Sambuca è come una piccola culla che, nei secoli, ha raccolto tutto ciò che si può desiderare da un figlio: cultura, bellezza ed anche il sapore del vino.
Basta muoversi fra le sue campagne per rendersi conto di come Sambuca sia uno dei luoghi che tanto lustro concede al vino siciliano in tutto il mondo. Le vigne sono affascinanti, così come il suo centro abitato.
Ricco di chiese, musei e scorci indimenticabili, Sambuca è uno di quei luoghi in cui tornare e ritornare come il susseguirsi delle stagioni. Mai, passeggiando fra le sue strade, avrete la sensazione di essere stanchi.
Cosa Vedere a Sambuca
Ecco alcune delle bellezze che accoglie il centro di Sambuca, con le descrizioni fornite dal comunicato stampa del festival dedicato alle bellezze dei luoghi culturali di Sicilia: Le vie dei Tesori.
Chiesa Madre
A mezzo secolo dal terremoto del Belice è stata riaperta la Chiesa Madre, simbolo per tanti anni di una ricostruzione ancora incompiuta. Fu edificata intorno al 1420 sull’antico Castello arabo di Zabut, sulla rocca che domina il paese. In origine era una piccola cappella dedicata prima a Santa Barbara e poi a San Pietro Apostolo. Nel 1642 fu ricostruita grazie al contributo della marchesa Donna Giulia Baldi Centellis. La chiesa fu completata nel 1651, con tre navate divise da colonnati che sorreggono archi a tutto sesto. Fu dedicata a Maria SS. Assunta. Bello il campanile ricavato da un’antica torre saracena di difesa, che culmina a guglia piramidale, coperta da quadrelli di ceramica policrome.
Chiesa di Santa Caterina.
E’ veramente un tripudio barocco, anche se non è in condizioni perfette: Santa Caterina faceva parte dell’omonimo (ed enorme) monastero benedettino. Oggi è rimasta la chiesa che si sviluppa su una sola navata. Gli stucchi seicenteschi sono del palermitano Vincenzo Messina. Ai lati dei primi due altari, le statue delle Quattro Virtù, poi di San Mauro e San Placido, cofondatori dell’ordine benedettino, e l’Eterno Padre. Da non dimenticare una grande pala d’altare di Fra’ Felice da Sambuca che raffigura la glorificazione di Don Pietro Beccadelli, marchese mecenate che arricchì il monastero e la chiesa di rendite e opere d’arte. Fu in onore del suo matrimonio con donna Marianna Gravina che suor Virginia Casale di Rocca Menna – religiosa del Collegio di Maria di Sambuca – creò le famose “Minni di vergini”, dolci deliziosi.
Pinacoteca Gianbecchina
Giovanni Becchina, in arte Gianbecchina, è stato uno dei pochi artisti autenticamente siciliani, pronto a raccontare i tratti, i personaggi, gli usi e i dolori della sua terra e anche a Gangi c’è un museo che ne venera le opere. È scomparso nel 2001: quattro anni prima della sua morte era nata la pinacoteca ospitata nella chiesa di San Calogero. Accoglie un’esposizione permanente di quaranta delle 190 opere donate da Gianbecchina al suo paese natale. Si tratta di oli su tela, acquarelli, schizzi e acqueforti che coprono un arco di tempo che va dal 1924 al 1996 e illustrano il percorso dell’artista, nato a Sambuca nel 1909, considerato tra le migliori espressioni del Novecento italiano. Paesaggi, scene quotidiane, grandi tematiche sociali: Gianbecchina è sempre stato molto legato alla sua Isola. L’istituzione a lui intitolata non è solo uno spazio espositivo ma anche un laboratorio permanente per la valorizzazione del territorio.
