Magna Via Francigena tappa 7: Sutera – Racalmuto. Il percorso della tappa e le soste di mezzo come il borgo di Milena. Chilometri e dislivello.
Eccoci fra Sutera e Racalmuto, a cavallo delle province di Caltanissetta e Agrigento, lungo la Magna Via Francigena. La tappa 7 è lunga 26 chilometri per 2166 metri di dislivello.

Lasciamo Rocca San Paolino e iniziamo la ripida discesa lungo i tornanti. Il richiamo ai gironi danteschi è immediato. È l’alba e siamo provati dalla cena goliardica della sera prima: non riusciamo a trovare subito la strada e ci perdiamo nel dedalo di viuzze di Sutera. Il lato positivo è che siamo un bel gruppo e la colazione insieme ci dà la carica giusta!
In un qualche modo ci districhiamo ed entriamo nella riserva naturale di Monte Conca, territorio di Campofranco. La tappa è tra le più fisiche e impegnative del Cammino, ma anche tra le più selvagge.
Magna via francigena tappa 7: il percorso
Con i Guns N’ Roses nella testa e l’Indiana Jones di Harrison Ford come mito indiscusso da emulare, iniziamo a farci strada nella giungla siciliana. Siamo nella riserva naturale di Monte Conca lungo il fiume Gallo d’Oro.
Siamo elettrizzate.. in parte dall’entusiasmo di questo luogo selvaggio che non ci aspettavamo e in parte dall’adrenalina mista a paura. Sapevamo infatti che la giungla era dovuta alla inflessibilità del proprietario dei terreni che non vuole pellegrini in zona. Come spesso accade, anche sul Cammino, le cattive notizie viaggiano più veloci delle buone.. ci avevano messo in allerta: occhi aperti!
Questa volta ci siamo giocate la carta del capitano, Davide Comunale e autore della nostra guida cartacea. Davide dopo aver digerito la nostra testardaggine nel non voler usare gps, ci dà le dritte per superare il tratto e trovare la strada. Non è stato semplice, ma l’esperienza è stata impagabile.. e soprattutto indelebile nei nostri ricordi.
Il borgo di Milena
L’arrivo a Milena è stato impegnativo: prima la giungla, poi la vetta di Monte Conca e infine l’arido tratto prima del Paese.
All’unica fonte incontriamo due uomini intenti a riempire grandi cisterne per rifornire d’acqua le proprie case. Ci raccontano che è complesso, richiede parecchie ore e a volte bisogna tornare perché la fonte è vuota. Ci sono cose piccole, come un goccio d’acqua, che a volte diamo per scontato nella vita di tutti i giorni: il Cammino ci ricorda che non lo sono e ci aiuta a ricollocarle nella giusta scala di valore.
A Milena la sosta è fin troppo generosa: Giuseppe Palumbo, referente del comitato locale MVF, ci offre cannoli e granita nella pasticceria del centro. Continuare è difficile dopo una pausa simile, ma ci tocca.
Ed ecco l’ultimo tratto. Il Cammino attraversa le catene montuose tra le miniere di Sciascia. Ci siamo ritrovati a cantare sul percorso verso Racalmuto tra euforia e pazzia, sete e sudore. E sì, con un repertorio da Battisti a Gigi Dag, cantare ci ha salvate!
Racalmuto
Racalmuto ci accoglie con sguardo lucido e materno. Quello stesso sguardo con cui Sciascia ha saputo raccontare la sua terra, Regalpetra, e con essa probabilmente la Sicilia intera.
Siamo stravolte: gli ultimi 10 km ci hanno visti arrancare su e giù per i picchi di questo tratto arido. Eppure l’arrivo alla meta, ogni giorno, per quanto estenuante, regala sempre una pillola di euforica felicità.
Carmelo, un anziano del posto, ci fa entrare in casa sua, allestita con foto e giornali dell’epoca dedicati all’attività mineraria. Ci racconta delle miniere di salgemma e di zolfo aprendoci la porta su quel rapporto delicato tra la miniera, la vita e la terra. Ci ruba il cuore!
IN CAMMINO CON LE PANAMAWALKERS
Le Panama Walkers, ovvero Sara e Tiziana, di Milano e Bolzano, amiche, camminatrici e amanti dei viaggi slow. Il loro nome nasce dal fatto che, in viaggio, indossano sempre il tipico cappello bianco con la fascia nera. Nato come strumento per proteggersi dal solleone, è diventato un segno distintivo. Durante i cammini scelgono di muoversi senza internet né gps né telefoni, affrontando il viaggio old school munite di cartine e bussola. Questa disconnessione sarà una ri-connessione?