Alcara Li Fusi, il podcast sul borgo dei Nebrodi famoso per i grifoni, l’aquila e il Muzzuni, il rito pagano più antico d’Italia.
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Oggi voliamo, perché ogni tanto mettere le ali ci rende leggeri e soprattutto ci regala una prospettiva molto particolare sulle cose. Noi che amiamo i viaggi lo sappiamo: potere passeggiare fra i vicoli di un centro storico e poi poterne vedere il dedalo di incastri da una terrazza è un grande arricchimento.
Ma questa volta andiamo lì dove volano aquile e grifoni, in un angolo di Sicilia in cui hai la sensazione di aver fatto migliaia di chilometri perché hai davanti agli occhi uno spettacolo unico. Invece siamo sui Nebrodi, ad una manciata di chilometri da Palermo o da Catania, in un borgo che è anche il custode del rito pagano più antico d’Italia, il Muzzuni. Questo posto si chiama Alcara Li Fusi.
Proviamo a fare ordine e viaggiamo verso questo paesino di montagna. Mentre lo raggiungiamo, le curve ci regalano una spettacolare vista sul mare e sulle isole Eolie. Continuiamo a salire, tra corsi d’acqua e vallate. Poi, alla fine di una curva, ci appare davanti uno spettacolo: un grifone che, con la sua gigantesca apertura alare, sembra volersi poggiare sul tetto della nostra macchina. No, non avete preso un abbaglio, è tutto vero.
Alzate lo sguardo e osservate: una mastodontica colonia di rapaci vortica sulla vostra testa. Quasi un centinaio di uccelli, reintrodotti anni fa dopo la loro estinzione causata dall’uomo, nidificano su un costone roccioso e ci proiettano dritti sulle Dolomiti. Il paesaggio, infatti, è proprio simile a quello delle montagne del Trentino. Una fetta di roccia che, tra piccole grotte e spaccature ideali per i nidi, cade a strapiombo sul piccolo paese di Alcara.
Ecco, il paese. Come tanti borghi che lottano per rimanere in vita, anche Alcara mostra i suoi muscoli e la sua bellezza. Una resistenza che in questo paese è bene definire sonora. Alcara ha infatti dato i natali a grandissimi nomi del jazz mondiale, Joe Lovano ad esempio per citarne uno. Ma la cosa singolare che vale la pena di raccontare è di come la storia di questo paesino sia fortemente legata alla musica, in particolare quella bandistica che colora le piazze a festa o che accentua i ricordi di qualcosa che è ormai andato. Non c’è cittadino di Alcara che non sappia suonare uno strumento musicale. Una tradizione, quella di mandare tutti i bambini a imparare a suonare in banda, che oggi ha un che di magico e speranzoso per il futuro.
La festa del Muzzuni

Tradizioni, attaccamento alla terra e alle origini. Questo borgo ha un primato che pochi conoscono. È il custode del rito pagano più antico d’Italia. Si chiama Muzzuni e potete immaginarlo come una colorata tenda indiana in miniatura. Si tratta infatti di un feticcio che viene realizzato partendo da un vaso di terracotta, poi adornato con delle pizzare, le stoffe colorate e filate a mano e con i gioielli di famiglia. Al centro vengono fuori alcune spighe di grano. Il Muzzuni, festa pagana che curiosamente viene festeggiata nel giorno di San Giovanni Battista, il 24 giugno, è infatti dedicata alla dea Cerere.
Un giorno da vivere all’insegna della fecondità e dell’abbondanza che diventa un tutt’uno con la celebrazione religiosa. Sacro e profano che convivono, dall’alba al tramonto, in un tripudio di emozioni da vivere fra le vie del borgo.
Ogni famiglia attrezza il Muzzuni all’aperto, davanti alla propria casa. In ogni angolo si canta e si beve in uno scambio solidale all’insegna della fratellanza. Un cammino che porta a scoprire l’intero borgo all’insegna della buona sorte.
Ecco il cammino, forse non è un caso che il patrono di questo borgo sia San Nicolò Politi, il santo guidato dall’aquila. Si narra che quest’uomo abbia avviato il suo cammino spirituale da Adrano, alle pendici dell’Etna. Durante il percorso fra le montagne, ormai stremato, pare sia stato guidato da un’aquila sino ad Alcara Li Fusi.
L’aquila e i Grifoni di Alcara Li Fusi
Sarà, ci si può credere o no. Ma oltre ai grifoni è proprio l’aquila il simbolo di questo territorio ancora aspro e incontaminato. L’aquila reale ha scelto infatti le montagne di questo paese per nidificare. Un evento naturalistico così importante e spettacolare che il nido è monitorato in diretta 24 ore su 24 e può essere seguito anche da voi se volete dare un’occhiata.
Siamo esattamente nei dintorni della Grotta del Lauro, una cavità rocciosa che si può esplorare se siete appassionati di speleologia e che conserva, oltre a stalattiti e stalagmiti, anche organismi unici in Europa. Un pezzo di preistoria vivente, potremmo definirla.

Tutto questo per dire di come, scegliendo un posto da visitare, piccolo che sia, c’è sempre la possibilità di fare aprire una porta su un mondo nuovo che si concatena con storie, luoghi e leggende.
La salsiccia al pepe rosa di Alcara Li Fusi
E il cibo, dove lo mettiamo? Siamo sui Nebrodi, quindi non possiamo, non parlare anche delle sue bontà. Ne potremmo scegliere tante, elencarle come su una lista della spesa. Però ne scegliamo una, che tra l’altro fa parte di quel patrimonio legato al turismo esperienziale che tanto ci piace perché ci fa stare a contatto con la gente del posto.
Il sapore con cui ci lasciamo è quello della salsiccia al pepe rosa. Carne di maiale tritata a mano, e lasciata a macerare per ore insieme ad un mix di vino bianco e vino rosso, sulla quale cade una spolverata di sale e una di pepe rosa. Una goduria del palato inventata, pensate voi, da un anziano signore che non era nato per fare il macellaio. Eppure, la vita è così, te ne capita una ed ecco che la via della bontà è dietro l’angolo.
Nel frattempo la giornata è andata avanti, il sole sta calando giù e quel costone roccioso di cui parlavamo all’inizio, si accende d’arancione. Siamo in piazza, per i saluti finali. Magari avremo appena finito il giro delle chiese dagli antichissimi e preziosi tetti lignei.
Alzeremo gli occhi e vedremo la guglia di uno dei tanti edifici di culto ergersi in aria a vedetta del paese. Una roccia mastodontica che ci fa sentire piccoli, davanti alla sua prestanza, e in alto loro, i grifoni, che ci saluteranno ancora una volta vorticando e facendoci sentire soddisfatti di questo splendido viaggio.
Per info turistiche: Alcara Borgo Natura.