Perricone vino rosso che parla di Sicilia: da Tasca a Orestiadi, caratteristiche, abbinamenti e cantine di una bottiglia da avere sempre in cantina.
La Sicilia del vino si esprime in mille modi ma se amate il gusto che affonda le radici nell’antichità, allora il Perricone non può mancare nella vostra cantina.
Il vitigno di Perricone è autoctono e in Sicilia si è coltivato nelle campagne di Palermo, Trapani e Agrigento per tutto l’Ottocento. La zona di Monreale era particolarmente importante per queste uve.
Sembra che la sua bontà derivi da uve che i greci portarono attraverso il Mediterraneo e che poi si sono evolute sino a diventare quelle che conosciamo oggi.
La Sicilia ha abbandonato questo vitigno per diverso tempo ma, per fortuna, alcuni produttori ne hanno continuato a coltivare le piante e oggi è tornato ad essere un grande classico da mettere in tavola.
Caratteristiche e abbinamento
Vediamo allora quali sono le caratteristiche che contraddistinguono questo vino e quali i migliori abbinamenti che lo vedono protagonista del cibo siciliano e non.
Si tratta di un vitigno che ama i terreni argillosi e che resiste bene alla siccità. Forse non è un caso che il suo soprannome principale sia “Pignatello”.
Le “pignate”, in siciliano, stanno ad indicare le antiche pentole da cucina fatte di argilla rossa e lo stesso colore richiama i terreni argillosi in cui il Perricone si trova a suo agio.
Andiamo agli abbinamenti. Il Perricone è un vino che sta benissimo con i piatti piccanti e speziati, si sposa con i legumi, con le carni rosse e i formaggi stagionati e di carattere.
Questo vino si esprime al meglio dopo un periodo di affinamento, è un vino elegante che richiama i frutti rossi nel corpo e che ha il sentore delle spezie e del ginepro all’olfatto.
Un vino ottimo da gustare in purezza, ecco allora alcune cantine siciliane che lo producono.
Perricone vino Tasca d’Almerita
Eccoci al Perricone Tasca d’Almerita che potete trovare anche in queste offerte on-line.
“Descritto per la prima volta nel 1735, il Perricone – detto “Guarnaccio” dai vignerons di Regaleali – viene allevato in tenuta sin dal 1959.
Dallo storico vigneto San Lucio, una selezione ha permesso di costituire nuove vigne da cui proviene questo vino, ricco di polifenoli e aromi speziati, che evocano ricordi di un’antica tradizione enologica”.
Perricone Vino Orestiadi
Ottimo anche il Perricone di Tenute Orestiadi che sorge nella Valle del Belìce e che potete assaggiare da qui.
L’azienda descrive così la sua terra rossa con riferimento alle “pignate” di cui abbiamo detto.
“Nella Sicilia sud occidentale, dove il colore della terra rievoca le tonalità di rosso tipiche dei suoli dorati dal sole sul Mediterraneo, si ritrova questa tipologia di terreno, ricco di sabbia e di scheletro (pietre).
La Valle del Belìce è caratterizzata da un microclima asciutto perfetto per l’allevamento dei varietali a bacca rossa. È terreno d’elezione del Perricone, che in questa zona trae le proprie origini”.
Feudo Montoni, biologico
Se volete provare un Perricone biologico, assaggiate questo firmato Feudo Montoni “del Core”.
Fabio Sireci, il produttore, lo descrive così su suo sito.
“Core é il nome del cru da cui proviene l’uva. Il nome trae origine da un vigneto da sempre chiamato dai contadini del luogo, Core. In siciliano, core significa cuore. Infatti, il vigneto visto dall’alto ha la forma di un grande cuore“.
Itinerari del vino
Di strade de vino in Sicilia ce ne sono tante. Alcune le abbiamo descritte parlando di una vendemmia di qualche tempo fa.
Vi riproponiamo due possibili percorsi legati al vino siciliano.
1. Fra Palermo e Trapani, basta percorrere anche l’autostrada A29 per Mazara del Vallo e uscire nella zona di Alcamo per potervi perdere fra suggestivi paesaggi che si affacciano sul mare.
Questa è la zona del famoso bianco d’Alcamo, da poter bere fresco al tramonto. In questo caso potreste approfittare per un salto nel borgo di Scopello e dedicarvi a una di queste cose che suggeriamo, o proseguire verso San Vito Lo Capo per un cous cous che con il vino calza a pennello.
L’intera zona di Alcamo è coltivata per cui potete “perdervi” in tranquillità; da lì potete anche raggiungere il sito archeologico di Segesta per una sosta culturale
2. Nella valle del Belìce, lungo la Agrigento, Sciacca Palermo, potete percorrere lo scorrimento veloce SS624 per tuffarvi in una natura cangiante, laghi e una moltitudine di cantine, alcune delle quali fra le più grandi ed estese d’Europa.
Prendete Menfi come punto di partenza se siete in provincia di Agrigento, o di arrivo se invece partite da Palermo. I dintorni di questo piccolo centro che si affaccia sul mare e che è da anni Bandiera Blu per le sue spiagge pulite, sono uno spettacolo di vitigni di ogni genere.
C’è anche una pista ciclabile di pochi chilometri e adatta anche ai bambini, che attraversa alcuni di questi vigneti. Percorrendo la strada non avrete che scegliere dove uscire per conoscere il territorio.
Fate una sosta a Camporeale, terra ricca di Perricone, in cui vi sono diverse cantine abbarbicate sulle colline. Davvero una strada unica.