Teatri greci di Sicilia: quali sono e dove andare in un tour per conoscere i simboli della magna Grecia nell’Isola.
Per il viaggiatore in Sicilia amante del bello e dell’antico un tour dei teatri greci di Sicilia è senza dubbio un’idea affascinante. Un percorso sui generis, alla scoperta di luoghi pieni di storia di cui innamorarsi e con cui dialogare: qui sembra sembra davvero che la pietra “parli”.

In ogni città greca – piccola o grande che fosse – si ergeva un teatro. Insieme all’agorà infatti il teatro era il luogo di riferimento della società nella cultura della polis.
Il teatro era la forma d’arte più elevata per gli antichi greci e il popolo lo riconosceva come simbolo della completa armonia tra il mondo mortale e il divino.
La funzione educativa e sociale del teatro, capace di aprire le coscienze – prima ancora del diletto -, infatti è forse la nostra eredità più grande: pone dei problemi, apre a delle domande e rivela un senso di bellezza.
Sono almeno cinque i principali esempi di strutture architettoniche di teatri greci nell’isola, ancora ben conservate e in uso.
I teatri
- Teatro greco di Siracusa
- Teatro antico di Taormina
- Teatro greco di Segesta
- Teatro antico di Catania
- Teatro di Tindari
Più piccoli ma altrettanto degni di nota e fascino, i teatri greci resistono al tempo anche nei siti di:
- Eraclea Minoa
- Palazzolo Acreide
- Morgantina
Oggi visitare questi luoghi “sacri” è un vero e proprio salto nella magia. Posti splendidi, dal fascino unico e capaci di sospendere il fiato anche al visitatore più distratto.
Ospitano attori, danzatori, musicisti e drammaturghi di ogni sorta e generazione a partire dal terzo secolo a.C.
Da sempre contenitori di un rito – quello dello spettacolo dal vivo – i teatri racchiudevano il momento culturale più alto e senza dubbio necessario, secondo la cultura greca, alla crescita della società, essendo il luogo in cui lo spettatore “fa esperienza” e vive una vera e propria catarsi dello spirito.
Drammi epici e commedie divertenti basate su avvenimenti della società che hanno “fatto la storia” fungevano da cassa di risonanza delle idee politiche ed invitavano alla riflessione, influenzando l’opinione pubblica.
La pietra, l’acustica eccezionale e l’ubicazione – rivolti al mare o ad un panorama spettacolare – sono il leitmotiv che accomuna questi luoghi unici; chiari simboli e manifesta eredità della presenza greca in Sicilia.
Medesima è la struttura architettonica composta da Scena, Orchestra e Cavea (gradinate). Basta sedere per pochi istanti sui gradoni di pietra per respirarne la sacralità.
Sembra quasi di poter sentire riecheggiare i pianti di Ifigenia prossima al sacrificio, la disperazione di Medea tradita, le sventure di Edipo accecatosi dal dolore, il suono della terra smossa dalle Baccanti in preda a furiose passioni.
Ancora attivi al giorno d’oggi e piuttosto ben conservati – anche grazie agli interventi conservativi dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia-, i teatri antichi rivivono ciclicamente nelle stagioni estive.
Manifestazioni classiche e festival di qualità si alternano con regie più o meno contemporanee di grandi classici.
Migliaia di visitatori ogni anno fruiscono di svariate commedie, tragedie e satire “volgari”, esattamente come 2500 anni fa quando prendevano vita per la prima volta le messe in scena dei famosi tragediografi Eschilo, Sofocle ed Euripide e le commedie del poeta Aristofane.
Se si ha la fortuna di assistere con le luci naturali di alba o tramonto ad uno degli spettacoli, è possibile lasciarsi andare all’immaginazione: riecheggiano gesti e silenzi di autori e poeti, rivivono il riso e il pianto (il simbolo stesso del teatro è l’unione di una faccia che ride e una che piange); si crea naturalmente un ponte col passato, strettamente connesso al presente.
Siracusa, il Teatro Antico

