Si chiama Abyss Cleanup ed è un’associazione che si occupa del mare inquinato e della pulizia dei fondali profondi: il progetto di Igor D’India.
Tra i problemi ambientali che in questi ultimi anni si sono imposti all’attenzione dell’opinione pubblica, l’inquinamento dei mari è senza dubbio in cima alla lista. Le foto dell’isola di plastica nel Pacifico e delle spiagge ricoperte di rifiuti lasciano indignati, ma ancora più impressionante è il fatto che più del 70% dei rifiuti marini sia depositato sui fondali; di questi, il 77% è plastica. Si tratta di vere e proprie discariche sottomarine che, con il tempo, alterano il delicato equilibrio dell’ecosistema innescando conseguenze ancora difficili da stimare. Sul tema, ricorderete forse il progetto Plastic alle Egadi.
Igor D’India, videomaker già noto per le sue avventure a sfondo ambientalista, ha deciso di fare la sua parte per infrangere il silenzio che circonda questa emergenza ambientale. Prima con una docu-serie e, da oggi, anche con un’associazione che prende il nome di Abyss Cleanup.
Il progetto Abyss Cleanup
Il progetto è partito a fine 2019 con una serie di operazioni di ricerca e rimozione di rifiuti sottomarini in Sicilia e in Liguria, coinvolgendo sub e pescatori locali e sperimentando anche tecnologie avanzate come i ROV e i robot. Nonostante gli inevitabili rallentamenti dovuti alla pandemia, tra il 2019 e il 2021 il team di Abyss Cleanup ha rimosso oltre 5 quintali di rifiuti in due località siciliane, da 5 a 22 metri di profondità, testando anche Silver 2 il granchio-robot del team di ricerca del National Geographic Explorer Marcello Calisti, in una raccolta rifiuti a 15 metri di profondità. Tutte le attività sono state riprese e documentate passo dopo passo su YouTube, Facebook e Instagram dallo stesso Igor D’India, con l’obiettivo di realizzare un documentario in uscita a marzo/aprile 2022.
Di mese in mese si è venuta a consolidare una squadra di esperti e partner tecnici e, in parallelo, la fitta attività di divulgazione ha riscosso ampio entusiasmo da parte di studenti, stampa (tematica e non) e di un pubblico sempre più attento e appassionato. Da qui la scelta di arricchire questa esperienza e costruire qualcosa di ancora più grande: l’Associazione Abyss Cleanup, la prima in Italia interamente dedicata al tema dei rifiuti sottomarini. In un momento in cui la ricerca di discariche sommerse è ancora a uno stadio embrionale per la scarsità di fondi e di tecnologie, ancora pionieristiche e molto costose, Abyss Cleanup intende dare un contributo concreto trovando risorse, avviando le operazioni e creando consapevolezza.
Il team dei fondatori dell’associazione comprende figure professionali già affermate nel mondo della vela e della tutela dell’ambiente come la fotografa Marina Orsini, Sabrina Suardi (consulente legale ambientale) e nello sviluppo della progettazione Internazionale come Roberta Migliore (International Sales Manager per una compagnia Britannica).
Mare inquinato negli abissi
La prossima tappa di Abyss Cleanup è la Missione Deep Canyon: il tentativo di accedere a un giacimento di rifiuti ad alte profondità già individuato dagli studiosi del CNR e Università La Sapienza nello Stretto di Messina che hanno condotto uno studio pubblicato anche dalla prestigiosa rivista scientifica Nature.
Dopo aver già individuato la nave, il ROV subacqueo e il team scientifico, l’Associazione è ora alla ricerca di collaborazioni per finanziare parte della spedizione. Questa missione pilota, che verrà inserita nel documentario, sarà l’apripista di altre operazioni da calendarizzare in modo più sistematico tra il 2022 e il 2023.
“Mi sono reso conto che posso fare molto di più di sensibilizzare il pubblico con dei video.” dice Igor D’India “Durante le riprese del documentario ho imparato che questo è un fenomeno gravissimo,ma purtroppo quasi sconosciuto.
Gli abissi marini fanno parte dell’ecosistema meno esplorato del pianeta e per riuscire a proteggerlo in modo concreto non basta farsi portavoce del problema.
Servono mezzi navali per incentivare le missioni sul campo degli scienziati, per mappare le discariche e, non appena possibile, utilizzare i migliori strumenti per rimuoverle. Questo è facile a dirsi, ma farlo implica forse maggiori difficoltà e costi che andare su Marte.
Non sono abbastanza folle da pensare che risolveremo il problema, ma con il supporto di aziende visionarie, coraggiose e responsabili, di sicuro possiamo contribuire alla creazione di strumenti utili alle prossime generazioni. Abbiamo già un team di professionisti eccezionali e un numero crescente di partner al nostro fianco, forse fra 50 anni non diranno che siamo stati una generazione di totali idioti irresponsabili, ma di gente che almeno ha provato a riparare il danno.”
È possibile seguire le attività di Abyss Cleanup e scoprire come associarsi, aiutare il mare inquinato, donare e diventare partner su www.abyss-cleanup.com e seguendo #abysscleanup.