In viaggio con Franco Battiato, i luoghi cantati nelle sue canzoni più belle per trarre ispirazione come mete da visitare.
Battiato e la dimensione del viaggio. Un percorso unico. Talmente unico che potremmo trasformare una congiunzione in verbo. Perché Battiato è la dimensione del viaggio. E non solo quello interiore. Con lui si parte proprio dall’Isola dei giardini, la Sicilia, e si vola in Medio Oriente per approdare nell’Africa dei pigmei e tornare ancora una volta indietro, nel tempo e nello spazio. Su SiciliaWeekend, l’omaggio al grande Franco Battiato passa tracciando un itinerario particolare di viaggio. Un giro, tra i tanti che si possono individuare nelle sue canzoni, che pone al centro l’amore. Vestiti di grigio chiaro, ci prepariamo al viaggio partendo da quella straordinaria Isola che lo ha visto nascere.
Catania e la sua provincia
Decido di partire da Secondo Imbrunire, brano tratto dall’album Fisiognomica. Qui è Battiato che ci proietta nel paesaggio tipico della costa orientale dell’Isola. E in particolare a ridosso di quel mare che brilla, lo Ionio, e che sembra riflettere la sua luce sul vulcano, l’Etna. Distante e apparentemente quieto cela i tumulti agli abitanti facendosi loro amico.
Quei muri bassi di pietra lavica arrivano al mare e da qui ci passava ogni tanto un bagnante in estate. Sciara delle Ginestre esposte al sole passo ancora il mio tempo a osservare i tramonti e vederli cambiare.
Respiriamo con l’immaginazione il paesaggio intorno all’Etna. Qui tutto sembra avere i colori della “sciara”, della lava raffreddata e indurita. La terra si fa scura. E anche gli edifici fatti con le pietre laviche riflettono questo clima di caldo, di quiete dopo la tempesta, dopo l’eruzione. Di pietra scura sono i muretti, le pavimentazioni delle stradelle. E dall’Etna si scende via via sino ad arrivare all’hinterland. Da Aci Trezza sulla “Riva dei Ciclopi”, passando per i tanti borghi marinari. Arrivando alla barocca Catania.
L’Etna di Franco Battiato
Una splendida canzone d’amore ci porta dentro il paesaggio etneo. Attimi, istanti, immagini. Sensazioni. “Ndo vadduni da Scammacca i carritteri ogni tantu lassaunu i loru bisogni e i muscuni ci abbulaunu supra jeumu a caccia di lucettuli … a litturina da Ciccum-Etnea, i saggi ginnici, ‘u Nabuccu, a scola sta finennu”. Battiato ci accompagna sulla littorina, la Circumetnea, in questo giro quasi ipnotico che sembra seguire il volare delle mosche. Lì dove poco prima era passato il carrettiere. In quel vallone della Scammacca che fa da set ad una tenerissima storia d’amore. Siamo nei pressi di Riposto. Qui un tempo scorreva il “torrente del folletto”.
Palermo
A Palermo arriviamo in sella di un cavallo. E lo facciamo da Monreale. Nel Cammino Interminabile contenuto nell’album Ferro Battuto ci trasciniamo in una danza che mischia ritmi primordiali a sonorità elettroniche.
Curri e na stanca u cavaddu i Monreali U tempu sta finennu na n ci pinzari macari aceddi sunu stanchi di cantari su tempu… mi laia passatu tra peni e turmenti li peni di lu nfernu nan su nenti.
Corre e non si stanca il cavallo di Monreale. Il tempo sta finendo non ci pensare anche gli uccelli sono stanchi di cantare se il tempo”.
L’Africa e i Treni di Tozeur
Battiato ci porta nella vicina Africa. E lo fa frequentemente. Lo fa con i Treni di Tozeur. Qui ci si sposta in Tunisia e ci si concentra sulla cittadina e sui movimenti carovanieri lungo le sponde del suo lago salato. Qui d’estate si verifica anche il fenomeno ottico della Fata Morgana. E nasce la magia nel brano interpretato con Alice. Ma in Tunisia ci si passa anche dalla sua capitale, Tunisi. È l’Era del cinghiale bianco a segnare una sosta. C’è poi anche la Libia. In un clima e contesto storico diverso. Il tutto disegnato con la Lettera al governatore della Libia. Ma non ci si ferma.
Il Medio Oriente
Penultima tappa di questo primo itinerario dedicato al maestro Franco Battiato su SiciliaWeekend è la culla della civiltà. La Mesopotamia e ancora con Voglio vederti danzare, siamo alle prese con la terra dei Dervishi.
Il viaggio interiore di Franco Battiato
Chiudiamo questo primo viaggio con le sacre Sinfonie del tempo. Che parlano di un viaggio sì, ma interiore.
Le sento più vicine le sacre sinfonie del tempo con una idea: che siamo esseri immortali caduti nelle tenebre, destinati a errare; nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione. Guardando l’orizzonte, un’aria di infinito mi commuove; anche se a volte, le insidie di energie lunari, specialmente al buio mi fanno vivere nell’apparente inutilità nella totale confusione. Che siamo angeli caduti in terra dall’eterno senza più memoria: per secoli, per secoli, fino a completa guarigione.