Museo dell’orologio a Bisacquino, un gioiello da scoprire nel borgo siciliano in provincia di Palermo. La storia e come arrivare.
Il tempo, si sa, scorre inesorabilmente. Eppure c’è chi ha saputo diventare custode della sua memoria e della sua forma. Nel comune di Bisacquino, piccolo centro in provincia di Palermo, infatti, il museo dell’orologio non è solo “forziere” di una quantità incredibile di orologi, meccanismi e invenzioni, ma è anche vero e proprio scrigno della memoria e del lavoro dell’ultimo custode del tempo: Paolo Scibetta.
A lui si deve la nascita del museo, ospitato proprio presso i locali della sua bottega artigiana. Oggi, Paolo non c’è più. Ma vive in quella che è stata la sua bottega e che si è trasformato in un vero museo, nato nel 2004 e curato dal figlio Valerio. Due stanze, quelle appunto della bottega artigianale, in cui il tempo si muove al ritmo cadenzato del mestiere dell’orologiaio facendosi arte e storia.
Ai banconi di lavoro si accostano strumenti per la realizzazione degli orologi e anche esemplari degli stessi, piccoli e di grandi dimensioni. E non solo. Se nella prima stanza sarete accolti da un tradizionale e suggestivo pavimento in maiolica dipinto, non sarete meno affascinati dalla seconda stanza. Sull’entrata infatti campeggia una meravigliosa cartina della Sicilia realizzata in lamiera, che porta indicati tutti i luoghi in cui è presente un’opera della famiglia Scibetta. E tutta una serie di strumenti, grandi e piccoli, ognuno con una propria storia.
Andando in giro in Sicilia, quando guardate gli orologi di chiese e campanili aguzzate bene gli occhi: tante volte fra le lancette troverete scritto “Scibetta”.
A farvi da guida nella comprensione degli utensili e nella conoscenza della storia di famiglia, troverete anche dettagliati pannelli espositivi. Numerose e veramente affascinanti anche le foto. I pezzi più curiosi e interessanti sono di sicuro una fresatrice e la ruota di Archimede, realizzati dal nonno di Paolo e l’Orologio geografico universale, ideato e realizzato da Paolo. Una chicca è rappresentata dall’orologio voluto da Luchino Visconti in persona per le riprese del suo film “Il Gattopardo”.
La storia del museo dell’orologio a Bisacquino
La famiglia Scibetta si sposta da Castrofilippo, in provincia di Agrigento, a Bisacquino nel ‘700. Nati come armaioli, quindi come costruttori di fucili da caccia e pistole, decidono di reinventarsi e costruire…orologi meccanici da torre. Già a partire dall’Ottocento vengono realizzati gli orologi per la torre San Vito di Bisacquino, quello per la torre civica di Campofiorito, del municipio di Corleone, nel Palermitano, dell’Itria di Castelvetrano (Trapani) e, infine, della chiesa madre di Salaparuta (Trapani).
La grande produzione, votata alla qualità di ingranaggi e movimenti, prosegue per tutto il secolo con la realizzazione di altri orologi nelle principali città siciliane e nelle principali province: da Palermo ad Agrigento, passando per Carini, Caltavuturo, Cinisi, Giuliana, Gratteri, Porto Empedocle, Ribera, Gibilmanna, Sciacca e così via. Una tradizione, quella della costruzione di orologi da torre, che si inoltra nel ventesimo secolo con la realizzazione di orologi a Corleone, Aquino, Palermo e Piana degli Albanesi.
Con il nuovo secolo e con le nuove tecnologie, l’artigiano del tempo si trova davanti nuove sfide, sempre più interessanti. E così, i tre fratelli Scibetta Vincenzo, Paolo e Rosario creano un Orologio Geografico Universale, che riesce a sincronizzare il fuso orario di Roma con quello dei principali della Terra. Sempre i tre fratelli, costruiscono altri trenta orologi, di cui quattordici a carica elettrica, tutt’ora presenti a Baucina, Balestrate, Capaci, Piana degli Albanesi, Lascari, Ficuzza e altri paesi della provincia palermitana.
I figli di Paolo non hanno portato avanti il lavoro di loro padre e dei loro avi, ma ne serbano la memoria e gli strumenti. La prima opera di Paolo, ultimo artigiano del tempo, è stato posto nella chiesa di Baucina. Fu poi sostituito da uno a carica elettrica per il difficile accesso alla torre.
L’orologio di Bisacquino nel film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti
La bottega di Paolo Scibetta fu meta di una visita di Luchino Visconti, che si trovava in Sicilia per girare il suo capolavoro cinematografico “Il Gattopardo”. Il regista commissionò a Paolo un orologio che fosse il più rumoroso possibile per una scena un po’ boccaccesca tra Claudia Cardinale e Alain Delon: il rumore avrebbe fatto da sottofondo. Nonostante ciò, la scena fu poi tagliata dalla censura.
Curiosità
Per creare un orologio da torre ci vogliono mediamente quattro mesi: si parte dal disegno e si passa poi all’acquisto dei materiali: dal quadrante in plexiglas opalino con i vari accessori: dalle lancette ai numeri fino al materiale elettrico che Paolo acquistava a Palermo. Infine, la costruzione vera e propria ed il montaggio del meccanismo che rendeva preciso l’orologio.
Come visitare il museo
Il Museo dell’Orologio si trova in corso Umberto 78 a Bisacquino (provincia di Palermo), nella storica sede della bottega della famiglia Scibetta. La visita al museo è del tutto gratuita, ma è necessario prenotare qualche giorno prima rivolgendosi direttamente al signor Valerio Scibetta, attuale curatore del museo, al seguente numero: 339 3305599.
Come arrivare a Bisacquino (Palermo)
Bisacquino si trova sui monti Sicani, a metà strada fra Palermo e Agrigento. Per raggiungerla le strade migliori sono attraverso la Palermo-Agrigento (SS118) o lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca (SS624).