Santa Chiara Palermo: il complesso monumentale nel centro storico, la sua storia e cosa c’è da vedere al suo interno.
Dopo aver ammirato il castelletto d’acqua di piazzetta Sette Fate, basta girarci su noi stessi per trovarci di fronte alla chiesa di S. Chiara ed al contiguo omonimo monastero, nel 1919 divenuto sede dell’Istituto per gli orfani di guerra ad opera dei Padri Salesiani. L’anno successivo vi venne fondata una Scuola tipografica ben attrezzata da macchine da stampa, comprese le prime automatiche “lynotipes”, inventate nel 1881.

Don Rocco Sindone, ricordato in una targa affissa accanto alla chiesa, nel decennio 1972-1982 lo trasformò in laboratorio di esperienze sociali. Dal 1988 l’Oratorio salesiano qui presente accoglie un Centro socio-sanitario per i ragazzi indigenti del quartiere e per gli extracomunitari in cui lavorò tanto don Baldassare Meli, anch’egli ricordato in una lapide esposta nel 2021 che così recita:
In memoria di Don Baldassarre Meli (1943-2020) Sacerdote di Don Bosco che ha dedicato la sua vita per la difesa delle bambine, dei bambini, degli adolescenti e per l’accoglienza dei migranti. “Io ho fatto la mia parte, adesso tocca a voi” – Don Meli
Di recente il bravissimo street-artist Igor Scalisi Palminteri ha realizzato una delle sue intriganti opere sulla parete esterna dell’oratorio: una bella e colorata rappresentazione di S. Chiara. La fondazione di questo complesso religioso monumentale risale al 1344, quando il conte di Adernò Matteo Sclafani fabbricò la chiesa congiungendola a quello che fu il palazzo di suo zio Matteo di Termine, maestro giustiziere del Regno. Secondo il seicentesco storico Vincenzo Di Giovanni, in seguito venne aggregato al complesso claustrale anche l’attiguo palazzo Spinola, di cui si nota lo stemma su un portale accanto alla chiesa.
Come racconta il marchese di Villabianca nella sua settecentesca opera “Palermo d’oggigiorno”, si trattava di un “Monastero di nobili signore del serafico Ordine di San Francesco”, ossia sotto la regola di S. Chiara, che venne retto prima dai Francescani conventuali e poi dagli Osservanti. Nel 1619 fu edificato, ai fini dell’ampliamento del complesso, il vicino Conservatorio del Saladino nell’omonima strada, destinato alle ragazze nobili, collegandolo tramite un cavalcavia.
La storia
Un altro importante intervento avvenne nel 1745, quando le clarisse ottennero la disponibilità di un belvedere sul Cassaro, raggiungibile attraverso un passaggio sopraelevato sugli edifici del circondario. Nel 1724, per assicurare alle monache un luogo di preghiera più intimo e raccolto, fu acquistata la chiesa di S. Anna dei Calzettai nella vicina rua (ruga, strada) Formaggi, in cui esse si recavano per mezzo di un passaggio interno. Nel 1678, rovinata da un terremoto, la chiesa venne rinnovata affidando il progetto a Paolo Amato, abbellendola con sculture e marmi preziosi.
Nel 1726, a causa di un ulteriore sisma, occorse un altro intervento diretto da Nicolò Palma che regalò alla chiesa un’impronta barocca. Ma durante i bombardamenti del 1943 venne distrutto il bel portale con colonne tortili dominato dal simulacro di S. Chiara, opera di Paolo Amato, insieme all’ala meridionale del complesso. In seguito venne sostituito dal portale della chiesa della Madonna della Grazia della maestranza dei Macellai, anch’essa gravemente bombardata, della quale rimangono i ruderi in via Caldomai, nel quartiere storico del Capo.
Il complesso monastico di S. Chiara fu invece più fortunato, in quanto venne restaurato ed ancora oggi possiamo ammirare il campanile barocco, il magnifico altare maggiore in cui spiccano i lapislazzuli, le gelosie, la ruota e le belle opere di Olivo Sozzi, di Gaspare Serenario, di Paolo Martorana, di Gaspare Fumagalli, di Antonio Grano e di Guglielmo Borremans. Una bella ed antica fontana in pietra di Billiemi, su cui è stata posta una statua di Don Bosco, si trova nel cortile. In tempi recenti, a seguito di alcuni scavi, nella parte della sala teatro dell’oratorio sono venute alla luce alcune parti delle antiche mura puniche cittadine risalenti al IV-V sec. a.C., sulle quali sorsero la chiesa ed il monastero. E dopo questa ennesima sorpresa che Palermo ci ha riservato, vi do l’appuntamento alla prossima passeggiata.
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L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo, guida-autrice di questo articolo, è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città. In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.