Premio Campiello, i titoli e gli autori vincitori del prestigioso riconoscimento letterario da leggere e mettere nella propria biblioteca.
“Il Campiello” è uno dei più prestigiosi e importanti premi nel panorama dell’editoria italiana. Il Premio Campiello fu istituito nel 1962 da un gruppo di industriali veneti “con lo scopo incentivare e diffondere il piacere per la lettura nella consapevolezza che un premio trovi la sua massima ragion d’essere nel creare nuovi lettori”.
È infatti, in ultima istanza, una giuria formata da lettori “forti”, diversa ogni anno, che, sceglie il vincitore tra una rosa di 5 titoli proposti da letterati e addetti ai lavori. L’albo annovera autori e romanzi che hanno segnato la storia della letteratura italiana. Non so se è un caso ma ci sono moltissime donne!
Facciamo allora un tuffo tra i libri e gli autori vincitori del Premio Campiello, per un consiglio di lettura. Se lo state cercando, giusto per un ordine temporale anche se non ne parliamo, il Premio Campiello 2020 è stato vinto da Remo Rapino con “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”.
Venuto al Mondo di Margaret Mazzantini – Campiello 2009
Dedico questo libro a tutti i bambini morti sotto le macerie di Sarajevo.
Gemma, ormai una donna di mezza età, riceve la telefonata di un vecchio amico e un invito inaspettato. Tutto il suo passato, pronto a riemergere, la travolge per essere affrontato. Decide di accettare e di tornare a Sarajevo, dove lei, giovane dottoranda in letteratura ha conosciuto Diego, il “fotografo di pozzanghere” e dove suo figlio Pietro, ormai sedicenne, è venuto al mondo.
Una storia d’amore coinvolgente, struggente e dolorosa, che si intreccia, si svolge e si consuma in mezzo agli orrori e alla disperazione di una guerra brutale. Ma quella di Gemma è soprattutto la storia di una maternità mancata, cercata e risarcita, da molti pagata a caro prezzo.
Di amore e di amicizia, di guerra e di rinascita, scrive Margaret Mazzantini, senza morbosità e senza retorica tesse una trama conturbante e sconcertante legata ad un filo rosso di speranza che tiene col fiato sospeso fino all’ultimo punto.
Accabadora di Michele Murgia – Campiello 2010
Accabadora esprime il mio sguardo precario sul mondo, è un doppio sguardo, sulle cose serie e su quelle divertenti
“In quella prima e amara scuola di fatto apprese la legge non scritta per cui sono maledette solo la morte e la nascita consumate in solitudine. (…) Mai da allora le era venuto il dubbio di non essere capace di di distinguere tra la pietà e il delitto.”
Accabadora in sardo è “colei che finisce”, colei che da la buona morte. Il suo non è un assassinio, ma un gesto pietoso. Neorealismo in salsa esoterica, qualche goccia d’ironia, un retrogusto agrodolce. Cibo per la mente!
L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio – Premio Campiello 2017
Ringrazio: le mie due famiglie, quella che mi ha generato e quella che ho costruito con il mio compagno, ma soprattutto tutte le arminute e tutti gli arminuti.
Cos’è un figlio? Un miracolo della vita, una creatura generata dall’amore e per amore; oppure un caso, un’accidente, un inevitabile processo biologico? Un figlio è di chi lo mette al mondo o di chi lo cresce? È un dono o una proprietà?
Un’adolescente di appena 14 anni scopre, da un giorno all’altro, di essere “orfana di due madri viventi. (…) Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l’altra mi aveva restituita a tredici anni.” “L’Arminuta” in dialetto abruzzese è “la ritornata”.
Prima, appena nata, ceduta da una madre con già troppe bocche da sfamare ad una che invece figli non ne poteva avere, viene, poi, bruscamente “restituita” (è la traduzione di “arminuta” secondo me più adatta) alla famiglia di origine che la accoglie come un sopruso, a dividere il pane che già non bastava prima.
Lei, che ha vissuto da figlia unica negli agi di una vita perfetta, piomba in un ambiente estraneo e rurale ai limiti dell’indigenza. Trattata come un pacco senza mittente consegnato a destinatari errati, si adatta con resilienza e reagisce con orgoglio alla scoperta di una verità crudele fatta di egoismo e arrendevolezza.
Uno spaccato dell’Italia periferica e provinciale che arranca dietro a quella delle città e del boom economico. Una scrittura asciutta e mordace con qualche espressione dialettale per segnare i confini geografici e sociali.
Le assaggiatrici di Rossella postornino – Campiello 2018
La stranezza può sembrare proprio questa: ho sentito che questa storia riguardava me, che riguardava qualunque essere umano
Il servizio è ben pagato, il cibo è buono anche se vegetariano ma, ogni boccone potrebbe essere l’ultimo! Rosa Sauer è berlinese, di pura razza ariana, bella, elegante e di ottima costituzione; eppure, anche lei è una vittima sacrificale di un piano diabolico e mortale. Insieme ad altre nove donne, vedove bianche con i mariti in guerra e i figli da sfamare, ogni giorno consuma i tre pasti del Fuhrer, rischiando la propria vita per preservare quella di Hitler, mentre la sua anima si avvelena. Un “danno collaterale” del nazismo, di cui nemmeno i protagonisti hanno mai parlato.
L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito – Premio Campiello 2021
Dedico alle donne il mio premio, perchè possano sempre avere la possibilità di leggere e scrivere ovunque
È brava Giulia Caminito, scrive bene, benissimo! Sa usare le parole, le immagini sono forti, i personaggi reali. È uno stile peculiare il suo, asciutto, a volte secco, l’humor che diventa sarcasmo, ritmato, emozionale. Tagliente e affilato, come solo uno sguardo disincantato sulla verità può essere. Non fa prigionieri, provoca, rintuzza, sgomenta.
Una vita di borgata sempre al limite dell’indigenza, vestisti smessi, avanzi per cena, una casa popolare assegnata ma occupata. Un padre invalido, niente più che “un’ottima fioriera” davanti alla finestra, un fratello amato, anarchico e cinico ma capace di grandi slanci, una madre che non bacia e non abbraccia ma giudica e pretende. Una storia di periferia raccontata in prima persona, che intrappola l’anima. Amori, amicizia, tradimento; conflitto, rabbia, violenza. Vita. Progetto, guerra. Morte. Cercata, sfidata, ingiusta.
Lo scontro tra universi paralleli crea corto circuito, prendere la scossa è inevitabile. Ha i capelli rossi, le lentiggini, le gambe secche e lunghe, poche tette e il culo piatto. Cerca approvazione e riscatto. Sembra subire in silenzio ma come una fiera attacca, con violenza, all’improvviso. Si chiama Gaia, ce lo dice quasi all’ultimo, quando per noi il suo nome è un ossimoro.
Premio Campiello e altri libri
Questa rubrica è curata da “Vivechilegge”, ovvero Paola Ardizzone. Oltre al Premio Campiello, potete trovare altri consigli di lettura nella sua pagina Instagram, o qui con i libri da regalare ad un uomo, o ad un’amica e scriverle per eventuali collaborazioni. Se avete voglia di scoprire altro sul mondo dei libri potete spulciare nella nostra rubrica dedicata.