In bici, da Palermo a Messina, per attraversare la Sicilia lungo la Via Francigena delle Montagne. Un bellissimo percorso fra borghi incantati e paesaggi meravigliosi.
Un’avventura, quella dei ciclisti siciliani dell’asd Margi Bikers, che noi di SiciliaWeekend, dopo aver affrontato in bici il percorso della Targa Florio all’insegna del turismo sostenibile, abbiamo scelto di seguire in diretta, da sabato 31 agosto a giovedì’ 5 settembre 2019, con il racconto vivo dei partecipanti che hanno raccontato in questa pagina le emozioni vissute in ogni singola tappa.
Come in un libro, il racconto dei protagonisti è stato il diario di viaggio di questa emozionante impresa all’insegna delle bellezze di Sicilia. Bello poterla rivivere insieme anche attraverso la lettura e le vostre condivisioni. Leggendo, saremo al loro fianco anche solo con l’immaginazione. E chissà che un giorno anche voi non decidiate di mettervi in sella e partire.
La Via Francigena da Palermo a Messina per le Montagne: Le tappe
Ecco dunque il racconto dei protagonisti, giorno per giorno lungo un percorso duro e impegnativo soprattutto per i tanti metri di dislivello affrontati ogni giorno dai ciclisti.
La mattina è iniziata all’alba, subito preparativi e partenza per la cattedrale dove abbiamo cominciato e fatto timbrare le credenziali, quindi partenza verso Bagheria. Arrivati in Madrice abbiamo fatto timbrare le credenziali e ricevuto il secondo timbro della giornata. Poi abbiamo imboccato la strada verso Casteldaccia e da lì ad Altavilla Milicia dove abbiamo raggiunto la pendenza del 30%.
Nella riserva di Pizzo Cane
Abbiamo sostato per un dolcino e subito preso una trazzera che conduce alla riserva di Monte Cane e Pizzo trigna. In altura abbiamo incontrato una bella fontana dove ci siamo rifocillati con dei fichi e lì si trovava anche un bel pascolo di mucche. Da lì abbiamo proseguito la salita per scollinare verso l’eremo di San Felice ma abbiamo avuto due intoppi con due forature quasi contemporanee dello stesso biker Lorenzo. Una volta all’eremo di San Felice ci siamo riposati qualche minuto preso la trazzere in direzione della diga del lago Rosamarina, dopodiché abbiamo preso la salita di Caccamo che è stata una bella impresa con pendenza al 16-17%.
A Caccamo abbiamo pranzato e, dopo un’oretta sotto la pioggia, abbiamo percorso la strada per Montemaggiore Belsito, dove abbiamo incontrato un’altra pendenza bella tosta poco prima del paese.
A Montemaggiore Belsito siamo stati accolti molto bene dalle persone e dall’assessore Riccardo Siragusa e anche dai componenti dell’associazione cammini francigeni. Ci hanno fatto visitare la chiesa del santissimo crocifisso che ha tanta storia alle spalle. A fine giornata siamo stati deliziati dalla cene del Pellegrino. (Luigi Bompasso)
Tappa numero 1, in bici da Palermo a Messina
Tappa numero 2, in bici da Palermo a Messina
Sveglia alle 6 per la tappa più dura delle traversata. Destinazione Gangi.
Partiti da Montemaggiore Belsito, ci siamo inerpicati per una trazzera di circa 6 km con 450 metri di dislivello arrivando a Sclafani Bagni passando per la riserva del bosco di Favara e Granza con querceti secolari, roverelle e sugherele. A Sclafani siamo stati accolti dal comitato degli amici dei cammini francigeni. Abbiamo proseguito verso Caltavuturo e siamo arrivati in paese attraverso una mulattiera tecnica che ci ha condotti alla statale fino al paese. Lì abbiamo fatto uno spuntino. Poi abbiamo proseguito lungo una mulattiera all’interno del Parco delle Madonie che ci ha portato a Polizzi Generosa. Purtroppo essendo domenica non abbiamo trovato niente di aperto e abbiamo dovuto pranzare con fette biscottate e marmellata.
Fra i borghi delle Madonie
Dalla trazzera di San Pietro abbiamo raggiunto Petralia Sottana; durante il percorso abbiamo incontrato una famiglia che stava facendo un pic nic e gentilmente c’ha offerto un ottima torta fatta in casa e bevande fresche. Purtropo arrivati a Petralia siamo stati raggiunti dalla pioggia che ha condizionato parecchio la nostra pedalata facendo allungare i tempi di arrivo a Gangi. Da Sottana ci siamo mossi a Petralia Soprana dove abbiamo gustato un ottimo cannolo e, sempre sotto la pioggia, abbiamo continuato il percorso verso Gangi lungo la vecchia strada della Targa Florio che però era in condizioni pessime per la pioggia mettendo a dura prova le nostre forze fisiche e mentali. Il terreno argilloso ha infangato le nostre bici, facendoci perdere ulteriore tempo. Finalmente abbiamo raggiunto Gangi percorrendo un totale 75 chilometri e 3100 metri di dislivello con 6 ore e 45 min di movimento e 10 ore di viaggio.
