Venezia a piedi: un itinerario d’autore gratis e alla portata di tutti per scoprire gli angoli più suggestivi della città e il fascino della laguna.
Visitare Venezia a piedi è un incanto per gli occhi e l’animo. I colori, le suggestioni che regala, insieme a quella capacità di farci andare indietro nel tempo sono davvero uno spettacolo da vivere in prima persona. Allora tuffiamoci in questo itinerario raccontato in prima persona da Gustavo Vitali, esperto di comunicazione e autore di un giallo storico dal titolo “Il Signore di Notte”, che narra di personaggi vissuti a cavallo tra Rinascimento e Barocco nella Laguna.

Immaginiamo di percorrere in un tour virtuale, come abbiamo fatto per la Palermo a piedi, il racconto de Il Signore di Notte che, al contrario dei personaggi, è frutto di fantasia. Raramente toccheremo i luoghi più noti di Venezia, quelli da cartolina tanto per intenderci che certamente vedrete a prescindere, ma altri che non si trovano nelle guide turistiche, spesso nascosti, eppure di fascino, come affascinate è la città intera.
Prima tappa: corte Loredan
La prima tappa è dove tutto ha inizio il 16 aprile 1605: corte Loredan nel sestiere di Cannaregio. Qui in una squallida casupola viene rinvenuto il cadavere di un aristocratico vedovo, senza figli e caduto in miseria, Nicolo Duodo.
Sul luogo si precipita il protagonista del thriller, Francesco Barbarigo, nobile anche lui, ma di ben più sostanziose fortune. Ricopre la carica di Signore di Notte, magistratura formata da sei patrizi alla quale è affidato l’ordine pubblico. Irrompe sulla scena con tutta la boria della casta e si arroga il caso con una faciloneria pari solo alla sua impreparazione. Avrà tutto il tempo di pentirsene.
Seconda tappa: palazzo Barbarigo
La seconda meta è l’indirizzo Cannaregio 2255, cioè palazzo Barbarigo, dove il nostro abita con la madre, donna molto sofisticata, e il fratello Gabriele, figura nota della vita mondana. Da non confondere con gli omonimi palazzi di Dorsoduro e San Polo, più conosciute residenze di altri rami di questo antico casato.

A proposito del protagonista: il lettore si troverà di fronte a un investigatore agli antipodi dei consueti commissari, ispettori, marescialli e quanti altri ai quali letteratura gialla e TV ci hanno abituato, quelli che sanno tutto, capiscono tutto, scoprono tutto. No! Francesco Barbarigo è pasticcione, impreparato, arrogantello. É anche un uomo complicato, contorto, perennemente indeciso, che cambia umore da un momento all’altro; teme la derisione, l’insuccesso, sempre preoccupato di salvare il buon nome del casato e insieme la faccia. Per lo più incappa in una relazione con una dama tanto bella, quanto misteriosa della quale non capisce nulla. Vorrebbe un amore disinvolto, giusto per il proprio comodo, ma quando finalmente riesce a infilarsi nel suo letto, è tormentato dalla paura dell’innamoramento, complici brutte esperienze di un passato che non riesce a buttarsi alle spalle. Ci saranno sorprese.
Il Signore di Notte
Terza tappa, Corte Ca’ Dario
Quindi la terza tappa è Corte Ca’ Dario nel sestiere di Santa Croce dove abitava l’indecifrabile dama, Gigliola Alberghetti, e alcova dei due strani amanti.
Quarta tappa, le Prigioni Nuove
Più nota la fermata successiva di questo giro veneziano, le Prigioni Nuove, ai tempi di fresca edificazione, prima struttura al mondo pensata e realizzata come luogo di detenzione e che resterà tale fino al 1927. Siete accanto a Palazzo Ducale al di là del Rio di Palazzo, le carceri sono collegate a questo dal celeberrimo Ponte dei Sospiri, non quelli degli innamoranti, ma quelli di disperazione dei carcerati in transito verso le aule delle udienze rimaste ancora nel palazzo o ritornando alle celle per scontare le pene.

