Trekking sui Peloritani, ecco i percorsi più belli per vivere la natura della provincia di Messina fra sentieri e rocche che si affacciano a picco sul mare.
Dai Megaliti dell’Argimusco alle Rocche di Novara ecco gli itinerari raccontati dalla guida Fabrizio Meli che ci ha già portati alla scoperta dell’Etna.

Sentiero Natura Ziriò
Descrizione percorso: La località è la dorsale di Colle San Rizzo – Dinnammare (Messina), il punto di partenza è presso Portella Croce Cumia all’ingresso del Demanio Forestale, dove una digressione ci consente l’innesto al Sentiero Natura Ziriò, un itinerario immerso nei boschi misti di conifere e latifoglie, ricco di sottobosco fresco e umido di felci, nel quale trova rifugio il Cinghiale ma è possibile anche sentire il tambureggiamento del Picchio rosso sugli alberi. È un percorso ad anello, con punti panoramici sul versante tirrenico dei Peloritani e sulla costa, con vista su Milazzo e sulle Isole Eolie. Il sentiero termina presso il Vivaio Forestale, provvisto di aree attrezzate con servizi, dove è possibile consumare il pranzo a sacco; il ritorno si effettua sulla pista forestale che ci riporta alle auto. Presso il Vivaio è possibile osservare testimonianze e manufatti bellici dei precedenti conflitti mondiali: l’intero territorio della dorsale Curcuraci, Colle San Rizzo e Dinnammare è ricco di fortificazioni, garitte, gallerie, strade e sentieri che risalgono alle ultime guerre mondiali.
Difficoltà: facile. Ore di cammino: 2 ore
Dinnammare
Descrizione percorso: percorso ad anello, che inizia alle pendici settentrionali della vetta di Dinnammare, segue la strada militare del 1901, poi una deviazione su terreno libero e su tracce di sentiero, ci porta in vetta a quota 1127 m s.l.m. dove sorge il Santuario di Maria Santissima a Dinnammare. Il paesaggio è molto aperto con vista a est sullo Stretto di Messina, sulle coste siciliane e calabre, mentre a ovest si guarda sul Mar Tirreno e sulle Isole Eolie; il percorso è immerso nel bosco di pini e di erica arborea, nelle radure si ammirano le fioriture di Orchidee e di altre piante dei Peloritani. La strada militare, anticamente costruita a mano e tagliata nella roccia, permette anche ai geologi di avere particolari da osservare e fotografare. Durante le migrazioni dei Rapaci, Dinnammare è una magnifica postazione per osservare il volo di centinaia di Falchi e di Aquile.
Difficoltà: media. Ore di cammino: 2 ore.
Fiumedinisi e il Castello Belvedere
Descrizione percorso: all’ingresso di Fiumedinisi, un centro abitato di antiche origini minerarie, si lasciano le auto e si segue una pista agricola che si inerpica su un costone roccioso tra boschetti di querce, uliveti e orti casalinghi; si incrocia anche un gregge di pecore al pascolo, per completare il paesaggio bucolico nel quale si snoda il nostro itinerario ad anello; tuttavia l’arrivo al Castello normanno denominato Belvedere, cambia la prospettiva della nostra camminata, proiettandoci nel passato quando impervie rupi calcaree ospitavano antichissime fortificazioni di difesa, ma soprattutto di controllo sulle valli e sulla costa ionica messinese. Il panorama è spettacolare, suggestivo per chi legge il territorio attraverso le testimonianze passate e presenti. Il rientro si effettua su una facile pista asfaltata che, a stretti tornanti, ci riporta in centro abitato e dove possiamo cogliere ancora qualche aspetto dell’architettura locale, quando gli abitanti reggevano la propria economia su agricoltura ed estrazione di metalli, anche preziosi. Difficoltà: media. Ore di cammino: 4 ore.
