Scicli Montalbano: cosa vedere nella via del commissariato, gli orari di visita al municipio e il barocco della via Mormino Penna.
Probabilmente molti di voi la conoscono già. L’avete sicuramente già vista durante i vari episodi del commissario Montalbano a Scicli, forse in una veste un po’ anonima ma in realtà soltanto spoglia.

Avete quindi spesso visto arrivare la famosa fiat Tipo grigio scuro dal fondo di una via basolata e con il Commissario che, terminando la sua corsa, scende dall’auto e sale una piccola scalinata per entrare dentro al commissariato. Quella strada è proprio la via Francesco Mormino Penna.
Direi che questa via che lega Scicli Montalbano e il barocco siciliano è molto di più di quello che avete visto nella pellicola ad episodi su RaiUno e vale la pena raccontarla più nel profondo.
Spesso quando la percorro, rigorosamente a piedi (come ogni gioiello urbano è custodita e inibita al traffico delle auto), penso che non abbia nulla da invidiare, come suggestione emozionale, a uno dei vicoli medioevali nei pressi del Museo Picasso a Barcellona, o una delle strade del quartiere latino a Parigi.
Questa via è uno dei punti cui abbiamo accennando quando abbiamo parlato di cosa vedere a Scicli e Montalbano qui ha un ruolo importante.
Via Mormino Penna Scicli
Il momento più bello per visitare via Mormino Penna e percorrerla a mio avviso è la sera. Per gli amanti della tranquillità e del silenzio consiglio una passeggiata durante un giorno feriale, mentre per gli amanti della movida un giorno estivo a scelta tra venerdì, sabato o domenica.
Per i più romantici, al tramonto, perché i riflessi degli ultimi raggi di sole sulle basole che uniscono quelli dei lamponi che iniziano ad accendersi, i suono ritmato dei pochi passi vicini a voi, le modanature sinuose delle facciate dei palazzi arricchite dal prezioso dono di colori arrotondati, fanno tornare alla mente l’originale poetica romantica dei film di Woody Allen ed un gran senso di serenità.
Io faccio parte degli amanti del silenzio. Per questo vi descriverò metro per metro, ogni angolo incantevole di questa regia via, in una sera d’inverno.
La storia e cosa vedere
Intanto il nome della via, Francesco Mormina Penna, è dedicato ad un uomo, avvocato, giornalista e affermato interprete post-risorgimentale del pensiero mazziniano. Nato e morto a Scicli (1860 – 1925).
Di solito preferisco imboccare la strada dalla via Nazionale, non tanto lontana dalla famosa Piazza Italia. Subito dopo L’Antica Farmacia, si apre a voi uno slargo fatto di rotondità.
Panchine e aiuole circolari avvolgono il delizioso palchetto della musica, anch’esso circolare, in ferro battuto. Non grandissimo, ma quanto basta per ospitare i concerti delle bande popolari. Da qui l’area diventa pedonale e dopo aver letto anche la targa Unesco posta sull’angolo dell’edifico alla vostra destra, possiamo avanzare di qualche metro, fiancheggiando il palchetto della musica.
Nessuna simmetria e parallelismo scontato tra i palazzi abitanti della via. Una visuale a strettoia, come un fiume che scende a valle, che vi farà notare l’imponenza dei palazzi e chiese sulla destra rispetto agli edifici più modesti della linea sinistra.
Scicli Commissariato Montalbano orari e visite
A questo punto noterete prossimi a voi i gradini di cui parlavo all’inizio, che il commissario di Vigata sale e scende sempre con una certa frenesia. Questi gradini si aprono all’atrio del palazzo che, nella realtà, ospita il comune di Scicli, con i suoi uffici pubblici e del Sindaco.
È possibile visitare la stanza del sindaco, utilizzata nella fiction come stanza del questore. Mentre la prima porta che vedrete dentro l’atrio sulla destra (questo però negli orari diurni ovviamente quando l’edifico è aperto, anche se capita qualche che sia aperto in delle serate estive dedicate) vi porterà a visitare il set degli uffici del commissariato di Montalbano con anche il suo famosissimo ufficio.