Invece nel 1605 era già stata trasferita al piano nobile delle Prigioni Nuove la stanza dei Signori di Notte dove il protagonista svolge le funzioni di magistrato, ma si reca anche a Palazzo Ducale salendo la maestosa Scala dei Giganti.
Siccome nelle sue fantasiose congetture Francesco Barbarigo non si fa mancare nulla, sulle orme dell’assassino finisce per sospettare di una giovane guardia, Jacopo Abondio, in servizio presso le prigioni e di un pericoloso bandito, Polo Rimondo, al quale dà una caccia lunga e infruttuosa. Finiranno entrambi ammazzati durante uno scontro notturno e rocamboleschi inseguimenti in un dedalo di piccole calli alle spalle delle fondamenta dei Garzoti che costeggiano rio Marin nel sestiere di Santa Croce. Il primo muore per salvare la vita al Signore di Notte del quale si è invaghito (l’omosessualità era allora più diffusa di quanto immaginiamo!), mentre il fuorilegge viene ucciso da un capitano delle guardie, Domenico Stella, una figura fondamentale nel racconto e che affianca il Barbarigo con tutta l’esperienza del mestiere, quella che manca al protagonista.
Venezia fra Barocco e Rinascimento
Sull’onda di mere ipotesi i due vanno a indagare nell’ambiente delle bische clandestine e del gioco d’azzardo, nella Serenissima alquanto diffuso e trasversale a tutte le classi sociali. L’interrogatorio di un baro li porta a varcare la soglia di una bisca a San Stin, una contrada del sestiere di San Polo. Anche in questo caso la traccia è fasulla, come lo sono i sospetti su Benedetto Calimani, un mercante ebreo presunto usuraio che ha il suo deposito nel ghetto.
Poi una svolta: scavando nel passato del Duodo, scoprono che nelle sue tasche è passato un fiume di denaro, senza tuttavia levarlo dalla miseria. Ha investito tutto in un carico di preziose vetrerie diretto in oriente, carico sfortunato, però, che finisce in fondo al mare insieme alla nave che lo trasporta. Sbarcano così a Murano, l’isola dei vetrai, dove la vittima ha ricoperto la carica di podestà e nuova tappa del nostro itinerario.
Qui vengono a contatto con un capo delle guardie, un suo informatore e con il nuovo podestà Coriolano Benzon che decide di aiutarli. Costui diventa un personaggio fondamentale ai fini della soluzione del giallo, andando prima a frugare nell’omicidio irrisolto e oramai archiviato di una donna, e poi facendo “cantare” un testimone del fattaccio. Nel frattempo si susseguono nuovi delitti e agguati. In uno di questi casca lo stesso Barbarigo, salvato in extremis dal Benzon e dallo Stella.
Venezia a piedi: la tappa finale
Tappa finale di questo percorso in una Venezia a piedi insolita e fuori dagli itinerari più gettonati, palazzo Balbi, magnifico edificio affacciato sul Canal Grande. Qui il giallo trova il suo epilogo e non sarà dei più scontati. Quindi potete escludere fin d’ora che l’assassino sia il maggiordomo di turno … e non voglio aggiungere altro. Ho anche volutamente omesso di citare tutti i colpi di scena che arrivano puntuali a sovvertire le poche certezze che lo sprovveduto Francesco dà per acquisite. Però posso anticipare che nel finale risorgerà come uomo nuovo, pronto a intendere diversamente la vita.
Venezia a piedi gratis, sulle tracce di un giallo
In questo tour di Venezia a piedi ci ha guidati Gustavo Vitali, autore del giallo storico Il Signore di Notte, che potete sfogliare in anteprima.
Venezia, 16 aprile 1605. Viene rinvenuto nella sua modesta dimora il cadavere di un nobile caduto in miseria, primo delitto di un giallo fitto fitto che ha come sfondo la Venezia alle soglie del Barocco.
Sul luogo si precipita il protagonista del racconto, Francesco Barbarigo. Come “Il Signore di Notte”, dà il titolo al racconto e richiama espressamente la magistratura incaricata dell’ordine pubblico, sei giudici e insieme capi della polizia. Si tratta di una persona realmente vissuta ai tempi così come i principali personaggi della storia che, al contrario, è di pura invenzione. Questo particolare ha comportato un copioso lavoro di ricerca come documentato nella bibliografia del libro. È solo il primo dei delitti che affiorano in una trama intensa ed intrigante.
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Come tutti ho le mie passioni. La storia in generale e quella di Venezia in particolare hanno sicuramente un posto di primo piano. Sono un lettore a senso unico: storia e poi ancora storia, con rare divagazioni nella letteratura gialla. Da queste, con l’aggiunta del non saper trattenere le dita sulla tastiera, è nato Il Signore di Notte, un libro giallo ambientato nella Venezia del 1605 con personaggi realmente vissuti ai tempi e brevi divagazioni su curiosità, costumi, aneddoti, fatti e fatterelli della Serenissima. Tuttavia resta un giallo dalla trama fitta fitta.
Gustavo Vitali