E’ iniziato tutto per caso, dopo il tuffo di un turista in vacanza a Favignana nelle splendide acque di Cala Rossa. Ha visto un sacchetto di plastica trasportato dalla corrente e lo ha tolto dall’acqua. Poi un altro e un altro ancora, fino a quando tutti i turisti presenti non ri sono messi a ripulire.
Un gesto semplice, naturale che si è trasformato in uno slogan plastic free per le spiagge siciliane. Di plastica parliamo da tempo, favignana e le Egadi, le isole del tonno sono state impegnate in un progetto di sensibilizzazione attraverso l’arte, è stato vietato l’uso di plastiche non riciclabili e ogni giorno i netturbini combattono anche la piaga dei mozziconi di sigaretta.
Il gesto assume una grandissima rilevanza circa le azioni che ciascuno di noi può compiere per preservare i luoghi messi a repentaglio dall’inquinamento. E il gesto del singolo può invece essere corale e di una bellezza assoluta, come lo è il progetto per ricreare nasse artistiche dalla plastica raccolta dal mare.
Un grido e poi l’azione, a Favignana la pulizia della spiaggia diventa virale
Con piacere, riportiamo per intero il post pubblicato su Facebook che porta la firma di Benedetta Marigliano e Alessandro Pavia, gli autori della pulizia dalla plastica di Cala Rossa poi diventata virale.
“Post lunghetto sulla bellezza. Questi siamo io e Alessandro e due sacchetti di plastica pieni di plastica raccolta dal mare. Ma di sacchetti, insieme ad altre persone, ne abbiamo fatti 6.

Stamattina a Cala Rossa a Favignana, la gente non si faceva il bagno e stava fuori dal mare a guardare lo scempio di plastica.
Io mi son messa ferma dentro l’acqua con un sacchetto in mano, Ale si buttava, recuperava i rifiuti e me li portava.
La gente ferma, a guardarci.
Dopo un po’ Ale ha gridato: “Ma a voi non fa schifo?!? Dai, che se ci mettiamo tutti insieme puliamo tutto in mezz’ora..!” È stato coraggioso.
Un uomo di circa sessant’anni gli ha detto: “Bravo, hai fatto bene a urlare!” e si è buttato in acqua a recuperare cose; un ragazzo di circa trent’anni: “E c’hai raggggione” e si è tuffato e ha iniziato a raccogliere. La sua ragazza ha recuperato un sacchetto e si è messa al mio fianco.
Due ragazze francesi che tornavano a riva con le mani già piene mi hanno depositato le sporcizie nel sacchetto. Altri 4 ragazzi e ragazze che si son spinti più al largo. Una signora bionda e precisina che continuava ad arrivare da me con le mani piene di plasticume vario e a dirmi: “Se mi aspetti ancora, ritorno..”
Un ragazzo di 15 anni: “Papà, là sotto avevo visto una lattina, devo andarla a recuperare”. E poi quante altre cose ha recuperato..
Una staffetta di bellezza, vera. Di azione. Di pensiero che si traduce in azione.
E io, privilegiata, ero il punto di arrivo di tutti quei visi, quelle mani che si allungavano a centrare il mio sacchetto, quei sorrisi, quei grazie, quei “sto arrivando da te”. Lo so, lo vedo che stai venendo da me, che stiamo facendo una cosa insieme anche se non ci conosciamo.
Non è vero che noi non possiamo fare niente. Non è vero. Possiamo fare un sacco di cose con le nostre scelte e le nostre azioni e le nostre voci”.