Mascherine e inquinamento sembrano diventare un binomio pericoloso unito ai guanti di plastica che invadono mari e montagne.
Stavamo camminando in uno dei tanti boschi siciliani, eravamo lungo uno dei sentieri che si possono percorrere anche con i bambini a Ficuzza, la riserva naturale a due passi da Palermo.
Ci siamo addentrati tra le piante per cercare qualche fungo di stagione e abbiamo goduto dello spettacolo fino a quando non ci siamo imbattuti in una scena che ci ha feriti.
Appesa come una pallina sull’albero di Natale, c’era una mascherina (qui le info tecniche dei vari modelli da potere usare per la vostra protezione) chirurgica monouso finita lì chissà come.

Volata a qualcuno, dimenticata o semplicemente gettata via. Qualsiasi cosa sia accaduta alla mascherina per finire lì, ci ha dato da pensare e parecchio.
Se non siamo noi che le usiamo a starne attenti come lo siamo per il portafoglio, davvero mascherine e inquinamento diverranno amici per la pelle, con tutto il senso negativo che gli si può dare.
Abbiamo cura di uscire con le autocertificazioni per non incappare nelle multe ma non ci curiamo di quel bene che potrà proteggerci per sempre: la natura.
Siamo tra quelli che si sono battuti per un mare senza plastica. Magari ricorderete il progetto che ha coinvolto le isole Egadi.
Le immagini che si rincorrono sui social sono preoccupanti, ci sono grafiche che mostrano il pianeta Terra letteralmente sepolto da guanti e mascherine.
Siamo tra quelli che credono che il gesto di ognuno sia pari a quello divino. Ciascuno può dare un contributo per un futuro migliore. Vorremmo che le mascherine vadano nel giusto recipiente dei rifiuti.
Vorremmo che se la mascherina vi si slaccia venga recuperata e gettata correttamente.
Non vogliamo che i nostri boschi diventino alberi di Natale in cui brillano mascherine inquinanti invece di lucciole.
Vorremmo più rispetto gli uni per gli altri. Noi e la nostra Madre Natura lo meritiamo.
Buon cammino e ci si vede qui o sui nostri social.