Tappa numero 3, in bici da Palermo a Messina
Oggi era prevista la tappa più lunga del nostro cammino: 95 km con 2100 di dislivello, ma…
Siamo partiti alle 7:30 dopo una ricchissima colazione al b&b con prodotti locali, in direzione Sperlinga. Abbiamo lasciato la meravigliosa riserva delle Madonie, sapendo di poterci fare incantare dalla bellezza dell’Etna. Arrivati a Sperlinga, visita veloce al castello e alle case all’interno delle grotte e subito giù per una trazzera in direzione Nicosia. Abbiamo guadato alcuni ruscelli argillosi infangando la trasmissione delle nostre bici. Con rametti e attrezzi di fortuna abbiamo scollato l’argilla e proseguito per Nicosia.
Pendenze da capogiro in mountain bike
Da lì direzione Troina, all’interno del Parco dei Nebrodi. Abbiamo vissuto la bellezza del fiume Cerami iniziano a salire una trazzera sconnessa con pendenze del 25%. Abbiamo così trasportato a mano le nostre compagne di viaggio. Dopo circa 10 km di salita e falsi piani abbiamo raggiunto il comune di Troina. Una sosta di circa un’ora e abbiamo ripreso il nostro viaggio per Cesarò, ma il tempo non è stato clemente e la pioggia forte ci ha costretti a prendere la decisione di prenotar in questo bellissimo paese, concludendo la nostra tappa con 68 km e 1850 mt di dislivello.
Tappa numero 4, in bici da Palermo a Messina
Mattina fresca a Troina, sveglia alle 6:30 e colazione alle 7 facendo un po’ di confusione al bar e svegliando un po’ il torpore del paese. Direzione Cesarò a quota 1150 metri di buona lena, cercando di recuperare un po’ di strada persa il giorno precedente. Dopo una bella salita abbiamo preso la direzione di Randazzo utilizzando una vecchia trazzera piena di pozzanghere e fango ma subito abbiamo avuto un imprevisto: Lorenzo ha avuto l’ennesima foratura e nell’attesa della riparazione abbiamo mangiato qualche frutto trovato per strada more, fichi e pesche. Ripreso il cammino abbiamo raggiunto Randazzo dominati sempre dalla vista dell’Etna.
Fra Etna e Nebrodi
A Randazzo abbiamo fatto uno spuntino veloce, abbiamo riempito le borracce in una bellissima fontana medievale adornata di fiori e poi abbiamo proseguito per Floresta attraverso il parco dei Nebrodi. Abbiamo attraversato la valle dell’Alcantara e il nostro cicerone Rocco ci ha spiegato le origini del bosco, abbiamo guadato più volte il fiume Alcantara e piccole cascato. Poi è arrivato il momento di un sentiero molto ripido e abbiamo preso in giro i meno allenati che hanno spinto le loro biciclette a mano. Siamo arrivati a Floresta e lì abbiamo pranzato in una gastronomia con prodotti tipici preparati accuratamente da un ragazzo molto simpatico.
Un caffè e poi a Montalbano Elicona
Dopo il caffè siamo ripartiti per raggiungere Montalbano Elicona e abbiamo raggiunto la quota massima di 1350 metri sul livello del mare; lì abbiamo preso una strada in discesa molto veloce e tecnica che ci ha portati su una vecchia trazzera in basolato con dei gradoni in salita che abbiamo dovuto fare a piedi per circa 1 km. Finalmente siamo arrivati a Montalbano Elicona dove ci siamo fermati per riposare e ristorare.
Una chicca della giornata: abbiamo avuto la compagnia di un cagnolino che, da Floresta, ci ha seguiti fino a Montalbano Elicona facendo da apripista lungo i lunghe sentieri che abbiamo percorso allontanando le mucche. In totale abbiamo percorso 87 con 2100 metri di dislivello.
