Pupo di zucchero è il titolo dello spettacolo messo in scena da Emma Dante, che trae spunto da uno dei simboli della tradizione: il pupo di zucchero dei morti.
Il pupo di zucchero è uno dei simboli della tradizione palermitana, quello del culto dei defunti. Storia vuole che non si possa fare a meno di avere in casa una statuetta dolce, da spezzettare (dalle spalle) nel giorno dei morti, il 2 novembre.

Pupo di Zucchero – La festa dei morti è anche il titolo che la regista palermitana Emma Dante ha scelto per uno dei suoi spettacoli che affondano le radici nella Sicilianità più autentica. Un modo per entrare nelle viscere e nell’animo della città di Palermo: quella delle periferie come Mondello e quella dei vicoli del centro storico.
Liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che, per sconfiggere la solitudine, invita a cena, nella sua antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare.
La recensione
Un monologo corale. Se lo si dovesse definire in tre parole è questo Pupo di Zucchero. Uno spettacolo dalla perfetta armonia che mette al centro quel tema che lega da sempre la vita e la morte: il ricordo dei defunti. In scena l’attore è “solo”, solo come si rimane spesso nella vita di tutti i giorni. A legarlo alla vita, c’è solo la memoria della sua famiglia, di quei morti che appaiono e si animano colorando la scena e raccontando il proprio vissuto. Ci sono storie del Sud, in quel napoletano parlato che enfatizza la pièce. Poi ci sono le emigrazioni, gli amori disillusi e poi ancora accenni a temi importanti come la violenza sulle donne e la multiculturalità. Ci prova, il protagonista, a tirare a sé la catena dei ricordi, tentando di far tornare in vita anche i suoi affetti. Ma è una catena spezzata. Anche nella morte si può far festa, però. E allora ecco che con danze, canti e tamburelli, può tornare la felicità, anche se essa dura solo un giorno. Uno spettacolo leggero ma profondo allo stesso tempo, godibile per l’alternanza di emozioni che restituisce. Splendide le musiche che sarebbe bello veder suonare in scena dal vivo. Applausi, che oggi più che mai serve bellezza e semplicità.
Dario La Rosa
Trama e storia di Pupo di Zucchero Emma Dante
Col debutto del nuovo spettacolo di Emma Dante, Pupo di zucchero – La festa dei morti, ha preso il via giovedì 7 ottobre, la stagione 2021-2022 del Teatro Biondo di Palermo.
Il 2 novembre è il giorno dei morti. In diversi luoghi del sud Italia, c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci tipici, tra cui appunto i pupi di zucchero, in cambio dei regali che i parenti defunti portano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, la cena è un momento di patrofagia simbolica, in quanto il valore originario dei dolci antropomorfi è quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, è come se ci si cibasse dei propri cari.
Il protagonista dello spettacolo, un vecchio ’nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo nella casa vuota, prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa. Con acqua, farina e zucchero il vecchio impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si anima di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core tremmolante, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola, “tre ciuri c’addorano ’e primmavera”, Pedro dalla Spagna, che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita, che s’abboffavano ’e mazzate, il figlio adottivo Pasqualino.
I protagonisti e altre curiosità
Nello spettacolo sono presenti dieci sculture, create da Cesare Inzerillo, che mostrano il corpo osceno della morte. In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita, che non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.
Protagonisti dello spettacolo – coprodotto da Teatro Biondo, Teatro di Napoli, Scène National Châteauvallon-Liberté, ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur, La Criée Théâtre National de Marseille, Festival d’Avignon, Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes e Carnezzeria – sono: Carmine Maringola, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Sandro Maria Campagna, Martina Caracappa, Federica Greco, Giuseppe Lino, Valter Sarzi Sartori, Maria Sgro, Stephanie Taillandier, Nancy Trabona.