Visitare Palermo a piedi vol. 3: dalla torre di San Nicolò alla chiesa della Madonna del Carmine fra storia e bellezze da osservare.
L’indice delle passeggiate a Palermo
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- Palermo a piedi vol. 2
- L’itinerario del conte di Cagliostro
- Palazzo conte Federico
Dalla torre medievale di San Nicolò all’Albergheria abbiamo ammirato le cupole delle più belle chiese di Palermo e non possiamo continuare la nostra passeggiata senza aver visitato almeno un paio di questi magnifici edifici sacri.

Una volta discesi dalla torre, sicuramente noteremo alla nostra sinistra ciò che rimane del seicentesco oratorio di Santa Maria Maggiore, distrutto dai bombardamenti del 1943, nel quale fu seppellito, per suo desiderio, uno dei principali fondatori dell’omonima Compagnia: Raffaele la Valle, appartenente alla famosa famiglia di costruttori di organi del tempo.
Adesso ritorniamo verso via Francesco Paolo Tesauro, in cui si apre uno dei due accessi della chiesa di San Nicolò. Sullo slargo antistante vedremo innalzarsi il settecentesco palazzo Giallongo, barone di Fiumetorto, ormai sventrato e messo in sicurezza anni fa perché pericolante.
L’edificio non è stato ancora recuperato, però ancora adesso si distingue bene lo stemma nobiliare che sovrasta il prospetto. Ma Palermo è così: un attimo prima ti abbaglia con le sue bellezze e subito dopo ti disorienta con la sua decadenza, seppur affascinante sotto molti aspetti.
Nel cuore di Ballarò
Avviandoci verso il mercato storico di Ballarò, dopo pochi passi scorgeremo a destra la cupola più bella e regale di Palermo: quella maiolicata della chiesa del Carmine Maggiore. Sarà la nostra prossima tappa, perché quelle maioliche scintillanti sotto il sole sono un richiamo irresistibile.
Racconta il Mongitore che la devozione verso la Madonna del Carmine arrivò a Palermo nel 1118 tramite la contessa Adelasia del Vasto, madre di Ruggero II e consorte del conte Ruggero; nonché, in seconde nozze, del re Baldovino di Fiandra, re di Gerusalemme.
La storia di Adelasia
Adelasia è famosissima, in quanto è l’autrice del più antico manoscritto d’Europa, conservato nell’Archivio di Stato della Catena in via Vittorio Emanuele. Sin dai suoi inizi, la devozione dei fedeli verso la Vergine del Carmelo è stata sempre forte ed ancora oggi i residenti più anziani dell’Albergheria ricordano gli eccezionali festeggiamenti di una volta in suo onore nella ricorrenza del 16 luglio, giorno successivo al festino di S. Rosalia, inevitabilmente ritenuto un evento importantissimo e pertanto denominato “il secondo festino di Palermo”.
La festa, anche se meno pomposa, continua ad aver luogo annualmente, con molto seguito di fedeli. I Carmelitani provenienti dal monte Carmelo giunsero a Palermo probabilmente nel XII secolo ed in seguito ampliarono un’antica cappella all’Albergheria, intitolata a Santa Maria della Pietà, avuta in dono dalla contessa Adelasia e costruendo così il loro tempio e l’annesso convento.
Visitare Palermo a piedi, le meraviglie della chiesa del Carmine
Nel 1627, diretti dall’architetto Mariano Smiriglio, cominciarono dei lavori di ammodernamento della chiesa in stile barocco, che furono perfezionati nel 1667. Prima di entrarvi, però, diamo uno sguardo alla piazza – una volta “piano” – del Carmine, in cui essa si eleva.
Tra le bancarelle variopinte in cui si vende merce di ogni sorta, di fronte la chiesa del Carmine, ecco il seicentesco Oratorio della Compagnia di Sant’Alberto carmelitano: un altro monumento che attende di risorgere da quando, dopo la chiusura al culto del dopoguerra, anche il falegname che era in affitto e che in qualche modo ne aveva cura, ha cessato la sua attività.
Ma adesso il portale della chiesa del Carmine ci invita ad entrare e forse non ci saremmo mai aspettati di dover salire una gradinata, oltre l’ingresso, per accedervi. Ma è una salita piacevole, perché pian piano il nostro sguardo si estende fin sul fondo dell’altare del tempio e si rallegra alla vista della luce che discende dalla cupola, illuminandolo.
L’architettura
Le cappelle delle navate laterali sono un viaggio tra arte e fede e parecchie di esse attraggono l’attenzione. Per esempio quella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, che accoglie un simulacro marmoreo della Santa, opera di Antonello Gagini. Quella della Madonna dell’Udienza, con una statua in marmo bianco di Carrara di Maria con il Bambin Gesù in braccio, opera di Domenico Gagini. O quella a marmi mischi dedicata a San Spiridione di Trimitonte, un vescovo carmelitano caro anche agli Ortodossi ed invocato, specialmente in passato, per il ritrovamento delle cose perdute.
Una delle antiche preghiere ad Egli rivolte era la seguente: “San Spiridiuni, facitilu nesciri d’agnuni”, che significa: “San Spiridione fate uscire l’oggetto perduto fuori dall’angolo in cui si è nascosto”.
I due transetti sono davvero spettacolari: uno è dedicato al SS. Crocifisso, la cui opera è attribuita a Girolamo Bagnasco, mentre l’altro è intitolato alla Madonna del Carmine.
I relativi altari-baldacchini barocchi furono realizzati da Giuseppe e Giacomo Serpotta, con delle colonne tortili sulle quali si avvicendano dei “prototeatrini”, rappresentanti delle scene della passione e morte di Gesù nel primo altare e delle scene dell’Ordine carmelitano nel secondo.
Il chiostro
Prima di andar via da questa passeggiata intitolata visitare Palermo a piedi vol.3, è quasi doverosa una visitina al chiostro, in cui si potrà ammirare una particolare ed affascinante visuale della seicentesca cupola.
Discendendo la gradinata dell’uscita, verso il baccano del mercato stranamente attutito del tutto internamente alla chiesa, non si può fare a meno di voltarsi di nuovo per guardare quella luce che sembra strappare la promessa di un ritorno. Un ritorno per ritrovare questo splendido edificio sacro finalmente restaurato e ancora, ancora più bello.

Visitare Palermo a piedi vol.3 con la nostra guida-autrice
Il mondo di Giuseppina Lombardo è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città.
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