Visitare palermo a piedi in un giorno, magari partendo dalla stazione o dal porto per raggiungere il centro storico: ecco un itinerario dalla Cattedrale.
Per visitare Palermo a piedi possono volerci giorni. Basti pensare al quartiere di Ballarò, città nella città.

Per queste passeggiate a piedi ci affidiamo a Giuseppina Lombardo, una vera conoscitrice della città e dei suoi scrigni nascosti.
Autrice di un libro dal titolo “Adesso parlo io. Palermo racconta”, che potete sfogliare da qui, ci dice come visitare Palermo a piedi con questo itinerario.
Devo dire che il territorio palermitano, specialmente nella sua parte più storica e antica, è ottimo per le passeggiate. Essendo piuttosto pianeggiante, consente di camminare per lunghi percorsi senza stancarsi troppo.
Ma la cosa più interessante è notare che una passeggiata per le vie della città non diventa soltanto un modo per esercitare un pò di attività fisica.
Passeggiare per Palermo significa accorgersi di tutta la storia, i monumenti e le bellezze che la città racchiude e che riesce ad offrire agli occhi più attenti dei visitatori.
Ad ogni passo, si possono scorgere aspetti e dettagli di notevole interesse. E così diventano passeggiate infinite, che sicuramente non possono eseguirsi in una sola volta.
Ecco perchè, a partire da questo primo capitolo, perlustrerò pian piano alcuni tratti cittadini cominciando dal famoso centro storico, ricco di attrazioni monumentali e turistiche.
L’itinerario per visitare Palermo a piedi
Siamo su via Vittorio Emanuele e, sorvolando sulla magnifica Cattedrale alla nostra sinistra e per la quale occorrerebbe un capitolo a parte, avviamoci verso i Quattro Canti di città.
Così, popolarmente viene definita piazza Villena, con i suoi elementi marmorei ricchi di significato posti su ognuno dei quattro angoli che definiscono il tracciato a croce fra via Maqueda e il Cassaro (via Vittorio Emanuele).
Angoli che, a turno, sono sempre illuminati dalla luce solare; ed ecco perché a questa piazza viene attribuito anche il nome di “Teatro del sole”.
Via del Protonotaro
Una decina di metri dalla nostra partenza dalla Cattedrale, troveremo a destra via del Protonotaro, così chiamata a motivo dell’esistenza del bombardato – e mai restaurato – palazzo Papè di Valdina.
Era di una antica famiglia di principi alcuni dei quali ricoprirono più volte la carica di protonotari del regno, ossia rivestendo le mansioni di capi dei notai dei re di Sicilia.
Fermiamoci un istante e solleviamo lo sguardo. Proprio all’imbocco della strada, una piccola statua di Gesù è affissa all’angolo in alto e, subito sotto di essa, si trova uno stemma aristocratico dai simboli incisi non più identificabili.
Ma che ci fanno questi due emblemi in quel luogo e cosa significano? Ebbene, siamo nel punto in cui si trovava il monastero del Santissimo Salvatore, la cui omonima chiesa – nonché archimandritato, voluta nel 1072 da Roberto d’Altavilla (il Guiscardo) – si affaccia a tutt’oggi sul Cassaro.
Attualmente l’ex monastero basiliano di epoca duecentesca è sede del liceo Regina Margherita, il più antico liceo siciliano. Non si conosce il periodo nè l’autore della piccola statua di Gesù Salvatore, ma dall’alto benedice i passanti e ricorda a tutti le antiche origini del luogo.
Per ciò che riguarda lo stemma nobiliare, è stato attribuito alla famiglia Artale; il cui capostipite Tristano de Artal giunse in Sicilia dalla Catalogna nel Trecento.
Egli, per i suoi meriti durante l’acquisizione dei regni di Corsica e di Napoli, ottenne la concessione della castellania del palazzo reale di Palermo e del castello della Cuba da parte del re Martino e della principessa Maria, trasmettendo tali benefici al suo erede Simone.
E allora è arrivato il momento di inoltrarci, per ammirare le meravigliose archeggiature medievali di casa Artale su via del Protonotaro, tutto ciò che rimane dello splendore architettonico della struttura divenuta anch’essa parte del liceo.
Nel quartiere Albergheria
Siamo già nello storico quartiere dell’Albergheria, nome proveniente forse dal fatto che qui si ospitavano alti ufficiali e vescovi in epoca medievale.
Oppure, secondo il cinquecentesco storico palermitano Agostino Inveges, perché fu il luogo degli accampamenti cartaginesi durante la prima o la seconda guerra punica.
Quindi siamo nella zona che si diparte dal canto di S. Cristina (o dell’Albergheria), fortemente indicato dalla presenza della meravigliosa chiesa barocca di San Giuseppe dei Teatini.
In questo Canto, le due vasche marmoree sono sormontate da una statua raffigurante la Primavera e, su di essa, ecco la statua del re Carlo V. Termina il complesso scultoreo la statua di S. Cristina, una delle quattro patrone di Palermo prima di Santa Rosalia.
Ma, tornando a via del Protonotaro, dobbiamo dire che essa ci riserva ancora un’altra sorpresa prima che sfoci in piazza San Giovanni all’Origlione, piazza della quale tratteremo la prossima volta.
Sollevando nuovamente gli occhi in alto, proprio ad angolo come nel caso precedente, vedremo due piccole targhe marmoree, l’una sotto l’altra, con delle frasi scritte in latino.
Quella più in alto riporta la frase: “Anno Domini 1602, Abb sor Claudia Zamparronio et Garsias”, per indicare il nome della badessa del monastero del SS. Salvatore in quell’anno.
Invece, nella targa sottostante, la frase “Ad hanc formam adauctae an 1748 quo rexit Anna Maria Pollastra et Algaria Abba” significa che il monastero fu “ampliato in tal forma nel 1748 sotto la badessa Anna Maria Pollastra e Algaria”.
Tracce e testimonianze, di un tempo che fu, si manifestano ancora oggi all’attenzione dei visitatori più interessati.
Ho sempre pensato e creduto che le pietre ed i monumenti “gridino silenziosamente” la loro storia a chi sa ascoltarla. Ed è necessario prestare orecchio e cure, ove occorra. Alla prossima puntata.
La nostra guida-autrice
Il mondo di Giuseppina Lombardo è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città.
In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.
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