Prima la tragedia ha distrutto, poi l’arte ha resuscitato. La nuova Gibellina è come una giovane attrice che mette in scena se stessa per esorcizzare la morte.
L’anima del paese, raso al suolo dal devastante terremoto del Belice, nel gennaio del 1968, si è reincarnata in un tripudio d’arte che, da oltre quarant’anni, rappresenta un laboratorio creativo a cielo aperto, arricchito dalle opere di tantissimi artisti di fama mondiale.

A darvi il benvenuto, lungo la strada che conduce al centro abitato, ecco apparire la Porta del Belice, una stella di acciaio, alta 24 metri, realizzata da Pietro Consagra nel 1981. Passarvi sotto è come un’iniziazione: potrete vivere l’esperienza paradossale di trovarvi in un luogo in cui tutto ha memoria di qualcosa che non ha vissuto.
Le strade e gli edifici della nuova Gibellina ricordano una città fantasma: non deserta, quanto straniera a se stessa, come una sonnambula condannata per chissà quale maledizione a non potersi svegliare da un sonno eterno.
Continuando il vostro viaggio nell’arte, ancora di Consagra è il gigantesco Meeting, pensato per diventare un museo, e il grande portale d’ingresso dell’orto botanico.
Altro simbolo della ricostruzione è la Chiesa Madre progettata dall’architetto Ludovico Quaroni, che, a quarantadue anni dal sisma, è stata inaugurata il 28 marzo 2010, dopo il crollo del tetto nel 1994. Vi troverete davanti ad un edificio fortemente simbolico: la perfetta sfera dell’abside, che allude alla rinascita, poggiata sul quadrato dell’aula, rende questo monumento la sintesi perfetta fra la trascendenza dello spirito e la razionalità umana.
Cosa Vedere a Gibellina
Tra le vie del paese potrete imbattervi anche nel Giardino Segreto di Francesco Venezia, un sistema di mura in cemento che nasconde all’interno una fontana e due sedili in travertino, con un albero solitario al centro, unico elemento vegetale di tutto lo spazio. Sempre di Venezia è anche il Palazzo Di Lorenzo, architettura affascinante che ingloba in un muro un frammento della facciata dell’omonimo edificio della vecchia Gibellina risparmiato dal terremoto.
Potrete riposarvi, poi, nel Sistema delle Piazze, cinque ampi spazi porticati disegnati da Franco Purini e Laura Thermes, per poi recarvi nella piazza del Comune, circondata da un portico disegnato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà, alle cui pareti potrete ammirare le ceramiche decorate da Carla Accardi.
Lì vicino si trova La Città di Tebe, una serie di bianche sculture in metallo disegnate da Consagra e pensate in origine come scenografia per un allestimento dell’Edipo Re. Troverete anche La torre di Alessandro Mendini, che dai suoi dodici metri d’altezza, quattro volte al giorno, risuona con un concerto di voci che ricordano il terremoto. Se non siete già troppo sazi, fate un salto al ricchissimo Museo d’Arte Contemporanea dove si trova una collezione di oltre 1800 opere di artisti del panorama nazionale ed internazionale quali Schifano, Pomodoro, Turcato, Severini, Boetti, Melot ai già citati Consagra e Accardi.
Dopo aver visitato il Baglio Di Stafano, sede del Museo delle Trame Mediterranee e della Fondazione Orestiadi, per ammirare La Montagna di sale di Mimmo Palladino, il vostro viaggio non può che concludersi al Cretto di Alberto Burri, l’immensa lapide di cemento che ricopre i ruderi di Gibellina. Il monumento sorge nello stesso luogo dove si trovava il paese prima della catastrofe e ripercorre simbolicamente i vicoli della città. Camminateci dentro per una simbolica passeggiata nella memoria.
Info utili
Il Comune di Gibellina risponde al numero di telefono 0924 – 985111.
il sito web del comune di Gibellina è www.gibellina.gov.it.
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