Le visite al set di Montalbano sono gestite dalla cooperativa Agire che potete contattare attraverso questa pagina Facebook per le prenotazioni.
Il set è aperto tutti i giorni compreso i festivi dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18. In estate e in alta stagione l’orario è continuato e si protrae sino alle 22 e alle 24 in giorni particolari di grande afflusso.
Il biglietto d’ingresso si fa al Comune stesso.

Se siete appassionati di Montalbano non potete perdere gli scritti del maestro Camilleri, cui abbiamo dedicato questo tour fra i suoi luoghi letterari e non.
A passeggio lungo la via Francesco Mormino Penna
Usciamo dal palazzo e proprio di fronte troverete uno dei bar, ristorante-pizzeria più conosciuto in città: il Millennium. A me piace osservare l’edifico subito dopo, quando i locali della movida sono spenti, quando invece accesi, le facciate diventano proiezione di colori, musica e divertimento.
Mi siedo su una panchina e ammiro le facciate di queste tre palazzine collegate da un ballatoio scoperto con la ringhiera in ferro senza fronzoli, come i caratteri bastone senza grazie della tipografia.
Voi direte, ma perché ammirare degli edifici seppur antichi ma anonimi e non ricevere una descrizione delle grazie eclettiche del palazzo municipale? Semplicemente perché la bellezza sta ovunque, anche nelle cose povere e sgraziate.
Torniamo alle facciata delle piccole palazzine.
Il primo ha la facciata con la pietra a vista ed ha un solo livello.
Il secondo ha una tinta che da sul rosa e colpiscono i rosoni/finestre che affiancano il piccolo portantino d’ingresso con la rigorosa arcata dalla decorazione basilare. Questo ha due livelli con un balconcino sul primo piano.
Il terzo invece ha la facciata grigia, su tre livelli sempre con dei balconi al centro del prospetto ed un terrazzo. Guardandoli nell’insieme vediamo che formano dei gradini. Alla base del ballatoio un paio di porte in legno anch’esse con la parte superiore ad arco.
Qui sembra essersi fermato il tempo, e lo si percepisce ancor di più se ci si sofferma a guardare la porta d’ingresso della palazzina più alta, quella grigia. Si, perché è una vetrina. Quelle di tantissimo tempo fa. Forse del dopoguerra, una meravigliosa porta in legno finestrata.
Ma non finisce qui. Arriva il sapore degli anni settanta e forse primi ottanta, perché questa porta vetrina era quella di un negozio di fotografia. Ci sono adesivi di marchi famosi come Canon, Yashica, Kodak ecc. Tutti sbiaditi e storditi dal sole. Di fianco una bacheca in legno ormai vuota che copre in parte una finestra, e che doveva fare da espositore di pellicole, stampe, macchine fotografiche compatte ed obiettivi.
Scicli Montalbano e Italo, il film dedicato a un cane
Io sono sempre lì seduto ad ammirare tutto questo, che passa spesso inosservato per concentrasi di più sui palazzi e chiese di un certo prestigio. Questa nostalgia che appare ai miei occhi, di un tempo semplice e rallentato, viene solo distratta dal ricordo di un abitante speciale di questa illustra via.
Non posso non citare e ricordare Italo, un cagnolone che accompagnava i turisti nelle visite ai palazzi, senza chiedere nulla in cambio, solo un po’ di affetto.
La storia di Italo è diventata un film che, anche se ovviamente opportunamente romanzata, ha lasciato una traccia felice di un animo puro. Io ho avuto il piacere di conoscerlo e di essere accompagnato anche io da lui nella passeggiata. Guardate il film se ne avrete voglia, ne vale la pena. Ecco il trailer.
Due passi nel barocco di Scicli
Ma andiamo avanti e proseguiamo il nostro cammino sulle basole luccicanti e scivolose.
