Il podcast di viaggio emozionale in Sicilia vol. 4: una guida per chi ama viaggiare, raccontata dal personaggio letterario Iachìno bavetta.
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E le isole? Direte voi. Sapete, per poterle apprezzare al meglio bisognerebbe essere un gabbiano. È capace di fare un nido fra gli scogli e poi sorvolarle tutte con un paio di battiti d’ali.
Allora, proprio come questo uccello che si mette controvento per farsi spazzolare i capelli, farei finta che ogni angolo delle isole sia un balcone sul mare.
Prendete una cartina geografica e immaginate i colori di ciascuno di questi scogli riemersi dagli abissi come per magia.
Aprite le vostre ali e guardate dall’alto il pennacchio di fuoco dell’isola di Stromboli, scendete rapidi fra i venti di Panarea, lasciatevi cullare dai colori dello zolfo di Vulcano. Atterrate a Stromboli e poi planate sino a Salina per vedere i fiori di cappero che ammaliano in primavera, scendete a baciare i delfini sull’isola di Filicudi e osservate quanto blu può essere il mare dalla vetta di Alicudi.
Fatevi forza e attraversate il mare fino a tuffarvi tra le acque selvagge di Ustica, mangiate un piatto di lenticchie e andate a guardare con la maschera quanto bella possa essere la vita laggiù.
Poi sorridete, spinti dal vento, e volate alle Egadi. Sull’isola farfalla. Favignana vi aspetta per un giro in bici e tramonti in cui poter chiedere alla persona che amate di giurarvi a vita fedeltà.
Atterrate sulla vetta di Marettimo e lì, dal castello di punta Troia, provate a immaginare il tragitto che ancora oggi compie la foca monaca. Rilassatevi a Levanzo, magari con una canna da pesca da portare al porto o davanti alla pineta sul mare.
Non è ancora finita, seguite le tartarughe marine sino a Lampione, Lampedusa e Linosa. Guardate gli squali grigi, poi stendetevi al sole e abbronzatevi: neri come le lucertole di Linosa. Affondate i piedi sulla sabbia bianca dell’isola dei Conigli e poi tornate un po’ indietro, per concludere il vostro volo in dolcezza, fra le viti che donano il passito di Pantelleria.
Siate gabbiani, addentate il pesce più fresco che ci sia, parlate coi pescatori e ascoltate le storie di mare. Lasciatevi rapire dal blu, che è uno stato d’animo di grandezza e respiro. Per voi e la vostra anima.

Lo so, si vorrebbe che il viaggio non finisse mai e di cose da dire ce ne sarebbero a bizzeffe. Ma devo chiudere l’ultimo numero della mia rivista di satira, Ulapino e occuparmi delle indagini dell’ultimo caso insieme al mio bassotto di nome Arturo. Ci sono tanti gialli da risolvere ancora.
E poi, diciamocelo, se avete, come spero, riempito la vostra valigia di belle cose da raccontare è giusto restituire un pizzico di bellezza anche agli amici. Fateli ingelosire pure, così da fargli dire, voglio andarci anche io. Magari vi chiedono anche di accompagnarli e ci scappa una nuova vacanza.
Ci sarà tempo per il ricordo ed il ritorno, tempo di bilanci e tempo per programmare quel che non si è fatto per farlo la prossima volta. Così che il desiderio arda costantemente e non si spenga. Perché è questo viaggiare, trasformare un sogno in una realtà.
Grazie per avermi fatto compagnia, ne sono stato e ne sarò felice a lungo. Buon viaggio a tutti.
Cartoline dalla Sicilia dopo il podcast di viaggio emozionale in Sicilia vol. 4
Ah no, un’ultima cosa. La più importante. Dobbiamo scrivere un pensiero sulle cartoline da imbucare e inviarle alle persone cui vogliamo bene. Io ne ho scelte alcune.
In una si vede il mare turchese di Cala Rossa, nell’isola di Favignana. A destra e a sinistra solo rocce che si tuffano in questo colore indescrivibile del mare. Davanti a noi, un’altra piccola isola che aspetta di essere vissuta.
In un’altra ci sono i templi che i greci ci hanno lasciato in dono. C’è il giallo che richiama il colore della sabbia e il cielo, che è la casa degli dei ed è lì che guardiamo quando siamo felici.
In una c’è l’Etna con un pennacchio rosso e in primo piano la finestra sul mondo che offre il teatro Antico di Taormina e in un’altra un grifone che vola maestoso sulle vette dei Nebrodi.
In tutte ho scritto solo: un pezzo di terra chiamata Sicilia, con affetto Iachìno Bavetta. Le altre sceglietele voi.