L’idea è splendida, quella di poter far rivivere le vecchie botteghe di Gangi grazie al web.
Il progetto Apri le botteghe, che mette insieme idee artistiche, rinascita sociale ma anche critica al consumismo, nasce dall’associazione Fuorilogos che organizza la manifestazione per gli amanti dei libri Una Montagna di Luoghi secondo questo programma, dal 23 al 25 agosto.
L’idea è semplice ma allo stesso tempo affascinante, poter raccontare, grazie all’utilizzo del Qr code disponibile sul web, una serie di racconti legati alle botteghe ormai chiuse del paese delle Madonie.
Nasce così un itinerario fra le vie del centro che conduce in quei luoghi che una volta erano un’edicola, una bottega di giocattoli, un artigiano di mobili e così via.
Perché chiuse? Un po’ per il mancato ricambio generazionale, un po’ per l’avvento dei colossi del commercio che hanno pian piano diminuito gli affari dei piccoli commercianti.
E’ così, allora, che nel progetto i negozi si trasformano in librerie Feltrinelli, in atelier di alta moda, in colossi dell’arredamento come Ikea o di giocattoli noti come la Lego.
Il percorso web fra le botteghe di Gangi
L’itinerario fra le botteghe di Gangi è stato trasformato in un percorso che mette insieme la possibilità di scoprire il paese, passeggiando fra le sue strade, e al contempo di vivere i ricordi dei luoghi in cui, per il periodo dell’installazione (fino al 25 agosto) campeggiano le nuove insegne delle note marche.
Avvicinando il telefono cellulare al Qr Code presente in ciascuna della botteghe che fanno parte del progetto, si apre infatti una storia, un video che racconta aneddoti e vicissitudini di quelle che sino a qualche anno fa, erano i luoghi che animavano il pese sotto il profilo commerciale.
Un viaggio curioso ma al contempo affascinante che v consigliamo vivamente di non perdere.
Fra le botteghe di Gangi ricordando Bufalino
Il progetto è spiegato dagli organizzatori con l’utilizzo di una bellissima frase di Gesualdo Bufalino, di cui qui vi suggeriamo la lettura del suo libro più noto, che riportiamo qui integralmente.
“Nate via via come schede di una collezione mentale di opere, giorni, gesti, linguaggi e luoghi scomparsi, queste “ombre” non pretendevano certo di risuscitare il vario teatro di cui si movimentava ogni giornata del mio paese, dall’alba al tramonto, al tempo dei lampioni; ma volevano almeno supplirne privatamente gli antichi colori”