Torniamo ad ammirare il lato destro. Vicino ad una piccola porticina verde, entrata per i dipendenti del comune, si apre una scalinata piccola ma suggestiva nella forma a conchiglia. Siamo davanti alla prima chiesa che appare nella strada, la chiesa di San Giovanni. È quindi proprio affiancata al palazzo comunale, in passato era parte di un Monastero delle Benedettine.
La facciata barocca sintetizza tutta l’arte della valle degli iblei. L’andamento sinuoso tra curve concave e convesse invita ad una pausa sui suoi gradini. Basta adagiarsi pochi minuti nella parte alta per avere una ulteriore bella prospettiva sulla via Mormina Penna.
Andiamo avanti, ma non troppo. Anche qui mi piace soffermarmi sul vicolo che costeggia la chiesa, via San Giovanni. Continuiamo a vivere un’atmosfera a tratti noir, che ricorda i vicoli misteriosi della bella Erice.
Proseguendo, un piccolo viale con alberelli, in giugno dai fiori rosati, con negozi e pub sia a destra che a sinistra.
Si inizia a scorgere uno slargo. Subito dopo aver superato un bel portone, l’ingresso di Palazzo Conti, un raffinato albergo, arriviamo ad una piccola piazzetta dove si impone una nuova chiesa, quella di S. Michele.
Totalmente decentrata, fuori da ogni simmetria urbanistica, ci regala la visione di un meraviglioso campanile.
Questa piccola piazza è arricchita da altri due magnifici palazzi: sulla destra palazzo Spadaro e sulla sinistra palazzo Bonelli. D’estate questa luogo diventa pizzeria a cielo aperto.
Colpisce ed è bello anche ammirare il portone d’ingresso dell’Antica Farmacia Cartia, oggi museo visitabile che contiene gli arredi dei primi del Novecento.
Palazzo Spadaro Scicli
Palazzo Spadaro, uno dei gioielli architettonici della regia via, porta nella sua facciata settecentesca dei bellissimi balconi a petto d’oca. L’ingresso al palazzo è poco dopo l’ingresso dell’antica farmacia e quasi di fronte ad uno degli ingressi laterali della chiesa di S. Michele.
Anche se a me piace godere delle sue architetture tra i pieni e i vuoti che generano le luci notturne, vale la pena visitarlo durante il giorno, negli orari di apertura (anche in questo caso può capitare di trovarlo aperto durante le serate estive), e rischiare di prendere un bel torcicollo per apprezzare i soffitti a volta dipinti delle sue stanze e le magnifiche pavimentazioni in maiolica di Caltagirone.
Scicli Montalbano, musei e monasteri
Uscendo dal palazzo proseguiamo lungo la stretta via che si allargherà di poco nuovamente. Sulla sinistra un’enoteca e subito dopo l’ingresso del Museo del Costume, ospitato tra gli ambienti del vecchio monastero della chiesa di San Michele. Reperti della storia del costume dal settecento alla prima metà del Novecento, tradizioni del ricamo e della tessitura popolare.
Qualche altro negozio caratteristico e di souvenir sul lato destro della via ci accompagnano a quella che è l’ultima chiesa che possiamo visitare. La chiesa di Santa Teresa. Spesso ospita delle mostre e la sua facciata è molto più semplice e lineare rispetto alle chiese già viste nella stessa via. Possiamo dire che è “soltanto” arricchita da una finestra quadrilobata sul secondo ordine.
Siamo arrivati adesso alla fine della nostra passeggiata. Dopo un’ultima strettoia ci si apre una nuovo slargo. Una nuova piazzetta con una vecchia macina al centro. Ci si può affacciare e vedere il letto del torrente che parzialmente è stato interrato più a nord. Si scopre un ambiente davvero suggestivo e ricco di storia.
Ad angolo troviamo un locale che produce stuzzicanti cibarie tradizionali come gli Arancini (come si chiamano da questa parte della Sicilia). Si chiama U Spicu e vale la pena mangiare qualche delizia per finire di gustare appieno questo unico angolo di Sicilia.
Spero che questa passeggiata in mia compagnia fra Scicli, Montalbano e il barocco vi sia piaciuta. A presto.