Il teatro greco di Siracusa, che ospitò personaggi come Platone, Livio, Eschilo e Archimede è senz’altro il primo della colonia di Magna Grecia per storia e possenza.
Con poco meno di 140 metri di cavea divisa in nove settori, è scavato nella roccia e domina la città dall’alto. (Non perdere la visita dell’intera zona archeologica).
È uno dei più ampi teatri in pietra dell’antichità, degno rivale del teatro di Dioniso di Atene, e attrae visitatori da ogni dove, soprattutto gli amanti del classicismo.
Databile al V secolo a. C. è stato voluto da Ierone, dedicato a Zeus Olimpio ed Eracle (sono ancora evidenti alcune iscrizioni a loro dedicate).
Ospita una stagione di teatro a cura della Fondazione Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) che si tramanda dal 1913 ed ha visto le più belle regie dei classici a firma di nomi altisonanti quali Sanguineti, Pasolini e Quasimodo.
Il teatro era dotato tra gli altri elementi della crypta ancora in funzione da cui uscivano gladiatori e animali, e delle cosiddette scale Carontee – non più visibili ormai -, i passaggi sotterranei per far apparire gli attori dagli inferi e del macchinario “deus ex machina”, una sorta di gru utilizzata per rappresentare la spettacolare apparizione delle divinità dall’alto.
Si dice che il noto “siceliota” Archimede in persona, imparentato con il monarca Ierone, avesse offerto il suo ingegno per la costruzione di alcuni macchinari di scena.
Lo vediamo mutilato nella parte superiore perché gli spagnoli nel XVI secolo utilizzarono senza ritegno dei pezzi interi di pietra per fortificare Ortigia.
A Siracusa si tenne la prima di una delle rappresentazioni più significative di tutta la storia greca: I Persiani di Eschilo – in sua presenza -, la narrazione della grande vittoria dei Greci contri i Barbari.
Da vedere almeno una volta nella vita, questo teatro è già di per sé uno spettacolo.
Silvia Giuffrè
Il teatro antico di Taormina
Anche la città di “Tauromenium” (Taormina), facilmente raggiungibile dall’autostrada Catania-Messina, vanta un meravigliosa testimonianza della grecità in Sicilia.
Il Teatro Antico si trova lungo il corso principale del centro del paesino molto animato – specie nella stagione estiva- da negozi, localini e chiesette ed in cui potete fare anche un tour dedicato al cinema.
Secondo per dimensioni a quello di Siracusa, il Teatro Antico è scavato nella pietra ed offre ai visitatori un panorama estremamente suggestivo tra mare e montagna: la baia di Schisò sul mar Ionio e l’Etna, con il suo camino vulcanico sempre attivo.

Osservando tra i resti del portico di colonne nel fondo della scena si aprono squarci di un paesaggio senza eguali, scenografia naturale per le varie rappresentazioni che si susseguono regolarmente a partire dagli anni ’50.
Ha un’altezza di circa 20 metri e una capienza di 4500 posti a sedere. Secondo gli studi, originariamente era una costruzione più piccola, poi fu ampliato nella prima metà del II secolo d.C. fino a raggiungere i 109 metri di diametro. Ben 100.000 m cubici di roccia, asportati manualmente, per costruirlo.
Al centro, l’orchestra occupava uno spazio di 35 metri, dall’acustica perfetta. La cavea divisa in nove cunei.
È stato realizzato all’epoca di Gerone II, tiranno di Siracusa: su alcuni gradini infatti è inciso il nome di sua moglie, Filistide, tuttavia la conformazione architettonica del teatro è tipicamente romana.
Utilizzato al tempo come teatro per rappresentare tragedie o commedie, una volta subentrati i romani, dediti ai giochi olimpici e agli spettacoli dei gladiatori, divenne anfiteatro per le “venationes” abbellito con correttivi architettonici.
Non scordate di guardare in direzione dell’Etna, di sera potrebbe capitare di vedere una lingua di lava rossa sul vulcano.
Dario La Rosa
Segesta e il suo teatro greco
Nel punto più alto del Monte Barbaro a 440 metri di altezza, avvolto nei silenzi e circondato dalla natura incontaminata della provincia di Trapani, sorge il teatro.
Fu costruito alla fine del terzo secolo a. C. secondo i dettami dell’architettura greco ellenistica.
Un ibrido, tra il tipico teatro greco, che si ricava sui declivi sfruttando la pendenza naturale del terreno, e il teatro romano, la cui cavea veniva interamente costruita fuori dalla terra e che risale all’epoca in cui Segesta era sotto l’influenza romana. La cavea ha un diametro di 63 metri.
Si trova alle spalle dell’agorà, il teatro è orientato a nord (anziché a sud come di consueto) verso il golfo di Castellammare e sfrutta come scenografia lo splendido panorama del mare e delle colline di fronte.
Ad ovest, è costeggiato da una strada lastricata che arriva fino ad una grotta naturale, in cui si trova una sorgente sacra. Usata nell’età del bronzo, fu poi inglobata nel muro di sostegno della cavea.
Costruito con blocchi di calcare locale può contenere fino a 4000 mila spettatori. Come quello di Siracusa, viene utilizzato ancora oggi, in estate, per rappresentazioni classiche ed eventi. Particolarmente suggestivi gli spettacoli di danza, poesia e musica con luce naturale all’alba e al tramonto.

