Piatti di pesce gourmet, veloci ed estivi made in Sicilia: idee per primi piatti di pesce siciliani, secondi o antipasti. Un podcast con tutto il fascino del mare.
Mi chiamo Iachìno Bavetta e sono un personaggio letterario. Normalmente faccio il giornalista di satira ma, in tutta onestà, se c’è da mettersi ai fornelli sono ben disposto a dire che faccio lo chef. Soprattutto se si parla di piatti di pesce siciliani.
Innamorarsi del ben di dio che si può mettere nel piatto è semplice, basta andare all’alba in un qualsiasi porticciolo costiero o sulla banchina di un’isola e il pranzo è servito. A patto di conoscerlo il pesce e di saperlo cucinare. Ristoranti di pesce in Sicilia ce ne sono tantissimi e anche molto buoni. Io proverò a farvi venire voglia, non so, di colorare per sempre la vostra lingua di nero di seppia o di pennellarla come un acquerello con due spaghetti ai ricci.
Tutto, sappiatelo, dipende dal pesce. Perché quando le barche dei pescatori rientrano sulla terraferma, dopo aver issato le reti, non sai mai quello che troverai nelle cassette, a meno di essere dei pescatori subacquei. Potrebbero esserci delle magnifiche aragoste, da cucinare alla brace con olio e peperoncino. Ma potrebbero esserci anche modestissime ma prelibate aguglie da gustare fritte a violino.
Quindi spirito d’adattamento e conoscenza di quello che avete davanti. Non fate come il mio socio del giornale di satira Gerlando che una volta si è andato a fare una vacanza a Favignana, l’isola del tonno, per intenderci, e mi chiamò al telefono rinfacciandomi le seguenti parole.
Iachìno ma sicuro che in quest’isola non applichino la legge Merlin? Quella sulla prostituzione, intendo. Vedo scritto ovunque “Ficazza di qua e Ficazza di là” e pure il prezzo in bella mostra. Che se pensi alla concorrenza che c’è in giro, qua in pratica te la regalano.
Gerlà, ma vero dici?
Ma perché tu lo sai cosa è?
E certo che lo so, te la faccio assaggiare alla prima occasione. Ti va, no?
Come si può dire di no alla ficazza?
Comunque vedi che è un salame.
Un salame? No allora no, mangialo tu.
Quindi dici si alla ficazza e non al salame?
Iachìno se vuoi farmi cadere in uno dei tuoi tranelli già metto le mani avanti e ti dico di levarci mano. Non sono omofobo e a ognuno può piacere quello che preferisce.che poi guardandoti, si vede subito che ti piacciono entrambe le cose.
Continua con le scemenze
Dico, guardandoti la pancia..
È una pancia piena di saggezza la mia. Accumulo tutto quello che c’è da sapere
E fu così che Gerlando assaggiò la ficazza, che è per l’appunto un salame di tonno.

Primi piatti
I piatti siciliani a base di pesce hanno una cosa che li rende unici: i colori. Se non fossero da mangiare sarebbero dipinti da appendere in casa e contemplare. Pensate al rosso dello scorfano con cui si prepara il brodetto del cous cous.
Per restare tono su tono dicevamo della pasta coi ricci. Ma anche un candido spaghetto con le uova di pesce fresco vi assicuro che ha il suo perché. Se poi alle parti del cranio del pescespada unisci qualche cappero e una manciata di melanzane dell’orto fritte allora la parola sublime te la trovi davanti in carne ed ossa.
Secondi piatti di pesce
E i secondi piatti di pesce dove li mettiamo? La regina della tavola, occorre dirlo, è la sarda. Si, certo, ci sono le cernie, i saraghi, le orate e le ricciole da fare alla brace. Ma cosa sono le polpette di sarde con l’uvetta e il sugo? Cosa quei bussolotti di sarde a beccafico con l’alloro e il pan grattato tostato a puntino?
Un capitolo a parte merita il tonno che è un vero e proprio attentato alla linea. Il tonno con la cipollata in agrodolce è capace di risvegliare pure i morti, per non parlare del profumo di menta e aglio che si insinuano nella carne del tocco cotto nella salsa di pomodoro.
Infine non puoi parlare di piatti a base di pesce se non ci metti dentro la frittura. Prendi un pesce, uno qualsiasi, dal più povero al più pregiato, poi immergilo nell’olio bollente ed ecco che ti verrà voglia di vivere oltre ogni limite per il semplice piacere di sederti a tavola con un bicchiere di vino bianco ghiacciato a mangiar pesce fritto davanti al mare.
Per chiudere vorrei parlare del polpo. Perché è vero che non è un pesce ma sempre sott’acqua vive. Senza polpo non esisterebbe neanche la Sicilia probabilmente. Lo prendi, lo metti a cuocere per quindici minuti in acqua bollente e sale e viene fuori una magia. Altro che piatti di pesce gourmet. Qui la bontà è tutta nella semplicità. Che poi, se si vuole, con il polpo si fanno mille cose, come l’insalata. Io però amo farci le polpette con lo zenzero, che quando le mordi ti pizzica il palato ed è come sentire le bollicine d’aria che dal fondo del mare risalgono su per vedere che faccia abbiamo quando in bocca assaporiamo un pesce.