Palermo a piedi vol. 7: una passeggiata da palazzo Vaccarizzo sino ai bastioni, per conoscere le bellezze che offre questo angolo di città.
Affiancato all’oratorio di S. Elena e Costantino ecco il palazzo Vaccarizzo che oggi accoglie una trattoria. La facciata del palazzetto ed i dettagli ornamentali interni si presentano in stile neogotico grazie ad un rifacimento databile a tempi successivi al 1860, quando era già imperversato l’orientamento della scelta verso il suddetto gusto architettonico. Difatti, in una foto del 1860 di Gustave Le Gray – custodita nella Bibliothèque Nationale de France – che lo ritrae dietro il teatro marmoreo di Filippo IV di cui tratteremo prossimamente, il palazzo risulta ancora privo del rifacimento della facciata.

Probabilmente il fautore della committenza fu Giuseppe Oneto e Lanza, duca di Sperlinga, principe di San Bartolomeo, Visconte di Francavilla, barone di Vaccarizzo Soprano, Sottano e Vaccaro. Egli volle imprimere al suo palazzo un aspetto più nobile ed imponente, arricchendolo di un finto rosone, similmente a quello della chiesa di S. Antonio Abate del 1833. Esistono altre teorie sull’autore della committenza per il rifacimento del palazzo, ma sono ancora in corso di approfondimenti.
Siamo su via del Bastione, che costeggia piazza della Vittoria ed incrocia via Generale Luigi Cadorna, una strada che fronteggia la scalinata che porta al palazzo Reale e alla sottostante villa Bonanno realizzata al centro della piazza. In questo punto della città così ricco di storia non si può non precisare che nel punto in cui via Gen.le Cadorna si apre in via del Bastione, di fronte alla scalinata, anticamente si teneva un grande mercato di generi alimentari: a ricordarcelo è la targa toponomastica d’epoca “Piazza Grande”, ancora oggi affissa su una parete, sul finire della strada. Il nome della via del Bastione fa invece riferimento al bastione di San Pietro, al quale è intitolata la Cappella Palatina.
Il bastione è conglobato sul rilievo di roccia in cui si innalza il palazzo Reale ed apparteneva ad un sistema di fortificazioni progettato dall’ingegnere bergamasco Antonio Ferramolino nel 1536 per volere del vicerè Ferrante Gonzaga. Nella via del Bastione esisteva il bastione di S. Michele, demolito durante la rivoluzione del 1848, così come il bastione di Santa Maria che si trovava mentre dalla parte opposta, sul lato di porta Nuova.
Entrambi gli imponenti baluardi, dopo i tumulti del 1647, furono costruiti nel 1649 per ordine di Teodoro Trivulzio: cardinale, vicerè di Sicilia e Presidente del Regno. Per la costruzione dei bastioni furono sacrificate tre chiese: S. Maria La Pinta, S. Barbara La Soprana e S. Giovanni della Galka. La prima di esse, con il titolo di S. Maria l’Annunziata, secondo la leggenda era stata fondata nel VI secolo per volontà del generale bizantino Belisario a seguito del suo ritrovamento in loco di un’immagine della Madonna dipinta su ardesia.
Qui, dal 25 marzo 1539, venne più volte rappresentato il famoso “Atto della Pinta” (“La creazione del Mondo” o “L’incarnazione del Verbo”); opera sacra teatrale del monaco benedettino Teofilo Folengo. Dopo la demolizione avvenuta nel 1647, l’Arciconfraternita della Pinta passò nella chiesa di S. Maria dell’Itria. Quest’ultima, a seguito dell’abbattimento del 1620 della primitiva chiesa dell’Itria per le esigenze di apertura della porta di Castro era stata ricostruita dal Senato nel luogo in cui tuttora si eleva: nella piazza in cui sfocia via del Bastione.
La nuova chiesa di S. Maria dell’Itria, divenuta sede dell’Arciconfraternita della Pinta, venne pertanto chiamata “della Pinta” anch’essa, dando il nome alla piazza in cui sorge. In pratica venne ad assorbire i titoli delle due chiese demolite: S. Maria della Pinta, con il titolo di S. Maria l’Annunziata che si trovava nel piano del Real Palazzo (Piazza Vittoria) e S. Maria dell’Itria che sorgeva in via Porta di Castro. E con questa tempesta di notizie, con le quali spero di non avervi annoiato, vi do l’appuntamento alla prossima passeggiata.
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L’AUTRICE DELLA “PASSEGGIATA”
Il mondo di Giuseppina Lombardo, guida-autrice di questo articolo, è ricco e variegato, la sua passione per la storia e la città di Palermo ci conduce nei meandri più affascinanti della città. In attesa di scoprire i nuovi itinerari, potete sfogliare il suo libro, singolare per il fascino con cui racconta i luoghi meno battuti e le particolarità storiche da scoprire in città.