Chiesa del Purgatorio
Nella seicentesca chiesa del Purgatorio (chiusa dal terremoto del Belice) ha recentemente aperto le sue porte il MuDiA, uno dei poli espositivi del Museo diffuso della diocesi di Agrigento. L’itinerario museale si sviluppa su quattro ambienti: la Sala Feliciana con opere del pittore ‘fra Felice da Sambuca e lo spazio destinato alla scultura lignea; la Sala Planeta con i cimeli appartenuti a monsignor Diego Planeta. Altre due sale che accolgono vasi e suppellettili in argento e parati sacri, una tela attribuita a Pietro Novelli, un affresco medievale della “Madonna del Latte”. Soltanto in occasione de Le Vie dei Tesori, sarà possibile salire su una particolare scala elicoidale (di solito chiusa) che conduce a una terrazza e da lì, al coro che sovrasta la chiesa.
Palazzo Panitteri
L’antico Palazzo Truncali, poi Panitteri, fu costruito come torrione di avamposto lungo le mura che circondavano l’antica Zabut, e divenne poi una dimora patrizia. Mischia perfettamente linee attinte al tardo rinascimento e annunci dell’imminente barocco siciliano nella bella ringhiera a petto d’oca; sul portale d’ingresso si nota ancora lo stemma della famiglia. Il palazzo, acquistato dal Comune nel 1981, conserva l’originaria planimetria quadrangolare con un ampio cortile interno su cui si aprono i magazzini. Una scala in stile catalano conduce al piano nobile, sede del Museo archeologico Don Giuseppe Panitteri. Dal cortile si entra in un bel giardino di piante mediterranee.
Palazzo Planeta
Entrare a Palazzo Planeta vuol dire fermare il tempo. La dimora dei Baroni di Santa Cecilia non è una semplice casa ma un complesso ingranaggio di memorabilia, ricordi, lettere, costumi, uniformi. Gli originali “granai” posti al primo piano della settecentesca fabbrica sono stati recuperati e trasformati in un’elegante dimora privata che nell’occasione del Festival sarà aperta alle visite, condotte dagli stessi proprietari. In alcuni vani si conservano pezzi cari a monsignor Diego Planeta, arcivescovo di Brindisi e ultimo presidente dell’Apostolica Legazia, nata al tempo dei Normanni. Tra i pezzi più belli: una collezione di cappelli ottocenteschi da uomo, costumi femminile, molte uniformi. E un’originalissima “cappella da viaggio” di immancabile memoria gattopardiana.
Sculture tessili Clavel
In una parte dell’ex monastero di Santa Caterina, dove hanno sede anche uffici comunali, si possono scoprire le sculture tessili dell’artista francese Sylvie Clavel che ha trascorso molti anni a Sambuca e ancora oggi si divide tra l’Agrigentino e Parigi. Ha sviluppato una sua particolarissima tecnica artistica: grazie a un lavoro lento e certosino riesce a creare sculture in tessuto imperniate sul nodo e l’intreccio di fibre vegetali. In tre sale dell’ex monastero sono esposte diverse figure antropomorfe o animali, dai tenui colori delle fibre naturali, con la testa creata tramite maschere di legno tribali realizzate a mano dagli artigiani africani.
Teatro Idea
Il teatro comunale l’Idea è un gioiello dell’artigianato locale di metà ’800, sorto contemporaneamente ai grandi teatri siciliani. Fu edificato nel 1851 da cinque privati, ma dopo pochi anni verrà acquistato dal Comune. Possiede una piccola sala da 250 posti che permette però, una stagione molto interessante, costruita dalla direttrice artistica Costanza Amodeo. L’ Idea ha quindi forma classica a ferro di cavallo con volta a cupola schiacciata, tre ordini di palchi, la platea, un ampio palcoscenico: è un piccolo gioiello affrescato da Placido Carini. Sottoposto negli anni a due interventi di restauro, il primo a fine ’800 e poi agli inizi degli anni ’70, fu danneggiato dal terremoto del 1968. Soltanto nel 1992 è stato riaperto al pubblico.
