani, al cannolo spetta un posto sul podio. Un tour per gustare i più buoni della Sicilia occidentale.
Il tour del cannolo siciliano parte da Palermo e si inoltra alla provincia di Trapani, verso quei luoghi in cui la cultura araba e arbereshe ha lasciato il segno. Luoghi, soprattutto, nelle cui vicinanze ci sono ancora pastori disposti a fare ogni giorno l’alba per mungere le proprie pecore. E’ da lì che nasce l’elemento essenziale per un buon dolce: la ricotta. Se a ciò si unisce una lavorazione per piccoli numeri ed una farcitura da eseguire al momento dell’acquisto, ecco che tutto assume un sapore ancora più intenso e prelibato.

Il cannolo di Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi
Da Palermo verso l’entroterra, come prima cosa. Prima tappa di questo mini tour nel gusto è Santa Cristina Gela, piccolissimo centro che si trova proprio fra Belmonte Mezzagno e Piana degli Albanesi, considerata la capitale del cannolo. La tappa però la facciamo in un luogo meno battuto, all’interno di un bar, quello dei fratelli Biscari, che si spende giornalmente per mettere sul banco prodotti di altissima qualità.
In periodi e per occasioni particolari, i maestri pasticceri preparano un cannolo con farine di grani antichi e al posto dello zucchero raffinato utilizzano il miele, (qui le prelibatezze di un apicoltore bio della zona). Un “cannolo slow” lo si potrebbe definire. L’unico problema è che la ricotta con il miele è difficile da lavorare e non si può conservare a lungo, ci hanno raccontato i gestori del bar che si trova a due passi dalla piazza. Per cui, per provare questo tipo di cannolo è bene mettersi in contatto con il pasticcere per sapere quando verranno preparati.
Il sostituto fa comunque la sua grande figura. Quello di Santa Cristina, come quello di Piana degli Albanesi, è un cannolo dalla grande crosta, capace di contenere una quantità di ricotta superiore rispetto ai cugini sparsi per la Sicilia. La ricotta è ben lavorata e risulta soffice e parecchio amalgamata al palato. Una goduria davvero dolce.
Per Raggiungere Santa Cristina Gela, scorrimento veloce Palermo-Sciacca, Uscita Piana degli Albanesi.
Il cannolo di Mezzojuso
Da Santa Cristina ci trasferiamo lungo la Statale Palermo Agrigento. La tappa del viaggio è il comune di Mezzojuso, (centro noto anche per il suo bel castagneto di cui parliamo qui) un luogo magico in cui convivono in pace la cultura cattolica e quella di rito bizantino. Due meravigliose chiese che sembrano andare a braccetto di fianco alla piazza centrale solo il simbolo di questa pace e fratellanza.
Poco dopo la pizza la strada è obbligata e, al termine di una piccola discesa, c’è una pasticceria degna di nota che di nome fa Gesualda. Entrate e non lasciatevi ingannare dal fatto che in alcuni giorni non vedrete cannoli esposti al banco. Chiedete al gentile personale e trattenete il fiato per qualche secondo. Verrà fuori uno spettacolo di semplicità e insieme di gusto ancorato alla terra.
Quello di Mezzojuso è un cannolo più piccolo rispetto a quello prima descritto, meno “barocco” nell’aspetto ma dal cuore intenso. La ricotta è meno lavorata, per lasciarne intatto il gusto e non troppo zuccherata. E’ il cannolo perfetto per chi vuole sentire il gusto madre di tutti gli ingredienti che compongono questo dolce.
Tour del cannolo siciliano, tappa a Dattilo
Ultima tappa di questo piccolo itinerario dedicato al cannolo siciliano è in provincia di Trapani. Napola e Dattilo, centri facilmente raggiungibili dall’autostrada A29 Palermo-Trapani solo i luoghi in cui poter assaggiare un altro cannolo degno di nota.
Anche qui la pasta poco lavorata e la quantità di zucchero ridotta ne fanno un prodotto più grezzo e per questo apprezzato da molti. La pasta è parecchio friabile e sottile. Potremmo definirlo un “cannolo light”
La storia del cannolo siciliano
Già che ci siamo mettiamo pure qualche cenno storico che riguarda l’oggetto del nostro tour. Caltanissetta è forse il luogo di nascita del cannolo. Lì gli emiri saraceni pare si dilettassero nella preparazione di doclci con mandorle ricotta e miele che potrebbero essere annoverati fra i cannoli primordiali.
Altri credono che la nascita di questo dolce sia avvenuta in un conveto, ad opera delle monache. Di certo c’è che gli arabi portarono in Sicilia una grande cultura legata alla produzione dolciaria.
Ma anche Marco Tullio Cicerone descrisse in uno scritto un dolce che sembra essere proprio il cannolo: “Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus”. Siamo lì, gli ingredienti di quello che è annoverato fra i principali dolci del carnevale ci sono tutti. Circa il nome è facile intuire come la scorza prenda spunto dall’oggetto con cui veniva realizzata, ovvero la canna che ne garantiva la forma all’impasto fatto con farina e anche un pizzico di vino.
INFORMAZIONI UTILI
Bar Biscari – Santa Cristina Gela (Pa) – 091.8570407
Pasticceria Gesualda – Mezzojuso (Pa) – 091.8203366
Eurobar – Dattilo (Tp) – 0923861434
Bar Erice – Napola (Tp) – 0923 861302
Se cercate un posto in cui dormire al termine del tour del cannolo siciliano, vi segnaliamo che, a Palermo, c’è un B&B che prende spunto proprio dal cannolo per il suo nome. Si chiama bbcannoli è si trova in pieno centro, in via Mariano Stabile, 60: info@bbcannoli.it.
[…] – Santa Cristina Gela: 24,7 km per 1630 metri […]