Libri da leggere nel 2020, magari in quarantena, o perché no semplicemente per rilassarsi: ecco i nostri consigli.
Per lanciare questa rubrica dedicata a chi ama tuffarsi nel mondo della lettura abbiamo scelto un titolo importante: “Febbre” di Jonathan Bazzi.

Se non lo conoscete potete leggere da qui e gratuitamente l’estratto delle pagine in lettura.
“Febbre“, edito da Fandango, è l’esordio letterario di Jonathan Bazzi ed è stato finalista al Premio Strega 2020.
La recensione
È simpatico Jonathan Bazzi! È simpatico nel “senso etimologico del termine”, come diceva la mia prof di latino e greco al liceo. Con il suo modo di fare, di raccontare, di affrontare le difficoltà, sentimentali e cliniche, crea uno stato di condivisione che suscita un sentimento di attrazione.
Sono stata attratta per caso da Jonathan, non l’ho cercato anzi, in tutta sincerità, lo avevo evitato. E invece, mi è capitato, è stato come conoscere un tipo interessante in una serata che si prospetta noiosa.
“Tre anni fa mi è venuta la febbre e non è più andata via. 11 gennaio 2016. Trentun anni non ancora compiuti”.
Lancia l’amo. Abbocco subito. Mi aspettavo un racconto malinconico, di sofferenza; un flusso di coscienza doloroso; un po’ di retorica qua e là, inevitabile.
Invece no. Jonathan è simpatico. Parla come se stesse registrando un messaggio vocale, a ritmo sincopato; si scatta dei selfie; senza stare a pensarci troppo racconta delle sue origini e della sua città, Rozzano, degradata periferia sud milanese, dei suoi genitori, separati e litigiosi, una madre bambina e un padre assente.
Dei nonni (la nonna che parla in napoletano stretto è fantastica!) Della scuola, della sua balbuzie e del bullismo. Dell’omosessualità, scoperta da bambino.
Delle tante avventure e poi del grande amore, trovati nelle chat. È simpatico Jonathan, anche quando racconta della sua ansia che, ad un certo punto, diventa più invadente e pericolosa della malattia.
Jonathan riesce a trasformare l’HIV, il virus dell’immunodeficienza, la peste del duemila, in materia letteraria.
È un ragazzo che vuole vivere e lo fa prendendo tutte le sere, alla stessa ora, una pillolina rosa, senza nascondersi e senza commiserarsi.
“Il virus è lo stesso, uguale per tutti. Conta il modo in cui chi ce l’ha assume su di sé la sua diagnosi, lo stile con cui sceglie o riesce ad attraversarla.
Ci avete mai pensato? Ve ne frega davvero qualcosa? Ho deciso di essere un sieropositivo che si lascia individuare, che racconta più che lasciarvi immaginare.”
Onorata di aver fatto la tua conoscenza, Jonathan Bazzi!
Libri da leggere, per saperne di più
Questa rubrica è curata da “Vivechilegge”, ovvero Paola Ardizzone. Potete trovare altri consigli di lettura nella sua pagina Instagram, e scriverle per eventuali collaborazioni.
Se invece siete interessati alla lettura di “Febbre di Jonathan” ecco la pagina per l’acquisto del libro.