La Promessa di Damon Galgut: la recensione del libro vincitore del prestigioso premio Booker Prize 2021 ed edito in Italia da Edizioni e/o.
Damon Galgut vince uno dei premi letterari più prestigiosi al mondo, il Booker Prize, con un libro complesso e denso, costruito su più livelli. È una saga familiare in quattro atti scadenzata, in poco più di trent’anni, da quattro funerali. Sullo sfondo la storia del SudAfrica, la vergogna dell’Apatheid, il riscatto di Mandela, il tradimento del sogno democratico causato da una classe politica corrotta, da un esponenziale aumento della criminalità e da una crisi economica endemica.
Nonostante la presenza di un narratore semi-onnisciente, che ogni tanto interagisce con il lettore, c’è un salto continuo dalla prima alla terza persona, dialoghi accennati e non virgolettati che vanno intuiti, che si confondono e formano il racconto. E poi, ancora, sottintesi o in superficie, l’alienazione, il razzismo, la religione (calvinisti, cattolici, ebrei e persino santoni spirituali) il senso di colpa, la morte.
La Trama
La promessa del titolo è quella che Manie Swart fa alla moglie Rebecca in punto di morte, pur sapendo che non può (la legge non lo consente) e non vuole rispettare la parola data. A Salome, la cameriera nera che l’ha accudita negli ultimi mesi di malattia, Ma’ desidera che sia donata la casetta diroccata in cui vive e il pezzetto di terra su cui è costruita. Nonostante i cambiamenti civili e politici, testamento dopo testamento, indisturbati dall’assoluto silenzio di Salome, nessuno dei familiari onorerà il volere della matriarca. Il peso di quell’impegno disatteso sembra trasformarsi di anno in anno, in una maledizione che colpisce l’intera famiglia.
Solo Amor, la figlia più piccola e unica testimone di quella promessa, non la dimenticherà, e, a modo suo, farà di tutto perché un giorno venga mantenuta. Resta infranta, invece, la promessa di quella generazione di sudafricani che avrebbe dovuto dar vita a una nazione nuova e che, al contrario, si è rivelata piena di pregiudizi, corrotta e moralmente indifferente quanto quella che l’ha preceduta. Sfoglia le prime pagine dell’edizione digitale.
CONSIGLI DI LETTURA
Questa rubrica è curata da “Vivechilegge”, ovvero Paola Ardizzone. Potete trovare altri consigli di lettura nella sua pagina Instagram, o nella nostra rubrica.