La Campana di Antillo
Descrizione percorso: Alla scoperta dell’Alta Valle di Agrò, il centro abitato di Antillo fu storico presidio di controllo per gli scambi commerciali nel territorio peloritano. Villaggi e piccoli borghi costellano la valle e sono testimonianza di un territorio dedicato oggi alla agricoltura, nel passato alle attività minerarie e all’uso dell’acqua. L’itinerario si svolge su piste agricole e strade comunali, immersi nei boschi di querce e castagni fino alla storica Campana di Antillo, in memoria dei caduti delle guerre e che gli abitanti della valle hanno voluto porre su un promontorio molto panoramico. Il percorso di ritorno può svolgersi sullo stesso dell’andata, altrimenti con alcune digressioni e variazioni, si seguono altre piste che riportano al centro abitato, dove una sosta ci consentirà di provare genuini prodotti locali. Difficoltà: media. Ore di cammino: 4 ore.
Novara di Sicilia e i suoi borghi
Descrizione percorso: L’itinerario proposto è una via di mezzo tra l’escursione naturalistica e la visita culturale, che parte dal centro storico di Novara di Sicilia, paese montano di antichissime origini, ricco di angoli urbani costruiti nella roccia, vicoli e quartieri con palazzetti di caratteristica architettura locale, dove è messa in risalto l’arte degli antichi scalpellini. Molto interessante è la visita di una serie di mulini, recuperati dall’abbandono e rimessi in funzione per la produzione artigianale di farine da antiche varietà di grano coltivate nel territorio. Lasciato il centro di Novara di S. ci spostiamo a Badiavecchia, il borgo dove sorge la Badia di Sant’Ugo e lungo il fiume è visitabile ancora un altro mulino ad acqua, poi si prosegue su antica mulattiera in direzione della frazione di San Basilio, dove è visitabile la località Sperlinga, dove un riparo sotto parete calcarea mostra talune incisioni e graffiti risalenti presumibilmente all’Età della Pietra. Il ritorno per lo stesso percorso fatto all’andata. Difficoltà: facile. Ore di cammino: 3 ore.
La Rocca Salvatesta o di Novara
Descrizione percorso: Sulla Strada Statale 185 della Mandrazzi, a pochi chilometri da Novara di Sicilia, inizia il percorso escursionistico più esaltante della dorsale peloritana in un paesaggio tipicamente appenninico, alle pendici della grande rupe che i montanari siculi hanno simpaticamente denominato “Cervino di Sicilia” per la forte somiglianza nella forma alla nota vetta alpina. Il percorso è facile e agevole fino ad un certo punto, dove una deviazione non segnata consente di arrivare in vetta ma in questo ultimo tratto è utile essere accompagnati da una guida, perché il sentiero è privo di protezione, esposto sulle pareti verticali, con fondo sdrucciolevole e con sassi poco stabili. In alternativa alla salita, si può camminare altri 15 minuti per affacciarsi sulla valle di Fondachelli, con panorami aperti sulle altre vette peloritane. Il ritorno sullo stesso percorso di salita. Difficoltà: impegnativa. Ore di cammino: 3 ore.
Montalbano Elicona e i suoi molini
Descrizione percorso: Lasciate le auto presso il centro oppure nel parcheggio del cimitero, si segue una carrareccia che in ripida discesa raggiunge il fondo valle percorso dal torrente Elicona; lungo le sponde del torrente sono ancora visitabili i ruderi di due molini di interessante struttura e con meccanismi non usuali per gli altri molini presenti in Sicilia. Risalendo il torrente con lussureggiante vegetazione, si costeggiano frutteti e noccioleti, poi attraverso una antica mulattiera lastricata in pietra locale, si risale verso il paese. Se la giornata è calda e afosa, si può approfittare del torrente, copioso di acque, limpide e fresche, per rinfrescarsi. Il suggerimento è di ritemprarsi soprattutto presso il centro abitato, assaggiando una serie di prodotti locali le cui origini raccontano anche la storia della comunità montana di Montalbano Elicona, che merita di essere visitata con calma e senza fretta, magari soffermandosi qualche giorno. Difficoltà: media Ore di cammino: 3 ore.

