Casa Professa è una delle più belle chiese di Palermo: un vero e proprio matrimonio del barocco siciliano. dove si trova e cosa vedere.
La nostra passeggiata a piedi a Palermo continua in direzione di un’altra chiesa da non trascurare assolutamente durante le visite al centro storico di Palermo: la splendida chiesa barocca del Gesù, comunemente conosciuta come “Casa Professa”.
L’INDICE DELLE PASSEGGIATE A PALERMO
- Visitare Palermo a piedi vol.1
- Palermo a piedi vol. 2
- Palermo a pedi vol. 3
- L’itinerario del conte di Cagliostro
- Palazzo conte Federico
Per raggiungerla, una volta usciti dalla chiesa della Madonna del Carmine, non si deve fare altro che ritornare sui propri passi fino all’incrocio in cui a sinistra si innalza la torre di San Nicolò all’Albergheria.
Imboccando la strada immediatamente a destra, che si chiama via Casa Professa, si arriva al complesso gesuitico palermitano più antico: appunto quello della chiesa del Gesù. È il più antico poiché, nella loro lunga storia a Palermo, i Gesuiti costruirono diverse case, collegi e templi sacri. Giunsero in città nel 1547 ottenendo qualche anno dopo, dall’imperatore Carlo V, la concessione dell’abbazia di Santa Maria la Grotta nella quale fondarono un collegio.
Si trattava di un’abbazia basiliana dalle antichissime origini, nei pressi del capriccioso fiume Kemonia e probabilmente sopraelevata su uno sprone roccioso, che le consentì di non subire alcun danno durante l’esondazione del 1557.
La primitiva chiesa di Santa Maria la Grotta, in cui si officiò in rito greco sino al 1554, si trovava probabilmente ad una decina di metri più in basso rispetto al livello attuale di Casa Professa e le sue preesistenze si ritengono ubicate sotto l’odierna cappella di Sant’Anna.
Nei pressi del tempio sacro, esistevano anche diversi giardini, di cui ricordiamo quello della Sapunia di pertinenza della stessa chiesa, in cui si trova l’attuale cortile detto “delle Tredici colonne”. Certo è che la fondazione della chiesa di Santa Maria la Grotta, dal nome di un’immagine bizantina della Vergine collocata in un antro e ritenuta miracolosa, affonda le sue radici nella notte dei tempi.
Alcuni storici la ritengono addirittura risalente al periodo romano imperiale e poi riedificata in epoca normanna da Roberto il Guiscardo. La pittura non esiste più, in quanto fu distrutta da un incendio nei primi dell’Ottocento dopo essere stata posizionata nell’altare maggiore della chiesa.
Il progetto della chieda del Gesù: Casa Professa
Il progetto iniziale della chiesa del Gesù venne affidato all’architetto gesuita ferrarese Giovanni Tristano nel 1564 ed ampliato nel 1604 su progetto dell’architetto gesuita siciliano Natale Masuccio, terminando nel 1615. Il concetto di ampliamento, nel caso di Casa Professa, significa un’immensità di spazi che danno al visitatore la sensazione della propria piccolezza. Ed il suo abbellimento, iniziato all’incirca nel 1598, non è certo da meno.
I pilastri, la cupola, gli stucchi, i marmi mischi e tramischi abbagliano gli occhi nel momento stesso in cui si entra e si rimane senza fiato, colpiti da tanta bellezza; a volte magari sovrabbondante. Le decorazioni non si limitano al mero abbellimento, ma sono dense di significato. E così, giusto per portare un esempio, si possono ammirare i pilastri barocchi che rappresentano: Aria, Acqua, Terra e Fuoco.
L’esplosione del barocco
L’esplosione del barocco è abbagliante e si rimane stupiti considerando che, dopo i gravi danni causati dai bombardamenti del 1943, in meno di un decennio fu tutto ricostruito minuziosamente, compresa la bella cupola. Il tempio è costituito da tre navate, le cui laterali scorrono fra le cappelle articolandosi in un gioco di meravigliose angolature grazie alla loro armonica successione, che accentua il senso del profondo per il raggiungimento della meta spirituale.
Le pitture della volta della navata centrale sono un inno alla gloria di Gesù, culminando nell’altare maggiore in cui il trionfo del Salvatore è rappresentato in forma allegorica tramite numerosissimi arricchimenti simbolici ornamentali. Di Casa Professa si può dire che nessuno spazio è stato lasciato vuoto e privo del compito di proclamare la magnificenza divina.
Il museo di Casa Professa
Ma le sorprese che riserva questo complesso gesuitico non sono finite, perché l’itinerario comprende la visita al museo, percorribile su tre elevazioni, con le sue sale ricche di preziose testimonianze storiche ed artistiche: paliotti, dipinti, coralli, statue, reliquiari, maioliche e pregiati oggetti sacri, come candelieri e ostensori.
Infine si può discendere nel suggestivo “Antro di S. Calogero in Thermis”, poi utilizzato come cripta, un ambiente ipogeo composto da due vani nel quale tradizionalmente si racconta della visione della Vergine al Santo che qui visse in eremitaggio nel IV secolo d.C. Si notano ancora i resti di un affresco che rappresenta la Vergine e da qui, infine, si risale per congedarsi da questa antica icona sacra che infonde tanta tenerezza già dal momento in cui dall’alto, in un simulacro settecentesco nella nicchia sul portale centrale della chiesa, ha dato il benvenuto ai visitatori. Alla prossima passeggiata.
LA NOSTRA GUIDA-AUTRICE
Il mondo di Giuseppina Lombardo è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città.
In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.