Tappa numero 5, in bici da Palermo a Messina
Siamo partiti da Montalbano Elicona, uno dei borghi più belli d’Italia in direzione parco dei Peleoritani, famoso per il birdwatching. Abbiamo iniziato una salita di circa 7 km con pendenza del 10-12% che ci ha portati in una bellissima trazzera panoramica che domina tutta la vallata di Novara sicula, giù fino al fondo dominato dalla vegetazione e dal rumore di alcuni ruscelli. Dopo aver guadato le acque abbiamo ripreso la salita tra rovi e alberi di fichi raggiungendo San Basilio e poi giù per un bellissimo single track tra roccette e gradoni, da lì abbiamo preso una fiumara, ma abbiamo trovato una frana e quindi siamo risaliti da una stradella fino a raggiungere Novara di Sicilia. Abbiamo fatto una breve sosta con granita e brioche, timbrato le credenziali e poi ripreso a seguire le tracce con una forte discesa su terreno franato, raggiungendo nuovamente la fiumara di Novara di Sicilia, percorrendo il letto del fiume per circa 10 km.
Tra fango e fatiche
Abbiamo ripreso la salita per Castroreale impantanandoci in una stradella piena di fango. Da lì bici a spalla per circa 1 km, poi fortunatamente abbiamo intercettato una stradina che porta fino al paese. Fortunatamente il morale di tutti noi è rimasto alto e si scherza sulla bici di Massimo totalmente infangata. Breve sosta a Castroreale per un pranzo veloce e si riparte direzione contrada Femmina morta. Alcuni sentieri erano chiusi da discariche abusive di eternit, altri da vegetazione fitta, quindi siamo stati costretti a risalire e raggiungere la contrada da sentieri alternativi perdendo circa un’ora sulla tabella di marcia. Raggiunto la contrada dalla fiumara e guardando qualche ruscello è iniziata la salita per Santa Lucia del Mela, paesino molto piccolo. Breve sosta per rilassare un po’ le gambe, messe a dura prove per le forti pendenze e abbiamo ripreso la nostra traccia in direzione Rometta. Si avvicinava il tramonto quindi abbiamo deciso di pernottare a Rometta Marina per affrontare l’ultimo tratto e la parte finale dei Peloritani. Percorsi 97 km e 1950 metri di dislivello. La serata è stata piena di emozioni rivivendo le avventure della giornatara e gustando ottimi piatti locali.
La fine del percorso
Poi sveglia presto per goderci la parte finale del percorso. Abbiamo ripreso la traccia in direzione Calvaruso e poi dentro il demanio nei monti Peleoritani. Scollinati i colli San Rizzo abbiamo raggiunto il Duomo di Messina dove, a sorpresa, abbiamo incontrato le nostre consorti che ci hanno fatto emozionare al nostro arrivo.
Abbiamo percorso solo 30 km e 700 mt di dislivello.
Il percorso percorso in bici fra Palermo e Messina
Il percorso è variegato e attraversa le Madonie e i Nebrodi insieme ai borghi medievali. Alcuni degli ambienti naturalistici sono gli stessi raccontati nei trekking più belli di Sicilia. Ma questa volta la via non è a piedi ma in bici, con tutto il fascino che anche questo tipo di viaggio insieme turistico e sportivo si porta dietro.
La “Via francigena da Palermo a Messina per le montagne” – scrivono i ragazzi di Margi Bikers – è la via di cui l’autore del libro “Per le antiche strade” del Professore Salvatore Dalia ne ricostruisce la storia e la topografia, citato da Tano Gullo in un articolo di Repubblica nel 2014.
La via è stata riesumata dopo tanti anni tramite un progetto curato dall’associazione “Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia” in collaborazione anche con l’Associazione Ciclabili Siciliane.
Le tappe
Tappa 1
Palermo – Monte Maggiore Belsito
Km 78. dislivello 2000 m.
Tappa 2
Monte Maggiore Belsito – Ganci
Km 60 dislivello 2700 m.
Tappa 3
Ganci – Randazzo
Km 90 dislivello 2100 m.
Tappa 4
Randazzo – Castroreale
Km 84 dislivello 2200 m.
Tappa 5
Castroreale – Messina Duomo
Km 94 dislivello 2200 m.
Le emozioni del viaggio in bici
“Tutti noi siamo emozionati e contenti per la magnifica esperienza sportiva e avventurosa che ha fatto rinforzare ancora di più la nostra amicizia – racconta Luigi Bompasso -. Abbiamo vissuto emozioni uniche, concludendo il nostro viaggio di 435 km e circa 12000 metri di dislivello”.
In sella alle, con Asd Margi Bikers, bici Luigi Bompasso, Benedetto Mangiapane, Rosario Titone, Alfonso Macaione, Settimo Ferrante, Daniele Scordato, Massimo Gambino, Lorenzo Valenti e Rocco Lo Duca.