La scuola che vorrei: un quadro e una poesia che ci proiettano in un mondo di idee in cui sogno e realtà possono unirsi.
In questi tempi in cui la scuola è oggetto di pareri contrastanti, necessità di riforme e uno sguardo al futuro, serve continuare a sognare.
Se autocertificazioni e didattiche a distanza hanno in qualche modo creato difficoltà al mondo della scuola, le maglie hanno tenuto duro.

E allora perché non sognare in grande, come fa Grazia Calanna, mente del periodico culturale L’Estroverso, in questo suo pensiero.
“Curiosando mi sono imbattuta in questo straordinario dipinto di André Henri Dargelas, Il giro del mondo.
L’artista francese (Bordeaux, 11 ottobre 1828 – Écouen, giugno 1906) amava raffigurare scene d’ordinaria quotidianità.
Soprattutto, amava soffermarsi sui più piccoli, narrando numerose “scene”, come nel caso in specie, “rubate” alle ore in classe. Guardatelo.
Guardarlo è stato come uscire (non solo idealmente) dalla disumana trappola senza spiragli della Dad, è stato come imbattersi in una ventata d’aria salubre, freschissima.
È stato come sentire l’euforia del presente improrogabile (hic et nunc) della quale i soli veri Maestri sappiamo essere i bambini, al pari dei nostri amici animali.
La sensazione è proprio quella di stare “in groppa al mondo” ebbri di una filosofia improntata alla creatività.
Creatività tanto più fervida quanto più pulsante è l’esperienza interiore della libertà che, direbbe Steiner in fatto di pedagogia, insegni ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa”.
La scuola che vorrei, la poesia
Vi lascio la possibilità di un’ulteriore e florida riflessione con i versi di Azzurra D’Agostino, scelti per voi dall’antologia “Poeti in classe (25 poesie per l’infanzia e non solo)” che potete sfogare da qui, a cura di Evelina De Signoribus e Elena Frontaloni, (italic pequod, 2017).
LA MISURA DEL MONDO
In matematica non sono brava.
Perdo il conto delle foglie dei rami
e per le stelle ogni volta ricomincio da capo.
Non riesco a misurare il salto delle cavallette
e non so la formula per il perimetro delle nuvole.
Il calcolo di quanta neve sia caduta mi sfugge e anche di quanta ne possa reggere un filo d’erba.
La somma dei passi per arrivare al mare non mi riesce
e mi chiedo se per il ritorno devo fare una sottrazione.
Ho diviso il numero dei semi per i frutti
il risultato è una nuova foresta e ne avanza qualcuno.
Se moltiplico le giornate di sole per quelle di pioggia
ottengo più di sette stagioni e non so quante settimane.
La matematica mi confonde. Come misura del mondo è strana.
Per quanti conti si facciano qualcosa non torna mai pari.
Due finestre fanno una vista? quattro muri sono una casa?
Noi siamo i nostri centimetri, chili, litri? quanto pesa un segreto?
quanto misura una risata? e l’area del cuore come si calcola?