Meditazione all’aria aperta in cinque splende location della Sicilia orientale, il tutto da accompagnare ad un musica da ascoltare anche a casa.
Il progetto si chiama Sound Meditazione in Sicily e mette insieme la bellezza dei luoghi di Sicilia con l’animo di un handpan per la meditazione.

Trovarsi in una location da brividi, stare a contatto con il vento e il suono del mare è uno spettacolo unico. La Sicilia lo sa fare bene, ecco allora cinque luoghi in provincia di Ragusa da visitare anche per una meditazione.
Potreste approfittarne, ad esempio, durante un weekend fra Ragusa e Scicli come quello nostro.
Se siete ciclisti o viaggiatori su due ruote, non sarà difficile raggiungere questi luoghi unendo anche il piacere della pedalata.
Intanto vi regaliamo cinque location e i suoni da mettere in sottofondo nel racconto dell’autore Adriano Alecci.
Meditazione con l’handpan sulla città vecchia di Scicli
Oggi mi trovo sulla città vecchia di Scicli (Ragusa). Il primo insediamento nacque proprio sul colle dove mi trovo a suonare e meditare, colle San Matteo. Per la precisione sono sui ruderi del “castellaccio”.
Da qui si gode di un paesaggio stupendo. Si vede la città, il suo centro storico, le sue piazze, le chiese e palazzi barocchi. Mi piace venire di tanto in tanto qui perché è come stare su una nuvola passeggera.
Quando il tempo è generoso si vede il mare e al tramonto si gode di una leggerezza cromatica piena di intense sfumature. Mi sento quasi avvolto in un lungo abbraccio, che si vive in apnea.
Alle spalle dell’orizzonte sul mare il paesaggio è fatto di grandi canyon, colline e tanto verde. I suoni della città fanno da sottofondo al soffio pieno del vento. Meditare qui solleva l’animo, sospende il tempo e lo spazio.
Meditazione a Playa Grande
Playa Grande, Scicli. Una spiaggia, dorata, bella e selvaggia. Ci troviamo tra Marina di Ragusa e Donnalucata, le due zone balneari super frequentate nel periodo estivo.
Playa Grande è una piccola frazione di pochissimi abitanti, per lo più stagionali, che costeggia una spiaggia grande, per l’appunto, e che precede la riserva del Fiume Irminio (guarda il video precedente alla foce del fiume.
Uno chalet abbandonato fa da protagonista. Richiama l’eco di party sulla battigia, musica ricca di bassi e tanta spensieratezza. Ogni sera viene illuminato da un tramonto che anche nelle giornate autunnali ed invernali lo colora di calde e intense sfumature.
Il suono predominante è quello delle onde del mare, degli uccelli e del vento che soffia talvolta da ponente, talvolta da levante. Con la schiena dritta, seduto a gambe incrociate sul tavolato della struttura spenta, chiudo gli occhi e inizio la mia respirazione. Inizia il safari meditativo.
Trovo pace, esteriore ed interiore. Poi, accompagno i suoni della natura con il disco di metallo sonoro.
Faraglioni di Ispica, Punta Ciriga
Punta Ciriga, faraglioni, Ispica. La prima volta che ho visitato e scoperto questo luogo ero in bici ed era estate. Mi ha subito colpito la magia di queste insenature e di trovare delle profonde grotte semibuie in questa scogliera silenziosa e misteriosa.
Inoltre appaiono due faraglioni avvolti da dei piccoli golfi. Ho voluto immaginare che essi siano i sassi che Ulisse lanciò per primo ad Ecuba. Poco più avanti sulla costa si trova infatti il Porto di Ulisse. Questo lembo ti terra sicula quindi è stato approdo dell’eroe viaggiatore omerico.
Ecuba viene raccontata da Euripide nelle sue tragedie. Ella fu destinata in schiava ad Ulisse. Ricoprì d’insulti Ulisse e la sua ciurma per la loro mancanza di parola e crudeltà sino al punto che i soldati la misero a morte.
