Piazzetta sette fate: dove si trova una delle meraviglie nascoste della Palermo da vivere a piedi. Perché si chiama così e cosa vedere.
Eccoci qui, siamo tornati su via Giuseppe Mario Puglia per proseguire andando alla scoperta di una piazzetta dal nome che solleticherà la nostra curiosità: piazzetta Sette Fate, nel quartiere Albergheria, Ballarò. E quale magia potrebbe nascondersi dietro questo nome? Lo sveleremo più in avanti. Intanto, subito noteremo che sulla piazza si innalza una torretta: in realtà si tratta di un castelletto d’acqua.

La città di Palermo è ricchissima di queste torri d’acqua: sono delle costruzioni scaturite dagli arguti progetti degli ingegneri arabi tramite il sistema dei vasi comunicanti. Per approvvigionare la città, le campagne ed i mulini, l’acqua delle sorgenti veniva convogliata in condotti di argilla sotterranei per poi venire raccolta in ricettacoli.
Attraverso la stessa pressione idrica, il prezioso liquido si elevava tramite i “catusi”, ossia dei tubi conici anch’essi di argilla, raggiungendo la cima delle torri piezometriche, alte in misura eguale alla sorgente. Alcuni di questi castelletti nel tempo furono rivestiti elegantemente: in particolare, alla fine dell’Ottocento, proprio questo di piazzetta Sette Fate fu ricostruito con pietra da taglio in stile neomedievale; ricostruzione che ha di certo regalato un bel tocco al luogo, in cui di recente delle fioriere ed alcune panchine hanno completato il gradevole arredo urbano intorno alla torre. Ma adesso è giunto il momento di svelare l’origine del nome toponomastico della piazzetta.
Dobbiamo la spiegazione al nostro concittadino Giuseppe Pitrè (Palermo 1841-1916), grande etnologo e studioso di tradizioni popolari al quale è dedicato l’omonimo museo, appena ristrutturato, accanto alla Palazzina cinese nella Piana dei Colli, in cui sono esposte innumerevoli testimonianze religiose, folkloristiche, popolari, artigianali e quant’altro, che raccontano la storia e la cultura della Sicilia di un tempo.
Perché si chiama Piazzetta sette fate
Secondo il Pitrè, che aveva raccolto anche tante storie della tradizione popolare, il nome nasce da una leggenda che così raccontava.
In questo luogo ogni notte apparivano “setti donni di fora”, geni occulti, malefici o benefici a seconda delle circostanze. Queste donne, una specie di bizzarre fate, “tutti una cchiù bedda di ‘n’autra” trasportavano con loro qualche individuo sino a luoghi lontanissimi dove gli facevano vedere cose strane e meravigliose. Alle prime luci dell’alba, lo riconducevano a casa e quindi sparivano.
Quindi, secondo questa leggenda, le sette fate (donni di fora) – tutte una più bella dell’altra – si prendevano la briga di incantare l’uomo prescelto al momento per trasferirlo in dimensioni fantastiche ed ultraterrene per poi riportarlo puntualmente a casa il mattino dopo.
Fatine generosissime! Sarà pure così, il buon Pitrè non me voglia, ma io ho il tremendo sospetto dell’invenzione di una dorata menzogna da parte degli uomini per giustificare alle consorti le loro assenze notturne, trascorse magari con una gradevole compagnia femminile o di amici, durante le quali un bicchiere di vino di troppo li trasportava in dolci sogni fra le braccia di Morfeo. Finita la sbornia, ritornavano alla realtà quotidiana nelle loro case in cui poi toccava alle mogli, stavolta, “bere” la fantastica storiella delle Sette Fate! Alla prossima passeggiata.
VISITARE PALERMO A PIEDI, LEGGI DA QUI LE ALTRE PASSEGGIATE ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ
L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo, guida-autrice di questo articolo, è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città. In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.