Magna via Francigena tappa 6: da Santo Stefano Quisquina a Sutera, il percorso fra le due cittadine di Sicilia in provincia di Agrigento e Caltanissetta.
In compagnia delle Panama Walkers esploriamo il percorso fra Santo Stefano Quisquina e Sutera, rispettivamente in provincia di Agrigento e Caltanissetta, lungo la Magna via Francigena. La tappa è lunga 19,9 km per 1600 metri di dislivello.
Sutera non è una meta come le altre.. va conquistata! Il centro storico, il ràbato, dall’arabo rabad “sobborgo fuori le mura” è uno dei più antichi della Sicilia e si snocciola in un dedalo di ripide viuzze e case in pietra arroccate attorno al Monte San Paolino.
La tappa è lunga con dislivelli importanti, le fonti d’acqua poche e c’è un solo punto di ristoro circa a metà percorso ad Acquaviva Platani. Proprio da qui, si scorge per la prima volta, Sutera e il Monte San Paolino, un monumento naturale in gesso dalla forma tanto affascinante quanto spaventosa. Come l’occhio di Sauron, non ci mollerà fino all’arrivo.
Ci lasciamo Cammarata e San Giovanni Gemini alle spalle e raggiungiamo le sponde del Platani. Imbocchiamo la trazzera che dà avvio alla prima salita..da qui è tutto un UP’n’DOWN!
In cima troviamo Acquaviva Platani, siamo solo a metà percorso, ma già vorremmo il letto. A metà salita un gruppo di cani ci ha fatto alzare il passo e anche i battiti.
Il Cammino deve aver percepito un velo di sconforto: alla fontana del paese ci regala un gruppo di pellegrini, tre ragazzi carichi di energia e di sogni con cui da subito nasce una bella connessione.
Che dire? Nulla resta uguale quando ci si trova lungo il Cammino! Lo scambio aperto e vulnerabile rende gli incontri speciali al di là delle barriere che a volte ci costruiamo nella realtà di tutti i giorni.
Magna via francigena tappa 6: il percorso
Dalla vetta, Sauron (ops Sutera!) ci fissa con aria di sfida. Siamo a metà tappa, eppure gli ultimi 10 KM sembrano infiniti.
L’orizzonte si perde in un saliscendi ambrato e la terra brucia. Scambiamo sguardi da duello western con la strada davanti a noi e alternativamente ci guardiamo dandoci coraggio, anche se l’espressione nasconde malamente tratti interrogativi. Ce la faremo? Ecco che sull’interrogativo il Cammino ci manda i suoi soliti angeli. Questa volta si tratta di due signori in vespa. Ci avevano visti passare in paese stravolti e sapendo che fino a Sutera non avremmo trovato né ombra né acqua si sono preoccupati avessimo da bere.
E così vediamo il nostro Deliveroo versione Sicily-in-Love portarci l’acqua nel mezzo del nulla. Quando ci si chiede se esistano ancora dei gesti di amore incondizionato, queste pillole di umanità forse ne sono la risposta!
Alla fine abbiamo anche trovato un albero.. solo uno, ma con una chioma abbastanza grande da starci in cinque. Da mangiare solo del pane vecchio (a Ferragosto tutto chiuso!) con della mortadella di due giorni conservata sotto 45 gradi nello zaino. Ma sarà la fame, sarà il gesto d’amore, ci è sembrato il panino più buono del Mondo.
Sutera
Arriviamo a Sutera sulle note di Sergio Leone. Per un attimo ci sentiamo Clint Eastwood in “Per un pugno di dollari”. Entriamo circospette in un borgo deserto e dalle persiane socchiuse neanche un bisbiglio.
Sutera non è subito visibile, ma ben nascosta dal suo maestoso protettore, il Monte San Paolino. Si arriva ai piedi del Monte attraverso un percorso in cresta che domina la Valle talmente suggestivo da diventare iconico per questo Cammino.
Dalla base del Monte bisogna ancora scarpinare prima di vedere il borgo. Solo dopo qualche minuto di esitazione ci rendiamo conto che in effetti è il 15 di agosto e probabilmente l’intero Paese sta festeggiando Ferragosto tra le grigliate in campagna e il mare. Per fortuna riceviamo l’imbeccata di un ristorante aperto per la sera. E con la cena siciliana è subito oblio e felicità.
IN CAMMINO CON LE PANAMAWALKERS
Le Panama Walkers, ovvero Sara e Tiziana, di Milano e Bolzano, amiche, camminatrici e amanti dei viaggi slow. Il loro nome nasce dal fatto che, in viaggio, indossano sempre il tipico cappello bianco con la fascia nera. Nato come strumento per proteggersi dal solleone, è diventato un segno distintivo. Durante i cammini scelgono di muoversi senza internet né gps né telefoni, affrontando il viaggio old school munite di cartine e bussola. Questa disconnessione sarà una ri-connessione?