Le Rocche dell’Argimusco
Descrizione percorso: Nel territorio di Montalbano Elicona lungo la dorsale dell’Appennino siculo, troviamo le Rocche dell’Argimusco a confine tra i Peloritani e i Nebrodi. Il paesaggio delle Rocche dell’Argimusco appare maestoso in tutta la loro singolarità perché sono splendide cuspidi rocciose, erose dal vento e dalla pioggia, grazie alla loro delicata composizione geologica, soggette facilmente agli agenti atmosferici che ne incidono la forma, conferendoli infatti aspetti e profili davvero sorprendenti, che si ammirano all’alba e anche al tramonto delle giornate estive. Dal punto di vista panoramico, non è di poco conto ammirare lo spettacolo del vulcano Etna e contemporaneamente le Isole Eolie dall’altro lato della Sicilia. La dislocazione delle rocche è del tutto casuale, solo frutto di Madre Natura. Sulle rocche più grandi, nel passato, furono scavate talune vasche di raccolta delle acque meteoriche per fare bere il gregge al pascolo, taluni ipotizzano antiche sepolture; mentre altre rocche poste più in basso sono state usate con opportuni manufatti anche come ricoveri di pastori e anche per sepolture in tempi antichissimi. Le bizzarre forme delle Rocche dell’Argimusco hanno destato l’attenzione di tanti cittadini che hanno dato sfogo ad altrettante simpatiche e bizzarre teorie sull’origine di questo magnifico spettacolo della natura. Difficoltà: facile. Ore di cammino: 2 ore.
Il Bosco di Malabotta
Descrizione percorso: Gli ambienti montani dei Peloritani non finiscono di stupire anche per gli aspetti botanici, infatti nella stessa zona delle Rocche dell’Argimusco troviamo un magnifico bosco secolare di Cerri, Faggi e Aceri lungo il torrente Licopedi. L’etimologia del nome Licopedi è greca: lùcos e podòs, lupo e piede, cioè Zampa di Lupo; questa etimologia definisce già l’ambiente selvaggio della valle popolata probabilmente dal Lupo siciliano, specie endemica ormai estinta in Sicilia. La nostra escursione segue una facile pista forestale che ci consente di addentrarci nel bosco composto di esemplari spettacolari, denominati localmente i Patriarchi, colossali monumenti del mondo vegetale. Interessanti sono anche gli scorci panoramici sui versanti meridionali dei Peloritani che si affacciano sulla Valle dell’Alcantara. Il rientro si effettua sullo stesso percorso, altrimenti su itinerario non segnato si può fare un anello, per l’osservazione di altri aspetti botanici, come bellissimi esemplari di Agrifoglio con un sottobosco ricco di Aquilegie e di Peonie. Difficoltà: facile. Ore di cammino: 3 ore.
Tripi e l’antico sito di Abacaena
Descrizione percorso: L’itinerario proposto è di interesse paesaggistico e archeologico, sul versante meridionale dei Peloritani, sul promontorio che si erge sopra il centro abitato di Tripi. Si parte dall’abitato di Tripi, è un percorso breve ma in pendenza, molto bello per il paesaggio sulla “fiumara” del torrente Tripi e Novara che, confluendo l’uno nell’altro, formano la valle del Mazzarrà Sant’Andrea: questi corsi d’acqua percorrono le valli con profili montani molto impervi e affilati, tipici della dorsale dei Peloritani. Giunti sulla vetta, denominata localmente Castello, si possono visitare i resti delle antiche fortificazioni e i resti dei diversi insediamenti che si sono succeduti nel corso dei secoli, testimoniando l’importanza strategica di questa roccaforte, affacciata sulla costa tirrenica e presidio di controllo sulle vie di valico da nord a sud della Sicilia. Il ritorno sullo stesso percorso di salita. Difficoltà: media. Ore di cammino: 2 ore.
