Madonie, il podcast che racconta un viaggio fra i borghi medievali e le montagne di Sicilia tutelate dall’Unesco.
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Quando non c’è il mare c’è la montagna. La fortuna della Sicilia è proprio questa, che puoi passare da quota zero a duemila metri in una manciata di minuti e scoprire, salendo, borghi medievali uno più bello dell’altro. Per questo tuffo all’indietro nel tempo ci inerpichiamo sulle Madonie, le vette dell’entroterra palermitano geopark Unesco, che ancora oggi riescono a conservare aria pulita e quel gusto antico che rende i paesini ricchi di fascino.
Per girarli davvero tutti servirebbe una vacanza di una settimana. Partendo da Cerda e arrivando a Cefalù, queste montagne ci consentono di fare un giro davvero ricco. Lo stesso giro che, fra curve e brevi rettilinei, ospitava la gara automobilistica più antica del mondo: la Targa Florio. Portava il nome del suo inventore, il cognome pardon. Forse quello più noto oltre i confini dell’isola. Non c’è angolo della Sicilia che non abbia un qualche legame con i Florio. Qui, tra le curve delle Madonie, fra il 1906 e la fine degli anni Settanta, sono passati tutti i grandi nomi dell’automobilismo mondiale. Che dire di un tracciato che corre al fianco di castagni e querce, che si addentra fra i campi di grano e che poi scende giù sino a incontrarsi con il mare.
Il circuito della Targa Florio è perfetto per chi ama andare in bicicletta. Una via di turismo slow che parte dai campi di carciofi di Cerda e vi porta alla scoperta di questo angolo di Sicilia, facendo tappa nei borghi medievali.
I borghi delle Madonie
Vediamoli allora, alcuni di questi paesini in cui poter passare un weekend sulla neve, in inverno, uno a caccia di funghi, in autunno, uno tra i borghi in primavera e infine uno anche vicino al mare per la stagione estiva.
La prima cosa che facciamo è andare in alto. Ad una quota vicina ai duemila metri, una boccata d’ossigeno a Piano Battaglia è quel che serve per respirare aria di montagna e provare a fare incontri meravigliosi con le volpi e i daini che popolano i boschi.
Dopo aver preso fiato possiamo pensare di ridiscendere un po’ più a valle. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Gangi, Geraci Siculo o Petralia Soprana e Sottana sono un toccasana per chi vuole trovare silenzio e riscoprire com’era la vita quando si andava solo a piedi.
I viali fioriti, le case in pietra, l’accoglienza della gente fanno di questi posti piccoli scrigni in cui potere ritrovare le cose belle. Non è un caso che, alcuni di questi paesi siano stati eletti borgo dei borghi o ne abbiano sfiorato la vittoria. La cosa più bella sapete qual è? Che non c’è nulla da fare. Con questo intendo dire che non esiste un elenco così copioso di musei, di attività e visite da pianificare. Si arriva e si passeggia, ci si ferma al bar, si chiacchiera con la gente che fa avanti e indietro tra le stradine, si entra in macelleria per una salsiccia o una provola che lì sanno fare bene, si visitano le chiese e si osserva il mondo andare un po’ più lento.
Itinerari ed escursioni
E ma un po’ d’adrenalina ci vuole, direte voi. Basta cambiare versante e vi accontentiamo. Ci spostiamo fra Pollina e San Mauro Castelverde, sul versante delle montagne che guarda al mar Tirreno. Immaginate di uscire dallo splendido Duomo di Cefalù e poi di dirigervi verso Messina. Avrete il mare sempre al fianco, alla vostra sinistra. A volte un treno vi sorpasserà lungo la linea ferrata, mentre sulla destra avrete rocce dal colore rossastro che al tramonto offrono uno spettacolo unico. Alzando gli occhi, infine, vi chiederete come sia possibile che un paese, quello di Pollina, possa essere stato costruito su un pizzo di montagna così ripido. Lo stesso effetto che fa il borgo di Gangi. Una montagna ricoperta di case che si trasforma in un presepe, scelto come scena finale di questo racconto giallo. Alle volte anche la luna ci mette lo zampino e se cercate in rete uno scatto di Gangi con la Luna che sale su dal monte vi renderete conto di cosa stiamo parlando.
Ma siamo a Pollina, il paese della manna, quella sostanza preziosa che viene ricavata intaccando i frassini e facendo colare la linfa della loro corteccia. Lì lungo il suo letto, un fiume ha scavato nella roccia veri e propri canyon che si possono esplorare. Si chiamano Gole di Tiberio e le sue piscine naturali sono famose per i giochi di luce che creano come delle piccole aurore boreali sulle pareti delle pietre levigate.
Se gommoncino e rafting sono poca roba, però, non resta che lanciarsi da una fune sospesa nel vuoto. Un cavo d’acciaio parte dall’ingresso del borgo di San Mauro Castelverde e vi lancia dritti a cento all’ora sopra l’intera vallata. La zip line o anche un salto in parapendio, insomma, la scelta tocca frizzante che tocca a voi.
I sapori delle Madonie
Sembra non manchi nulla, ma invece una cosa l’abbiamo dimenticata. O forse è meglio dire che l’abbiamo lasciata per ultima, la ciliegina sulla torta. Parliamo del cibo e dei sapori che queste montagne regalano a chi fa sosta in un’osteria o anche in pasticceria. Potremmo raccontarvi allora delle “nove cose” una pietanza povera di legumi che si cucina a Gangi, potremmo dirvi di quanto è buona la bistecca degli allevamenti di Geraci e quanto è gustosa la provola delle Madonie. Ma senza il dolce che vita è?
Per concludere in bellezza ce ne andiamo a Castelbuono, visitiamo lo splendido castello dei Ventimiglia e poi ci concediamo una sosta al bar per affondare nella frutta secca affogata nel cioccolato o per conoscere la “Testa di Turco”. Si tratta di un dolce molto simile al cannolo che viene prodotto principalmente nel periodo di Carnevale. Sali e scendi fra gusti e cose belle da vedere. Ce ne sono ancora tanti di luoghi e di sapori. Penso allo sfoglio, un dolce da gustare assolutamente nel bellissimo borgo di Polizzi Generosa. Ogni cosa sulle Madonie è concatenata. Vai a Polizzi per un dolce e ti ritrovi a poter esplorare un sentiero che guida verso gli alberi di Natale più rari e preziosi al mondo. Sono gli Abies nebrodensis, praticamente i dinosauri degli abeti.
Magari ci torniamo, per approfondire e vivere da vicino ciuascuna di queste mete che abbiamo raccontato. Concludiamo allora con le stelle. Nei dintorni di Isnello c’è il cielo più buio di Sicilia. Non è un caso che sorga proprio lì un importante osservatorio astronomico. Naso in su, allora, e buone stelle a tutti.