Piazza Marina: la storia e i palazzi di uno dei luoghi più belli di Palermo. Cosa vedere insieme al ficus gigantesco del giardino Garibaldi.
Il suo nome dice tutto: Marina, perché legata al mare che ancora oggi si raggiunge percorrendo pochi passi. Quel mare che tanto tempo fa ricopriva il pianoro, formatosi nei secoli con i detriti trasportati dai fiumi Papireto e Kemonia.
Una piazza così vasta che il marchese di Villabianca la definì “seconda piazza d’armi della città felice, dopo quella del Real palazzo”.
La circolare piazza Marina, come una grande arena, è stata teatro di vicende storiche felici ma anche cruente – specialmente nel periodo dell’Inquisizione quando si procedeva alle esecuzioni dei giustiziati. Addirittura l’attuale vicolo Palagonia all’Alloro, che vi sfocia, un tempo si chiamava “vanella delle Teste” poiché da quel punto si potevano vedere chiaramente le teste degli uccisi esposte nella piazza.
Dalla formazione del pianoro, individuabile dal X secolo nella parte meridionale della cittadella islamica della Kalsa, il suo sviluppo progredì fino ad essere definita “Platea maritima” in quasi tutto il periodo medievale, prendendo poi il nome di “Piano della Marina” e divenendo urbanizzata a partire dal XIV secolo. La sua ampia estensione la rese ideale per vari spettacoli pubblici, come feste o giostre.
I palazzi storici di Piazza Marina
La piazza è circondata da prestigiosi palazzi e chiese: lo Steri – o palazzo Chiaramonte, fatto edificare nel Trecento da Manfredi Chiaramonte e sede dei vicerè fino al 1517 – tristemente famoso come sede del Tribunale dell’Inquisizione dal 1601 al 1782, ma del quale vorrei ricordare una vicenda dai tratti leggendari.
Nel 1412 la regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino il giovane, dimorava a palazzo. Alla morte del suocero Martino il vecchio re d’Aragona, si ritrovò in grandi difficoltà in quanto il conte di Modica Bernardo Cabrera, gran giustiziere del regno, desiderava a tutti i costi impadronirsi della reggenza. Dopo avere assediata la regina, nel 1411, nel castello Ursino di Catania, tentò di rapirla proprio a palazzo Chiaramonte dal quale ella riuscì a fuggire in tempo su una barca rifugiandosi nel castello di Solanto.
La vicinanza al mare aveva salvato la regina! Infine, dopo lunghe lotte tra le due fazioni contrapposte rispettivamente sostenitrici della regina e del Cabrera, quest’ultimo venne sconfitto.
Altri importanti palazzi nobiliari circondano la grande piazza: Palazzo Abatelli (diverso dall’altro di via Alloro) aggregato allo Steri nel 1523, palazzo Sant’Onofrio ex Hotel de France in cui albergò Joe Petrosino, poliziotto italo-americano inviato a Palermo per sconfiggere la Mano Nera, la Mafia.
Joe Petrosino, il poliziotto ucciso a piazza Marina
E proprio a piazza Marina, il 12 marzo del 1909, il coraggioso poliziotto venne ucciso da tre colpi di pistola. Lo ricorda il suo nome inciso sul muro reggente la cancellata che circonda il giardino Garibaldi al centro della piazza, giardino di cui tratteremo più avanti.
Segue il palazzo dell’ex Regia Zecca e, continuando sul lato settentrionale, la chiesa di S. Giovanni dei Napoletani, palazzo Ganci davanti al quale si innalza la famosa seicentesca fontana monumentale barocca del Garraffo, trasferita qui nel 1862 dall’omonima piazzetta del quartiere storico della Vucciria. Sul fronte occidentale ecco palazzo Fatta, con la sua bella terrazza che si affaccia sulla piazza e la chiesa di S. Maria dei Miracoli.
Terminando, sul lato meridionale, con il neogotico palazzo Galletti di San Cataldo ed il settecentesco palazzo Notarbartolo di Villarosa, poi Greco e poi Dagnino, con le sue due imponenti cariatidi sul portale.
Villa Garibaldi
Ma torniamo alla centrale pubblica villa Garibaldi, impiantata nella piazza nell’anno 1863 per volere dell’allora sindaco Antonio di Rudinì, inaugurata e dedicata a Garibaldi il 9 ottobre 1864. Fu progettata dall’architetto G.B. Filippo Basile ed al suo interno si trovano diverse statue degli eroi del Risorgimento. La bellissima e ornamentale cancellata, opera della Fonderia Oretea, fu realizzata soprattutto in ghisa con motivi riproducenti animali da selvaggina e borse da caccia, mentre i soggetti raffiguranti le lance e le aste furono realizzati in ferro battuto. Dei sei cancelli, quello posto frontalmente a palazzo Fatta reca un nastro ferreo con il nome: Giardino Garibaldi.
Il ficus di piazza Marina
Ma la caratteristica più nota della villa, oltre alle piante tropicali e subtropicali, è la presenza di un grande ficus magnolioides, dalle radici così vaste ed emergenti dal terreno da essere capaci di accogliere i bimbi che giocano a nascondino all’interno dei piccoli antri formatisi nel tempo. Il ficus di piazza Marina è il “figlio” dell’altrettanto famoso ficus dell’Orto botanico di via Lincoln, cresciuto qui meravigliosamente bene, tanto da essere annoverato fra le maggiori piante della sua specie in Europa. Evidentemente ha trovato la sua giusta allocazione e, per la gioia di grandi e bambini, li accoglie e ripara sotto le sue grandi fronde.
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L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo, guida-autrice di questo articolo, è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città. In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.