Magna Via Francigena tappa 3: da Corleone a Prizzi. Il percorso, la via delle trazzere, e dove dormire nel paese di Prizzi, nel cuore dei Sicani.
Siamo in cammino. Magna Via Francigena tappa 3, ovvero la strada da Corleone a Prizzi. 19,3 km per oltre 1200 metri di dislivello attraverso le colline dell’Alto Belice Corleonese e dei Monti Sicani. Una tappa che lascia queste grandi bellezze e si addentra verso un altro Paese. Prizzi è infatti il comune dei diavoli, dei murales e dell’ospitalità.

Addentriamoci allora nel percorso della tappa, guidati dalle Panama Walkers. Il dislivello non è trascurabile e ci sono diversi strappetti. Ricordatevi di caricare l’acqua e portare da mangiare: non ci sono ristori intermedi e solo una fonte per ricaricare le borracce a cozzo spolentino. In compenso il paesaggio rurale, a metà tra la savana e l’Arizona, saprà ricompensare.
Magna Via Francigena tappa 3: il percorso
Attraversiamo Corleone con le prime luci dell’alba. Il borgo in pietra calcarea si tinge di rosa mentre i rumori indaffarati dell’operosità del mattino ci danno il ritmo.
Non abbiamo fatto che qualche centinaio di metri e SBAM! Ecco il primo muro che sembra metterci in guardia ad uscire dalla città verso la campagna rurale. L’iscrizione sull’ultima delle cento chiese di Corleone sembra averci letto nella mente.. recita: “Oh pellegrino, se hai il cuore afflitto e lasso, rivolgiti a Maria del Malopasso”. Sarà così non resta che tentare e andare avanti.
Salutiamo Corleone, che dall’alto è uno spettacolo in rosa, e ci buttiamo tra i canyon calcarei verso Prizzi.
Il paesaggio è silenzioso. Procediamo senza fiatare fino a Cozzo Spolentino, un picco di marziana bellezza.. che dopo pochi metri regala anche una fonte d’acqua fresca e potabile.. non avevamo osato lamentarci, ma ne avevamo proprio bisogno. Godetevi la siesta amigos.. dopo solo sudore!
Il Cammino lungo le trazzere nella campagna di fuoco tra Corleone e Prizzi
Sarà per la bellezza surreale sospesa nel silenzio del caldo d’agosto, sarà per la gola secca, per il livello delle borracce che diminuisce nonostante la nostra parsimonia, sarà che fino all’arrivo fonti d’acqua non ci sono, sarà l’ansiella, ma ci accorgiamo che ci manca la solita chiacchiera.
La storica Masseria Imbriaca segna il KM 13. Nessun umano.. ma asini e cavalli in libertà ci danno una botta di brio! Daje! E poi, ci diciamo “tra poco siamo al Lago di Prizzi” aspettandoci la tradizionale area attrezzata altoatesina ma paese che vai, usanza che trovi. Il Lago di Prizzi assomiglia più al set del Re Leone che ad un area pic nic. Quindi, Hakuna Matata: no siesta, no ombra, no acqua.
Stremate, lasciamo la traccia verso l’ombra verticale di una casa abbandonata almeno per mangiare il panino. Ci siamo quasi sedute quando due pastori maremmani escono a difendere la proprietà mostrandoci i denti…hanno ragione loro ma dannazione.. riusciamo a mantenere il sangue freddo e allontanarci.. ancora niente cibo nè ombra.. ma almeno vive.. da allora non abbiamo mai più lasciato la traccia.
Trasformare la passione in amore: questo è l’atto di magia. Deve essere magia nera quella che ci ha stregate arrivate a Prizzi, un presepe in pietra a 1000 metri di altitudine, uno dei Comuni più alti della Sicilia.
Cosa vedere e dove dormire a Prizzi
Stremate dalla giornata, abbiamo sudato ognuno degli ultimi passi in ripida salita per conquistare l’arrivo in paese. Nella mente rimbomba: “vogliamo solo dormire”. Eh si, qualche ora abbiamo anche dormito ..ma poi non abbiamo saputo resistere al richiamo vulcanico di Prizzi e di Sikanamente, associazione di promozione sociale, culturale e ambientale.
Pierangelo Romano e Salvatore Greco, tra i fondatori dell’associazione, ci hanno prima trascinate per il dedalo ritmico delle vie del paese verso la vetta panoramica per mostrarci il tramonto e poi portate in trattoria raccontandoci la storia di Prizzi e dell’universo Sicano tra buon vino e prelibatezze sicule. Ecco le cose da vedere a Prizzi.
Il gruppo di Sikanamente ci ha contagiate: con la loro energica operosità tirano fuori dal cappello progetti senza sosta facendo dell’amore per la propria terra una professione. Non esitate a chiamarli per attività di escursione o tour culturali.. sapranno conquistare i vostri cuori.
IN CAMMINO CON LE PANAMAWALKERS
Le Panama Walkers, ovvero Sara e Tiziana, di Milano e Bolzano, amiche, camminatrici e amanti dei viaggi slow. Il loro nome nasce dal fatto che, in viaggio, indossano sempre il tipico cappello bianco con la fascia nera. Nato come strumento per proteggersi dal solleone, è diventato un segno distintivo. Durante i cammini scelgono di muoversi senza internet né gps né telefoni, affrontando il viaggio old school munite di cartine e bussola. Questa disconnessione sarà una ri-connessione?