Palermo a piedi vol. 4. Una passeggiata per scoprire le bellezze del centro storico di Palermo in compagnia di un’appassionata di storia e cultura.
Lasciando a malincuore la meravigliosa chiesa di S. Giuseppe dei Teatini è preferibile uscire dal portale a sinistra dell’altro che si affaccia su via Vittorio Emanuele per scoprire un’altra curiosità: il Quinto Canto. Un quinto canto? E perché mai? Semplice, fu realizzato sempre in stile barocco per volere dei Teatini alla fine del Settecento a causa di un problema simmetrico, in modo da rendere equilibrati sia la facciata della chiesa sul Cassaro e sia il cantone di S. Cristina dal lato opposto, completandolo con la collocazione della statua di San Gaetano Thiene.

Porta Nuova e il Cassaro
Dopo averlo ammirato, avviamoci verso Porta Nuova in una passeggiata affascinante fra le bellezze storiche e monumentali del Cassaro, che di certo non si risparmia offrendoci una ricca quantità palazzi nobiliari e di dettagli artistici. Alla nostra destra, di fronte il Quinto Canto, si apre una viuzza intitolata alla Madonna della Lettera, patrona di Messina. Qui infatti nel 1723 alcuni messinesi acquistarono una chiesetta dedicandola alla loro protettrice, il cui culto risale addirittura all’anno 42 d.C., per via di una lettera consegnata dalla Madonna ad un gruppo di messinesi accompagnati da S. Paolo che si erano recati in visita presso di Lei.
Nella lettera, legata con un capello della Madonna, Ella benedisse la città di Messina ed i suoi abitanti: “Vos et ipsam civitatem benedicimus” (Benedico voi e la vostra città). La chiesetta fu abolita nel XIX secolo e destinata a rimessa di carrozze del palazzo del marchese di Rudinì, inglobato nel canto di S. Ninfa, frontale all’altro di S. Cristina. Attualmente, in città, esiste la chiesa della Madonna della Lettera nella borgata marinara dell’Acquasanta, il cui culto si deve alla famiglia messinese dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, che nel Seicento fecero erigere una cappella a lato della loro villa qui ubicata. Risalendo verso porta Nuova, incrociamo due bei palazzi aristocratici, ora sedi di hotel: a sinistra ecco Palazzo Giardina e Pilo Marchese di Marineo e Conte di Capaci già Mariano Bologna poi Viola e di fronte Palazzo Tarallo Barone di Baida e Duca della Miraglia poi Tarallo Barone della Ferla poi Tarallo e Rao poi Tarallo e Oliveri Duca di Miraglia poi Arcuri.
Il suocero del primo barone Tarallo fu Pietro Muscarello, originario di Partinico; il quale, insieme con il genero, commerciava vini in botte. Suo il seicentesco palazzetto in via delle Pergole all’Albergheria, ora adibito a sede secondaria del Museo Etnografico siciliano Giuseppe Pitré, che egli eresse nel Seicento su corpi di fabbrica preesistenti, essendosi arricchito con i suoi commerci. Il genero Francesco Tarallo, suo erede, acquistò il titolo di barone e nel Settecento fece costruire questo palazzo in via Vittorio Emanuele affidando il progetto all’architetto religioso Giacomo Amato, con dei risultati assolutamente splendidi e fastosi. Ma nel 1840 fu venduto e vi furono operate delle trasformazioni, modificandone l’originario aspetto.
Ad esempio, fu spostato lo scalone dell’architetto Amato e l’atrio fu ricoperto. All’incirca nel 1890, già il piano nobile venne adibito ad albergo. Ancora oggi comunque ha un suo fascino e dalla terrazza il panorama è davvero magnifico. Separato da vicolo Marotta, in seguito si trova Palazzo Ragusa già Palmerino Principe Torre di Gotto poi Maurigi Marchese di Castel Maurigi; più in avanti costeggiato da vicolo Ragusi che prende il nome dal palazzo ed al quale segue Palazzo Maurigi Gulì in cui è possibile visitare – con ingresso gratuito tutti i giorni compresi i festivi fino alle 18,00 – la mostra del No Mafia Memorial del Centro Impastato. Nel palazzo che fu acquistato dai famosi pasticcieri Gulì all’incirca nel 1865 (dai quali prende il nome) e che attualmente appartiene al Comune, il circuito proposto è interessantissimo.
Qui si trovano documentazioni fotografiche di un valore eccezionale che ripercorrono la storia della mafia nelle sue varie sfaccettature. Ma anche la storia dell’antimafia, con vari dipinti e oggetti rappresentativi delle lotte intraprese. In particolare colpiscono le zone dedicate alla vita del popolo siciliano nei periodi più bui e poveri del secolo scorso e quelle che raccontano la storia del banditismo.
Palazzo Riso
Proseguiamo con l’adiacente Palazzo Riso Barone di Colobria già dei Principe di Pandolfina già Ventimiglia e Cottone Principe di Belmonte già Afflitto, che accoglie il museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e nel quale si trova una zona dedicata alla Casa delle farfalle, dove la magia di molteplici farfalle svolazzanti e multicolori attrae intere famiglie, anche con bambini. Palazzo Riso fu tremendamente devastato dalle bombe del 9 maggio 1943, che all’epoca era sede della Casa del Fascio e che per tale ragione fu puntato particolarmente dagli attacchi delle forze alleate. Nello stesso bombardamento fu distrutta la contigua ed antichissima chiesa del Gran Cancelliere con il suo monastero, fondati nel 1171 da Matteo Ajello, Gran Cancelliere del Regno normanno.
Adesso in questo palazzo dalla sofferta storia la bellezza dell’arte e lo sfarfallìo dei variopinti e romantici insetti hanno per fortuna soppiantato il ricordo doloroso delle macerie belliche. Di fronte a palazzo Riso si apre piazza Bologni, che vanta una storia antica e molto intrigante. Ma di tutto ciò tratteremo nella nostra prossima passeggiata.
Palermo a piedi vol. 4 (le altre puntate)
VISITARE PALERMO A PIEDI – L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città.
In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.