Il suo spirito assunse l’aspetto di un’orrenda cagna nera che si tuffò in mare e nuotò sino all’Ellesponto. Un’altra versione del mito però vede Ecuba posta da Zeus tra le stelle del firmamento, divenendo la costellazione dell’Orsa Minore, così che con la Stella Polare orienta i naviganti.
Ogni racconto, ogni mito leggendario arricchisce di incanto ogni luogo. Per questo mi piace andare, scoprire e meditare su elementi naturali che respirano da soli.
Tra Cava D’Aliga e Sampieri
Ci troviamo in un meraviglioso parco extraurbano: Costa di Carro. Siamo in provincia di Ragusa e precisamente nel territorio di Scicli, sulla costa tra le frazioni marinare di Cava D’Aliga e Sampieri.
È un percorso lungo spiagge e scogliere mozzafiato. Di solito si presta per delle passeggiate di trekking o delle pedalate in mountain bike. Ed in effetti è con la mia bici che l’ho scoperto.
Sentivo però sempre parlare di un luogo preciso all’interno del parco: il covo, o anche grotta dei contrabbandieri. Quindi una volta, per far qualche foto, mi sono spinto alla ricerca di questa scogliera.
Cercandola, ho scoperto un’altro paio di punti sul litorale davvero interessati. Il primo è un edificio abbandonato, la casetta del finanziere, in passato un vecchio faro che è stato preso in uso dalla guardia di finanza. Davvero suggestivo al tramonto.
L’altro luogo che ho scovato è alla fine quello che ho scelto per fare un po’ di meditazione e suonare qualche nota. Una scogliera a strapiombo sul mare più lontana dalla strada.
Per arrivarci bisogna attraversare un po’ di vegetazione, agavi, palme nane, fichi d’india e altra flora mediterranea. Il luogo in dialetto è nominato “puzzu ra za vanna”. C’è un piccolo edifico che protegge questo pozzo.
Tucidide scrive che qui sorgeva un tempio, del quale si è persa traccia, in onore di Apollo Archegete, cioè “colui che guida la fondazione”, in quanto patrono di molte colonie greche oltremare. Il suono del mare regna sovrano.
Ci si perde in questo orizzonte senza risposte e non è difficile entrare in un profondo stato meditativo.
Nella riserva del fiume Irminio per una meditazione con gli dei
Siamo nella Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio. Ci troviamo in provincia di Ragusa a qualche chilometro di distanza da Marina di Ragusa.
Ho dedicato le note a Dafni (in greco Daphnis). Si tratta di un mito greco. Figlio di del dio Ermes e della ninfa Dafnide. Nacque in un basco di alloro proprio sulle rive del fiume Irminio. Fu abbandonato dalla madre subito dopo il parto e preso in cura da dei pastori. Fu molto caro agli dei.
In particolare Pan gli insegnò a la suonare la zampogna. Si dice che inventò l’arte della poesia bucolica e grazie alla sua bellezza fu amato da diverse ninfe ma anche divinità, tra le quali anche Pan.
La storia del poeta pastore però non ha un lieto fine. Si narra che fu fedele sposo della ninfa Echemeide, fino a quando non cadde in inganno da parte della Regina Climene.
Innamorata, ella lo fece ubriacare con vino e potenti afrodisiaci a base di alloro, per poterlo sedurre. Compiuto l’adulterio, la dea-suocera Giunone lo punì togliendogli la vista.
Calate le tenebre nei suoi occhi, Dafni si rifugiò nelle poesie, nei canti e nelle musiche, vagando per le terre siciliane. Poco dopo tempo, accecato dalla disperazione di non poter ammirare più la bellezza della natura, decidette di uccidersi lasciandosi cadere da un precipizio.
Ma proprio nell’attimo, in cui stava per schiantarsi a terra, il padre Ermes ebbe pietà di lui e lo trasformò in una rupe.
È fatto racconto che questa rupe si trovi a Cefalù, in provincia di Palermo. Un promontorio sul mare dove risuonano leggiadre le soavi note e poetiche parole del bucolico Dafni.
[…] Di Charlie, ovvero Adriano Alecci, abbiamo apprezzato anche il progetto legato alla musica da meditazione unito alle location siciliane. […]