Roccella Valdemone e Punta di Castelluzzo
Descrizione percorso di trekking sui Peloritani: Sul versante meridionale dei Peloritani nella parte intermedia della Valle dell’Alcantara, Roccella Valdemone consente l’accesso a diverse località del Bosco di Malabotta, con impegnativi itinerari tra rocce, fitti boschi e torrenti. All’ingresso di Roccella V., si segue una strada asfaltata fino all’inizio dello sterrato, dove si lasciano le auto e si prosegue a piedi: la pista agricola si inerpica in una valle che, in breve tempo, ci porta ad un valico; si prosegue verso destra per raggiungere Punta Castelluzzo, un promontorio roccioso molto panoramico sulla Valle dell’Alcantara, sul vulcano Etna e sul cratere di Moio. Il ritorno sullo stesso percorso, raccomandando la chiusura delle chiudende del pascolo; si conclude la giornata con una visita del centro storico di Roccella Valdemone costruita alle pendici di una bellissima rupe calcarea. Difficoltà: media. Ore di cammino: 2 ore.
Castelmola e Monte Veneretta
Descrizione percorso: Taormina e Castelmola, dal punto di vista turistico e culturale non hanno bisogno di presentazione, ma vi presentiamo una perla escursionistica poco nota ai camminatori più esigenti. Prima di entrare a Castelmola, in prossimità dell’antichissima chiesetta della Santissima Annunziata, si segue una strada che in graduale e ripida ascesa, ci porta inizialmente in un borgo rurale e poi ci consente di proseguire su un sentiero, recuperato di recente dal comune, fino alle pendici del monte Veneretta. L’itinerario segue una antica mulattiera con bellissimi muri a secco e con basole di pietra locale, costruita per agevolare gli agricoltori che curavano seminativi e frutteti terrazzati. Il paesaggio è maestoso con vista mare, sulla costa ionica e sul vulcano Etna, oltre le principali vette peloritane; durante la salita, è possibile seguire il volo di piccoli e grandi Rapaci. Giunti ad un panoramico valico del sentiero si vede l’impervia vetta di monte Veneretta: per raggiungerla è utile essere accompagnati da una guida. Si suggerisce in ogni caso di mantenersi sul sentiero segnato, anche per il ritorno, che in alternativa si può effettuare seguendo una strada asfaltata che riporta al punto di partenza: la visita di Castelmola conclude la giornata di escursione peloritana. Difficoltà: media. Ore di cammino: 3 ore.

Forza d’Agrò e Monte Re Cavallo
Descrizione percorso: Forza d’Agrò è un piccolo centro abitato, arrampicato sulle rupi di calcare che si affacciano sulla costa ionica, nato da precedenti fortificazioni, nella successione storica delle dominazioni che hanno temprato lo spirito e la vita umana nella Sicilia orientale. Il centro storico, rivitalizzato da un crescente interesse turistico, si avvale di panorami ampi e gradevoli, in tutte le stagioni. Proprio da Forza d’Agrò parte il nostro cammino lungo la dorsale che culmina sul monte Rocca Scala e poi su monte Re Cavallo, da un lato in vista dell’Alta Valle di Agrò e dall’altro sulla valle del torrente Caliero. Il percorso si snoda su un alternarsi di sentieri, su antiche mulattiere scavate nella roccia e su piste agricole attraversando un paesaggio rurale d’altri tempi, dove il tempo sembra essersi fermato. Uno degli aspetti storici e rurali più interessanti sono i numerosi antichissimi palmenti scavati nella roccia sedimentaria, su massi erratici disseminati tra i terrazzamenti del comprensorio. Durante l’escursione, è molto frequente osservare diversi Rapaci e molte specie botaniche, tipiche della vegetazione mediterranea. Andata e ritorno sullo stesso percorso, altrimenti ad anello con variazioni con diversi aspetti dei paesaggi e singolari scorci naturalistici. Difficoltà: media. Ore di cammino: 4/5 ore.
Info utili per i trekking sui peloritani
Se desiderate conoscere il territorio o ricevere suggerimenti per le vostre escursioni da affrontare in sicurezza e i trekking sui Peloritani, potete contattare la guida Fabrizio Meli attraverso la sua pagina Facebook. Anche le foto presenti nell’articolo sono di Fabrizio Meli.