Turbolenza, un libro di David Szalay per Adelphi editore che è una scoperta da vivere come durante un volo in aereo.
David Szalay è uno scrittore canadese nato nel 1974 ma con cittadinanza ungherese. In Italia la casa editrice Adelphi ha pubblicato e tradotto Turbolenza, che potete leggere qui in anteprima.

Oltre al libro di cui ci apprestiamo a parlare, Adephi ha pubblicato un altro suo racconto dal titolo “Tutto quello che è un uomo”. È la storia di nove uomini di diverse età della vita, dall’adolescenza alla vecchiaia, che raccontano il nostro tempo, quello che viviamo ogni giorno, in forma di romanzo.
Turbolenza, la recensione del libro
Ho acquistato questo libro attratta dal titolo e dal possibile contenuto.
Sono un’aerofobica e, come tutti gli psicotici, vado a caccia di osmosi ma, soprattutto, di terapie risolutive.
Sparso qua e là, qualcuno dei sintomi, in effetti, è descritto con estrema esattezza: l’ossessiva attenzione per i rumori, anche minimi, in cabina, l’impossibilità di razionalizzare quel che sta succedendo intorno, extrasistole, sudorazione e la ricerca di un legame con gli altri passeggeri, compagni di una sorte che può diventare tragica.
Ma non ho trovato nessun vademecum, nessun consiglio illuminate, nessun caso di miracolosa “guarigione”.
Quello che ho scoperto, invece, è un piccolo capolavoro di poco più di cento pagine, un romanzo composto da racconti brevissimi che si intersecano uno dentro l’altro come una matrioska.
Dodici personaggi, uno per capitolo, intitolato con le sigle degli aeroporti di andata e di arrivo, si passano il testimone da un volo all’altro. Il comprimario del racconto precedente, diventa il protagonista di quello successivo.
Le vite di ciascuno di loro, accumunate da gioie, dolori, paure e nuovi inizi, si sfiorano, si intersecano, si scontrano, su un itinerario circolare che inizia e finisce nello stesso posto, facendo il giro del mondo in senso antiorario (Londra, Madrid, San Paolo, Seattle, Hong Kong, Delhi, Doha, Budapest …).
La vita è un viaggio, di cui conosciamo il luogo di partenza ma non sempre quello di arrivo e, men che meno, cosa ci aspetta a destinazione. Quello che è certo è che dobbiamo allacciare bene le cinture perché sulla la rotta potrebbe esserci “turbolenza”.
I nostri consigli di lettura
Questa rubrica è curata da “Vivechilegge”, ovvero Paola Ardizzone. Potete trovare altri consigli di lettura nella sua pagina Instagram, e scriverle per eventuali collaborazioni.
Buona lettura!
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