Contrada Ulmo
Un baglio del Cinquecento, un fortino arabo semisommerso dalle acque del lago Arancio – il fortino di Mazzallakkar – e poco lontano, all’interno del bosco della Risinata, un palmento che risale ai Fenici e che testimonia il millenario legame di questa terra con la vite. Una visita all’Ulmo, la prima cantina vinicola dei Planeta, nata nel 1995, è un viaggio nella storia e nella natura. Qui è nato anche il museo Iter Vitis, circondato da un “campo collezione” di diversi vitigni siciliani e georgiani, pensato per valorizzare la ricca cultura enologica siciliana. Dalla cantina parte il sentiero naturalistico La Segreta, in cui avventurarsi per esplorare tre diversi sentieri che costeggiano i vigneti, alla scoperta di angoli selvatici e panorami inediti.
Cave di pietra
Le misure di un concio sambucese? 25 x 25 x 50. Veniva estratto dalla cave di tufo per edificare le case. Sotto ogni abitazione c’era quindi una purrera da cui si cavava il tufo e che poi, tramite un buco, veniva usata come letamaio e discarica dei rifiuti. Siamo nel quartiere saraceno di Sambuca e sotto le case correva una fitta rete di cunicoli: soltanto nel 2015 si è avuta conferma dell’esistenza delle purrere con l’apertura dell’accesso da piazza Saraceni. Lo stesso da cui oggi si entra per immergersi nelle viscere della terra, tra fessure, graffiti, conci squadrati. Ogni passo verso il basso ricorda il lavoro dei purriaturi. A dodici metri sotto il livello stradale, c’è anche l’Enoteca dei Rossi, una cantina-archivio della vitivinicoltura delle Terre Sicane.
Chiesa del Carmine
La bellezza e la dolcezza della Madonna dell’Udienza di Antonello Gagini lascia esterrefatti. La statua risale ai primi anni del XVI secolo e fu portata da famiglie mazaresi alla Torre di Cellaro. Nascosta per tanti anni in un’intercapedine di un forno delle cucine della torre, fu trovata da un contadino nel 1575, durante un’epidemia di peste. Fu portata in processione per le strade del quartiere dell’Infermeria, nella speranza che si compisse il miracolo. I lebbrosi guarirono e da quel momento nacque il nome di Madonna dell’Udienza, perché la Vergine aveva ascoltato le preghiere degli ammalati. Ogni anno il simulacro viene portato in processione e ogni dieci anni attraversa l’antico quartiere dell’Infermeria. La chiesa rinascimentale conserva un chiostro dei Carmelitani.
Casa Amodeo
Tommaso Amodeo (nato nel 1897 e scomparso nel 1970) fu segretario del partito socialista, attivista politico e antifascista che fu deportato e confinato a Lipari. Tornò subito dopo lo sbarco degli americani, “nominato” – col consenso di comunisti, socialisti e democristiani – primo sindaco di Sambuca subito dopo la Liberazione, nel 1945.
Biblioteca Navarriana
L’ottocentesco Palazzo dei baroni Campisi, tra decori Liberty e colonne neoclassiche, fu acquistato nel 1978 dall’ex Banca di Credito cooperativo, da pochi mesi fusa nella Banca Sicana. È un edificio bellissimo, elegante, con saloni affrescati e perfettamente conservati, restaurati di recente. La Banca ha portato avanti un’interessante operazione di recupero dell’opera di Emanuele Navarro della Miraglia, scrittore considerato uno dei maestri del Verismo. Nel corso degli anni l’Istituto bancario ha acquistato oltre mille volumi di proprietà dello scrittore, materiale documentario, aforismi, pamphlet e lettere che raccontano i rapporti di Navarro con Verga, Capuana, Matilde Serao e George Sand.
Le info utili
Sambuca è facilmente raggiungibile, da Palermo o Agrigento, lungo lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca.
Il numero di telefono del Comune di Sambuca è 0925.940111. Il sito web del Comune di Sambuca è comune.sambucadisicilia.ag.it.
[…] La sua storia antica e il fatto che il centro abitato si trovi immerso nei vitigni rendono il paese davvero unico. […]