Terramarina: il libro della scrittrice siciliana (di Melilli) Tea Ranno e la recensione del libro edito in Italia da Mondadori.
La trama è semplice ma intrigante, l’intreccio essenziale, se fosse una pièce teatrale potrebbe svolgersi tutto su due scene e in tre atti. Ma, quasi da subito, senza dire né “chi saccio né chi sapìa”, dalla poltrona ci si trova catapultati sul proscenio, comparse di uno spettacolo che prende vita. È Terramarina, libro di Tea Ranno, autrice siciliana di Melilli in provincia di Siracusa, uscito per i tipi di Mondadori.
La Trama di Terramarina
La “cricca” della Tabbacchera, ormai Sindaca, Agata Lipari, versione sicula di Donna Flor, si trasforma in un presepe vivente. Violante, la “moglie ragazza” di Toni, “efficiente solo come una madre sa esserlo”; Franca, la sarta, che riesce a prendere le misure ad occhio e non solo esternamente, suo marito Sarino Motta che l’ha corteggiata per dieci anni; Lucietta la “piangimorti” che va a tutti i funerali.
Il cane Patuzzo, con un occhio marrone ed uno celeste, che ha più intuito di un umano; Don Bruno, il parroco. Luisa, Carmine e il loro figlio Giulio; Lori mamma bambina, bambola scucita; Giona che “vede con le dita” e “aggiusta i ricordi”; Andrea, il maresciallo piemontese. I “Caini”. E ancora Ada, “l’ammuccagalli” perché “davvero se li mangiava i masculazzi” e Paolo, “che di suo padre e di sua madre aveva quasi niente.”
Recensione
In un’atmosfera di realismo magico, un velo separa il mondo dei vivi da quello dei morti, macabri spettri o benevoli fantasmi, provocano reazioni varie ed esilaranti in coloro a cui sono visibili, si burlano di loro, danno consigli, minacciano e ne condizionano i comportamenti.
Ma la Star, il protagonista assoluto è il lessico. Il dialetto si fa lingua, le parole assumono fisicità e anima, evocative e intense attivano i sensi, il racconto si alterna tra cori e assoli.
Mi spiace per chi, non siciliano, si perderà qualcosa ma, in fondo, alcune canzoni ci piacciono e le cantiamo a squarciagola anche senza capire tutte le parole, la musicalità farà il resto.
Amurusanza è la parola che di sicuro rimarrà in testa come un refrain, quella parola d’ordine che ci vuole “per accedere alle stanze della vita, parola che squaglia il gelo e splende sparpaglio di bellezza e di luce.” ‘Amurusanza’, che letteralmente significa amorevolezza, al cui suono “le porte si spalancano e il sole ride e la vita canta.” Sfoglia il libro.
CONSIGLI DI LETTURA
Questa rubrica è curata da “Vivechilegge”, ovvero Paola Ardizzone. Potete trovare altri consigli di lettura nella sua pagina Instagram, e scriverle per eventuali collaborazioni.
Buona lettura!