Monastero di San Michele Arcangelo a Troina, è questo uno dei più grandi monasteri basiliani di tutta la Sicilia.
Il monastero di San Michele Arcangelo fu edificato nel Settecento, tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’80, nell’area di un’antica necropoli ellenistica.

Il monastero è ubicato nell’omonimo quartiere, cui dà il nome, all’ingresso della città, a pochi chilometri dalla Strada Statale 575, che collega Troina, città famosa per la sua storia e le case ad un euro per i recupero del centro, a Catania.
Inizialmente il Convento occupava una vasta superficie di oltre 8 mila metri quadri, ed era composto da una chiesa mono navata e dal contiguo monastero, che ruotava attorno ad un chiostro quadrato con arcate.
Al suo interno, ospitava una ricchissima biblioteca ed un’Antiquarium con i reperti provenienti dagli scavi per l’edificazione delle fondamenta.
Il Cenobio fu chiuso ed abbandonato nel 1866: i tesori letterari custoditi andarono perduti ed uno dei più grandi gioielli della storia religiosa dell’Isola trasformato in una grande cava di pietra a cielo aperto.
Dagli anni ’50 del Novecento, l’ex monastero è di proprietà dell’Oasi Maria Santissima di Troina.
Monastero di San Michele Arcangelo Nuovo, bene culturale fragile
Il monastero ha subito un parziale cedimento di una parte del perimetro murale.
L’Oasi Maria SS. e il Comune di Troina rispettivamente Don Silvio Rotondo e Fabio Venezia, dichiarano quanto segue:
“Abbiamo già informato sull’accaduto il Soprintendente ai BB.CC.AA. di competenza territoriale per chiedere un intervento di messa in sicurezza del monumento ed evitare che si possano avere ulteriori cedimenti.
Si sta valutando la possibilità di un gruppo di lavoro Oasi e Comune a livello tecnico per un progetto complessivo di recupero di tutto il monumento per renderlo poi in futuro fruibile.
È intenzione creare una sinergia per esplorare possibili canali di finanziamento che non incidanoné sullerisorse del Comune né dell’Oasi. Una sinergia tra l’altro già sperimentata recentemente.
L’Oasi ha infatti concesso in comodato d’uso al Comune l’area boscata del “Monte Muganà” e ciò ha consentito di poter ottenere un finanziamento, per un importo complessivo di 250 mila euro nell’ambito degli investimenti del Gal “Rocca di Cerere”, finalizzato alla realizzazione di un percorso naturalistico. Bisognerà capire adesso se lo stesso percorso potrebbe essere replicato anche in questo caso con l’interlocuzione della Soprintendenza.