Piazza San Giovanni Decollato: la Palermo da scoprire a piedi fra chiese e palazzi storici di grandissima bellezza.
Usciti dal medievale palazzo Sclafani, ci ritroviamo di fronte alla chiesa di San Giovanni Decollato che dà il nome alla piazza. Il sacro edificio fu fondato nel 1597 da una Congregazione di dame, intitolata all’Annunziata dello Scuto (o Scutino), proveniente da un’altra loro chiesa che esisteva sin dal 1424, poi accorpata alla chiesa di San Giovanni dell’Origlione. Nel 1649 vi subentrò la Confraternita di San Giovanni la Galca, in quanto l’omonima chiesa da essa posseduta nel vicino Piano del Palazzo, l’odierna piazza Vittoria, era stata abbattuta quell’anno insieme ad altre due chiese che sorgevano nel Piano: Santa Barbara La Soprana e Santa Maria della Pinta.
La demolizione delle tre chiese fu causata dalla costruzione dei due bastioni da parte del cardinale Trivulzio. La parola “Galca” in arabo significa “recinto” e si riferiva alla zona del Palazzo Reale con le vicine costruzioni, corrispondente all’attuale Piazza del Parlamento. Il titolo di San Giovanni Decollato fu imposto alla chiesa nel 1718, anche se il popolo la chiamava affettuosamente “San Giovanuzzu”.
Nel 1943 fu pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ma, per fortuna, nel 2010 è stata restaurata e nuovamente consacrata. Ai nostri giorni, è spesso sede di eventi culturali. Alla sua sinistra, su piazzetta delle Vittime, non si può fare a meno di notare un cippo, purtroppo in condizioni di degrado, sorto in memoria di un tragico evento del 27 maggio 1860, quando i garibaldini entrarono in città. Per un’orrenda azione punitiva ed ingiustificata da parte dei soldati borbonici, qui furono fucilati nove innocenti popolani i cui nomi, incisi nel cippo, sono ormai appena leggibili.
I palazzi nobiliari
A destra della chiesa di San Giovanni Decollato ecco il bel palazzo Cottone Marchese di Altamira poi Pirrone. Scipione Cottone ed Aragona fu il primo marchese di Altamira, nonché Senatore di Messina nel 1621, rivestendo più volte la carica di Deputato del Regno. Divenne anche Maestro del Real Patrimonio con il privilegio (tramite una lettera reale del primo maggio 1643) di trasmettere l’ufficio, dopo la sua morte, ad una persona da lui prescelta. Sposò Francesca Marquett e Joppolo, sorella di Tommaso, primo duca di Belviso, con la quale non ebbe eredi.
I suoi beni patrimoniali passarono quindi al nipote Scipione Cottone e La Rocca, che in realtà era bisnipote di suo fratello Giuseppe Cottone ed Aragona Conte di Bavuso. Con il primo marchese di Altamira cominciò e si estinse il titolo aristocratico di un luogo spagnolo famoso per le sue grotte dalle pitture rupestri dell’era paleolitica, ricordando che il marchese visse nel periodo della dominazione spagnola in Sicilia. Il privilegio di razionale di Regia Azienda dunque passò, dopo la sua morte, alla persona che egli aveva designato: Onofrio Pirrone.
Possiamo ancora oggi ammirare il palazzo del marchese di Altamira, restaurato circa 12 anni fa ed oggi in mano a privati, nel luogo in cui lo descrive il Villabianca, quando era già nelle mani di Onofrio Pirrone, il quale “ha casa propria affaccio lo Spedale Grande (palazzo Sclafani) ed il piano del Real Palazzo”. Il ceppo nobiliare della famiglia è lo stesso del famoso Carlo Cottone principe di Castelnuovo (l’identico personaggio di piazza Castelnuovo e dell’Istituto Agrario nella Piana dei Colli, conosciuto come Villa Castelnuovo). Come si evince, a Palermo ad ogni piccolo passo bisogna fermarsi per ascoltare la storia che anche le pietre hanno da raccontare e pertanto proseguiremo la narrazione alla prossima passeggiata.
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L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo, guida-autrice di questo articolo, è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città. In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.