Per gli amanti del trekking si sale facilmente a piedi per una passeggiata di 20 minuti circa attraverso i resti della città antica – tracce delle abitazioni e della cinta muraria- altrimenti con un bus navetta che parte ogni mezz’ora.
Le rovine di Segesta – città fondata dagli antichi Elimi – sono una tappa obbligatoria per un tour in Sicilia fra i parchi archeologici perché rappresentano un sito magico in cui la forza del tempo e la bellezza della natura si incontrano sospesi.
Una volta lì, è da non perdere ovviamente la visita al tempio Dorico (del 430 a.C.). Incompleto e ben conservato è visibile già dall’autostrada in direzione Trapani.
Il tempio maestoso domina con la sua bellezza la collina verde sopra il fiume che confluisce nelle terme segestane ed è accarezzato costantemente dal vento, suo complice. Si dice infatti che nei giorni ventosi le sue 36 magnifiche colonne si comportino come un organo, producendo note misteriose.
Teatri greci e romani … a Catania
Anche a Catania è possibile lasciarsi affascinare dalla suggestione delle architetture elleniche, soprattutto grazie al recente intervento della Sovrintendenza dei beni culturali di Catania.
La campagna di scavo svoltasi nella seconda meta degli anni 90, infatti ha portato alla luce un vero e proprio “pezzo raro”.
Nascosto tra case e palazzi ottocenteschi, entrando nel civico 266 di via Vittorio Emanuele, ci si triva davanti al Teatro Greco-Romano (chiamato dai catanesi Teatro greco, perché costruito su un precedente ellenistico).

Edificato nel I secolo dopo Cristo e ultimato nel secondo secolo, il teatro è costruito interamente in pietra lavica, e poteva accogliere sino a 7000 spettatori nella sua ampia cavea, perfettamente conservata.
Doveva essere grandioso tanto l’edificio scenico decorato in marmo – di cui si salvano pochi capitelli nel suo adiacente – quanto il palcoscenico e l’orchestra.
Sorprendentemente a est confina con un teatro minore, detto l’Odeon, più piccolo ed esposto nella parte alta. L’Odeon con la sua gradinata rivolta verso il mare, è delimitato all’esterno da archi che hanno la particolarità di essere tagliati da un architrave.
L’accesso all’area del teatro è preceduta da un Antiquarium. Nelle notti d’estate, quando si accendono i riflettori degli spettacoli ospitati, si vive un’emozione rara.
Sapete che esiste un tour della Catania sotterranea? Questa città offre tante possibilità di essere scoperta, proprio come questo teatro.
SiciliaWeekend
Teatri greci: ecco Tindari
A Tindari, costruita nel 369 a.C. dai greci di Siracusa, vigeva la cultura della polis, compresa dunque quella del teatro.
Sita ai piedi del monte, sembra essere una delle più belle città siciliane, che oggi attira turisti da tutto il mondo grazie al suo importante centro archeologico. Anche qui, passato e presente si incontrano armoniosamente e il sito punta a diventare Unesco.
Il suo teatro – come gli altri del resto – fu rimaneggiato dai romani in epoca imperiale per ospitare i giochi del circo, ed era in grado di accogliere 3000 spettatori. In epoca romana però una frana fece crollare in mare una parte di città, e quello che rimase fu poi del tutto distrutto dagli arabi nel IX e X secolo.

Gli scavi hanno riportato alla luce alcuni gradini ed elementi di scena. I pochi filari di blocchi come nel caso di Segesta e pochi accenni di colonne come per il teatro di Taormina, lo rendono particolarmente suggestivo insieme alla sua ubicazione magnifica e a strapiombo sul mare.
Sovrasta tutto il panorama sottostante: il Golfo di Patti, le Eolie all’orizzonte e i meravigliosi laghetti della Riserva Naturale di Marinello.
Ogni estate il Tindari Festival riempie il teatro fino a 1750 persone, con un folto calendario di prosa, teatro, musica classica e d’autore.
In viaggio fra i teatri greci di Sicilia
È un tour, questo dei teatri greci di Sicilia, che lascia senza fiato per il patrimonio storico e la bellezza, per chi ama lasciarsi sorprendere dalla meraviglia e certamente da aggiungere alle cose da fare in Sicilia.
Visitando questi luoghi ci si riconosce parte di un passato che non può essere dimenticato, luoghi da sempre posseduti da qualche parte nella memoria o nel proprio background.
Queste cinque tappe fra i teatri greci accarezzano senza dubbio l’immaginazione: per qualche istante ciascuno di noi può sentirsi un pò il dio Dioniso – al quale venivano dedicate le rappresentazioni – e riscoprire in sé una provenienza antica o una sorta di “codice ereditato”, fatto di parole, suoni e chironomìa, cioè la gestualità accentuata della mani, tipica degli attori greci che si esibivano con delle grandi maschere.
Questi sono i teatri greci “sempre aperti” e all’aperto, che da secoli svolgono la stessa funzione, e cioè creano le condizioni necessarie per l’“elaborazione” della vita.